LA RESA DEI CON…TE - NIENTE RINNOVO E NESSUNA FOLLIA SUL MERCATO: ANDREA AGNELLI, IRRITATO COL TECNICO E PRONTO A SOSTITUIRLO CON MIHAJLOVIC, FISSA I PALETTI E SI TIENE CONTE PER UN ALTRO ANNO: IL DIVORZIO NON CONVENIVA A NESSUNO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Filippo Bonsignore e Roberto Perrone per ‘Il Corriere della Sera'

Colazione con Sinisa, merenda con Antonio. Ed è questa che fa la differenza. La Juventus vota Antonio. In fondo è una storia alla Totò, quella che si è conclusa ieri sera, un po' farsesca. Alle 20.34 ora di Twitter la Juventus cinguetta: «Stagione 2014/15: allenatore Antonio Conte». Stringato e paradossale. Così si conclude la lunga giornata di Andrea Agnelli, vissuta nel tentativo di combinare il presente (e anche il passato) con il futuro.

Non c'è la stretta di mano in diretta, come un anno fa, mentre è identica l'assenza di spiegazioni che manda in archivio le tribolazioni dell'allenatore tricampeon, nell'ultimo mese un tormento per i tifosi bianconeri. Doveva finire ieri sera per forza. L'allenatore scelto per il dopo-Conte, Sinisa Mihajlovic (ricevuto a Torino da Agnelli), aveva comunicato alla Sampdoria che entro oggi, martedì 20 maggio, avrebbe dato una risposta sulla proposta di rinnovo contrattuale al club genovese. A proposito. Il tweet bianconero è paradossale: Conte, come lui stesso aveva sottolineato domenica, ha ancora un anno di contratto. E quindi annunciare che siederà in panchina anche per la stagione 2014-2015 non vuole dire nulla. Prima di ricostruire cosa nasconde il tweet, facciamo un riassunto della giornata.

In una Torino uggiosa fin dal mattino si cerca la sede dell'incontro chiarificatore tra l'allenatore in carica, il presidente e i dirigenti Beppe Marotta e Fabio Paratici. Però, a differenza di un anno fa, il chiarimento avviene lontano dal palazzotto di corso Galileo Ferraris. Probabilmente (ma anche su questo nessuno dei diretti interessati dà soddisfazione) alla Mandria, nella residenza della famiglia Agnelli. Intorno alle 19, Conte è avvistato a Torino, mentre azzanna un gelato insieme con il fratello Daniele. Un'ora e mezzo dopo, ecco il tweet societario.

Oggi «Vota Antonio» è atteso a un tour nel Centrosud tra Melfi e Rieti come conferenziere a un evento Fiat e come prescelto per il premio Scopigno. La vicenda si è risolta in fretta, quasi che le parole di Antonio Conte delle ultime settimane non siano state pronunciate. Domenica sera, alla fine delle sue fatiche annuali, l'allenatore aveva ammesso che, ripensandoci, sarebbe stato meglio stare zitti. Non ha tutti i torti. Bene per i titoli dei media, ma frasi come «questa Juventus non può vincere la Champions» o «non si può entrare in un ristorante da 100 euro con 10 euro» hanno provocato un po' (eufemismo) di irritazione in Andrea Agnelli, che per molto meno ha allontanato Alex Del Piero.

Il presidente era favorevole a chiudere con Conte e avviare un rinnovamento. E non era il solo. Forse anche l'allenatore voleva uscire da trionfatore, convinto che in Europa la squadra, senza grandi investimenti non possa andare lontano e che anche in campionato, con alcuni giocatori fondamentali logorati (e con il Mondiale ad aumentare i problemi), non sia possibile ripetersi ai livelli abissali del 2013-2014.

È successo che le parti si sono assestate su posizioni conosciute. Nel club è prevalsa la linea Marotta, cioè mediazione e conservazione: allenatore che vince non si cambia, ma si tiene fino a prova contraria. Soprattutto se, come in questo caso, l'alternativa individuata (Mihajlovic) è rischiosa, per l'inesperienza del tecnico con una squadra di vertice e per l'opposizione dei tifosi.

Insomma, meglio il noto che l'ignoto. Conte, invece, che non ha chiesto nulla (non si è discusso nemmeno di rinnovo, bizzarro per un chi ha vinto tanto ed è in scadenza nel 2015), forse si è reso conto che questa volta non ci sarebbero stati margini. O sì, o no. Il successore era già sull'uscio. Come il club, ha fatto qualche conto. Ah, last but not the least, nessuno dei due contendenti voleva perdere un tallero. E un divorzio non consensuale è sempre molto dispendioso. Messa così, appare una scelta all'italiana, di retroguardia. A un futuro radioso il compito di smentire questa sensazione.

 

I GIOCATORI DELLA JUVE FESTEGGIANO ANTONIO CONTE DOPO LO SCUDETTO JUVE FESTA ANDREA AGNELLI antonio-conte-fabio-capelloMIHAJLOVIC SEEDORF marotta foto mezzelani gmt