DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Il Napoli può farcela. Con la forza di chi non ha niente da perdere e ha ritrovato carica psicologica e identità tattica
Quando l’abbinamento tra Napoli e Barcellona venne fuori dal cilindro di Nyon, questa partita poteva anche non giocarsi, come ricorda oggi la Gazzetta dello Sport
Da un lato il Barcellona primo in Liga, primo nel gruppo, Messi che giocava da Messi, Ansu Fati erede designato a 17 anni. Dall’altro il Napoli nel peggior momento della storia recente, classifica in picchiata, Ancelotti licenziato e Gattuso k.o. al debutto con il Parma. Altro che Champions, non si parlava di retrocessione solo per scaramanzia. E i risultati contro il Liverpool? Una delle splendide casualità del calcio.
messi nello stadio di diego maradona
Due mesi dopo tutto sembra cambiato, lo scenario è impensabilmente diverso, con il Barcellona che ha cambiato l’allenatore in corsa e le vicissitudini interne
E stiamo di nuovo pensando tutti la stessa cosa: il Napoli può farcela. Con la forza di chi non ha niente da perdere e ha ritrovato carica psicologica e identità tattica
E quindi il Napoli se la deve giocare questa sera, perché i pronostici sono cambiati, certo non invertiti perché i blaugrana restano più forti del Napoli
Ma un’occasione così non si ripeterà tanto facilmente
LEO OSANNATO IN CITTA'
Maurizio Nicita per la Gazzetta dello Sport
messi nello stadio di diego maradona
Coccolato a Napoli come figlio calcistico di Diego Armando Maradona. In parte stupito dall' accoglienza, Leo Messi ha capito che qui il padre è una divinità come solo in Argentina e dunque bisogna amarlo, rispettarlo e onorarlo. Magari con quella Grande Bellezza espressa in gol che la Pulce sa offrire alla gente come nessuno al mondo. E, da quello che abbiamo visto con i nostri occhi ieri, siamo pronti a scommettere che una rete di Messi sarebbe applaudita dal San Paolo, anche se i fischi (di paura) contro il più grande «Diez» in attività non mancheranno.
Il Barcellona è atterrato a Capodichino a ora di pranzo e già ad attenderlo c' erano centinaia di appassionati che hanno accompagnato con gli scooter, quasi scortato, il pullman del Barça che ha raggiunto velocemente l' albergo in città: un vecchio grattacielo che è un pugno in un' occhio in uno dei più bei centri storici al mondo, ma oggi fa parte di una grande catena alberghiera spagnola e per questo i blaugrana stanno qui. Dove ad attendere ci sono altre centinaia di persone che inneggiano a Messi.
messi nello stadio di diego maradona
La stessa comunicazione del Barça rimane colpita e sui social pubblica video dei napoletani che inneggiano a Leo con gli stessi cori che oltre trent' anni fa erano dedicati a Lui, Diego: «Olè, olè, olè, olè, Messi, Messi». Gli occhi scuri e furbi dell' argentino scrutano con un pizzico di stupore.
Qualche sorriso, il pollice sollevato in segno di assenso verso quella gente che lo aspetta per applaudirlo. Dopo aver sentito parlare per anni del rapporto inscindibile fra Napoli e il suo Messia calcistico, ora Leo può pregustare questo amore e stasera vorrà assorbirne tutta quella passione difficile da raccontare se non hai vissuto quel periodo unico dentro le mura del San Paolo. Stasera l' urlo «The Champions» dei napoletani, il loro tifo, non lasceranno indifferenti neppure sordi e ciechi.
Chissà che Messi non stia pensando che possa essere proprio la Serie A il suo prossimo campionato, visto che potrebbe anche staccarsi dal Barcellona a fine stagione. Se lo augura il presidente della Juve, Andrea Agnelli («Ognuno dei top club italiani dovrebbe avere un Ronaldo o un Messi, sarebbe valore aggiunto per la nostra immagine internazionale»), che poi aggiunge una battuta: «So che Aurelio De Laurentiis ha già chiamato l' argentino...».
Una battuta che rimbalza in ogni angolo e arriva nella sala stampa in cui sta parlando, nel pomeriggio Gerard Piqué, che accetta anche il paragone fra i due grandi: «Maradona unico nel gioco del calcio. Sarà ricordato per sempre. Ma se mi chiedi Diego o Leo è domanda da... milionario. Io scelgo Leo per la costanza negli anni, per la capacità di ripetere cose straordinarie. Dicono che può giocare a Napoli? Chiedete a lui. Io spero chiuda qui...». Qui? Nella sala si diffonde un brusio che è di assenso specie fra i colleghi napoletani. Piqué capisce sorride e spiega: «Qui intendo al Barcellona, non a Napoli!».
Intanto Leo è finalmente entrato dentro il tempio di Diego. Gli fa da cicerone Arturo Vidal, che con la Juve ha giocato già diverse sfide stimolanti su questo prato. Guarda quelle mura più vecchie che antiche, ma che continuano ad esercitare il loro fascino. Messi non ha visto ieri la fine del tunnel che porta in campo. Lì alla base delle scale, dalle quali risali sul prato, Maradona si fermava a pregare di fronte a San Gennaro e altre immagini sacre, mentre si caricava sentendo l' urlo della gente. Chissà se oggi lo farà anche Leo. Il quale entrando in campo, poco dopo le 19, appare concentrato e per nulla intenzionato a far trapelare emozioni dal suo viso focalizzato da telecamere e dalle mitragliate delle macchine fotografiche digitali.
Poco prima solennemente Quique Setien aveva detto: «Non abbiamo mai visto un giocatore come Leo che da oltre 10 anni si esprime con questa continuità a così alti livelli. Ho visto grandi campioni come Cruijff e Maradona, ma Leo è unico». Messi parlerà solo stasera sul campo e l' attesa è grande. Ma forse c' è un ricordo che potrebbe turbare almeno un po' il fuoriclasse.
Nella porta avversaria ritroverà David Ospina, che nel giugno 2015 riuscì a parargli incredibilmente un colpo di testa da un metro. Il portiere oggi del Napoli quel giorno era già volato a respingere un tiro di Aguero, ma con una reattività incredibile si oppose anche a Messi, in un quarto di finale di Coppa America che l' Argentina superò solo ai rigori contro la Colombia. Dovrà dunque inventarsi una magia per segnare a casa Maradona e guadagnarsi l' applauso della sua gente.
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