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Linda De Sanctis per “la Repubblica - Edizione Roma”
Mosse dal vento le bandiere alte nove metri, colorate di delicati rosa, arancione, celeste, azzurro, opera di Daniel Buren, sventolano sensualmente contro la luce del sole. Indicano uno dei luoghi più belli di Roma: l' angolo del Palatino che si affaccia sul Circo Massimo.
Dalla terrazza del palazzo dove sorgevano gli impianti termali voluti dall' imperatore Domiziano, lo sguardo, seguendo lo sventolio delle bandiere, si allarga sull' Aventino, le Terme di Caracalla, il Gasometro, fino ai Colli Albani, e dal Gianicolo a San Pietro. Le bandiere, così visibili da molte parti, indicano il luogo della città fondativa, spazio sacro per eccellenza, e non a caso luogo della residenza imperiale.
palatino art show adrian tranquilli
Simboli di pace, non di stati o potere politico, le bandiere aprono il percorso di una mostra dove 36 artisti contemporanei, provano a rileggere la storia di Roma. Nata da un' idea di Monique Veaute, e curata da Raffaella Frascarelli, "Par tibi, Roma, nihil" ("Non c' è nulla di comparabile a te, o Roma") apre anche al pubblico, dopo molti anni di chiusura, il percorso tra il palazzo Imperiale con le sue imponenti Arcate, la Terrazza, lo stadio Palatino, la Meta Sudans.
In questo luogo simbolo del potere, "Loser", un' installazione di Piero Golia, cinque lettere in ferro che girano su se stesse, sono un monumento ai perdenti; la scritta luminosa "Herstory", di Maria Adele Del Vecchio, ricorda invece il femminino sacro delle donne romane, mentre la "Gioconda" riletta da Elisabetta Benassi, invita lo spettatore a una rilettura critica della storia.
Sul mito del potere e della politica, riflettono Flavio Favelli, che ricostruisce una casa borghese degli anni '50, Kapwani Kiwangs ricordando, con il suo bouquet di fiori freschi, le visite di Stato in Nigeria, e Rosalind Nashashibi nel video dove due intellettuali discutono sul ruolo del Vir Bonus, ovvero l' uomo politico ciceroniano, nei giorni contemporanei.
Il tempo, invece, è riletto da Gianni Politi, nelle sue tele stratificate da tracce, nelle "Clessidre" consunte di Giorgio Andreotta Calò, nei cellulari di David Horvitz, che fotografano contemporaneamente, in due luoghi lontani, un' alba e un tramonto. Sul valore dell' arte si confronta Gabriele De Santis:
il suo "spogliatoio" raccoglie le maglie giallorosse della Roma, ma i nomi dei campioni sono quelli dei più grandi artisti italiani, e la maglia del capitano, la numero 10, indica: Boetti.
Jannis Kounellis con i suoi sacchi in iuta, legno, piombo, celebra la dignità umana; Chen Zhen con "Bibliothèque Musicale", fa un omaggio alla cultura rurale, Pascale Marthine Tayou, all' energia dei lavoratori africani.
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varoufakis e moglie assalito dalle fans
roma vista dal palatino 5
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