AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Stefano Cantalupi per gazzetta.it
Toccherà provare a entrare in Russia por la puerta chica, come dicono qui a Madrid. Perché por la puerta grande passerà la Spagna, a meno di cataclismi nelle ultime partite del girone. Probabili, peraltro quanto un avvistamento di orsi bianchi a Rimini. Toccherà passare dal retro, perché il 3-0 di stasera dimostra che né gli azzurri né il 4-2-4 sono pronti a reggere un palcoscenico come quello del Bernabeu. Dopo l’Under 21, anche la Spagna adulta ci dà una ripassata memorabile con lo stesso punteggio.
I VERDETTI — Meno 3 dalla Roja a 3 giornate dalla fine, con differenza reti tutta a favore di Lopetegui. Come dire che nel freddo di novembre dovremo giocarcela con una muta di 7 cani da caccia, per afferrare uno dei 4 posti al Mondiale che i playoff europei possono ancora offrire. E speriamo che il ranking Fifa ci mantenga tra le teste di serie agli spareggi, altrimenti sono guai.
VISTA DALLO STADIO — A inizio settembre si corre solo col cuore, perché le gambe rispondono poco. Se al 43’ del primo tempo siamo agli “olé” delle tribune per una ventina di “toques” iberici senza un accenno di reazione azzurra, buonanotte. Altri dettagli apprezzabili dal vivo: Iniesta trotterella a un ritmo che potrebbe consentirgli di giocare fino a cinquant’anni, è inondato dagli applausi che Piqué, l’altro simbolo del Barça, fatica a guadagnare nello stadio ostile. Ma l’appello all’unità di Sergio Ramos è rispettato: tra i mille per Isco e quello fortissimo per il vecchio Villa, c’è anche un coro per il marito di Shakira, che si batte il petto in risposta.
MOSSE E CONTROMOSSE — Lopetegui, alla fine, ha preferito il momento magico di Asensio a una punta pura come Morata. E Koke a Thiago, per un 4-3-3 con Silva “falso nueve”. Ventura non ha cambiato uomini né sistema per 70 minuti (poi dentro Eder e Bernardeschi per Belotti e Candreva).
DOVE SI E’ DECISA — La Spagna ha impiegato meno di un quarto d’ora per bucarci due volte in mezzo, visto che per una volta non aveva il problema di scardinare la “BBC” dei tre centrali. Ramos ha perdonato, un Isco monumentale invece no. Da lì, con la necessità di sbilanciarsi ulteriormente e il morale sotto i tacchetti, l’Italia ha concesso all’attacco avversario tanti uno-contro-uno, soffrendo moltissimo nella catena di sinistra formata da Spinazzola (zero minuti in campionato) e Insigne.
OCCASIONI — Guardando il tabellino, gli azzurri hanno avuto anche qualche buona chance: una di testa con Belotti sullo 0-0, una per Insigne e ancora per il Gallo a inizio ripresa. Ma Buffon, apparso un po’ in ritardo sui primi due gol, avrebbe potuto raccogliere altri palloni in fondo alla rete se Asensio e perfino Alba e Carvajal fossero stati più precisi da posizione perfetta. L’ha fatto quando Morata, entrato nel finale al posto dell’osannato Iniesta, ha chiuso il tris su galoppata e assist di Ramos. Che batosta.
La partita di martedì con Israele, riuscito nell’impresa di perdere in casa con la Macedonia, sarà un inno alla malinconia. Mentre qui in Spagna, per stanotte, si prevede un’impennata di prenotazioni di voli per Mosca.
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