LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Estratto da corrieredellosport.it
jose mourinho foto mezzelani gmt285
Ultimi minuti di Roma - Salisburgo: tutto l'Olimpico canta e incita la squadra, impegnata a mantenere il 2-0 decisivo per la qualificazione. A José Mourinho, però, non piace l'atteggiamento della parte bassa della Monte Mario, dietro la sua panchina: si gira, mette le mani unite sotto l'orecchio come a dire: "Basta dormire" e poi fa segno che tutti si devono alzare per incitare la squadra. E i tifosi lo fanno.
A fina partita, in sala stampa, senza che nessuno glielo avesse chiesto, Mou ha spiegato: "C'è gente dietro di me che dorme, forse hanno mangiato troppo. Questo è il loro profilo, va bene, continuano a dormire". Almeno fino alla prossima partita, Mou ha emesso la sua sentenza.
BIRRA ALLO SPINA
Estratto dell’articolo di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
Nella Roma più bella dell’anno c’è il romanista più atteso da un anno, Leonardo Spinazzola. Un giocatore che avevamo dato per disperso non una e nemmeno due, bensì tre volte. Grazie al cielo (azzurro), la determinazione e la pazienza - sue - hanno prevalso sulle diffidenze e sui tanti, troppi timori a lui esterni. Già contro il Verona un’ipotesi di Lazzaro aveva dato segnali incoraggianti, pur se tra mille, inevitabili interrogativi: terrà botta stavolta?, tornerà quello della prima fase dell’Europeo?, l’Inarrestabile?, Spina nel fianco degli avversari?, riavremo finalmente uno Spinazzola definitivo? La partita con il Salisburgo ci ha riconsegnato il “tuttafascia” d’antàn, Leo a tutta birra, intraprendente, coraggioso, sicuro di sé, ripetutamente al servizio degli attaccanti e delle parentesi di respiro della squadra.
Sono partito da Spina anche perché avevo voglia di togliermi qualche spina, una in particolare: nel preciso momento in cui si è alzata la qualità degli esterni (molto bene anche Zalewski) la Roma ha trovato una notevole espressione di gioco. Per caratteristiche individuali, la squadra di Mou non può giocare a campo aperto: ha bisogno di tenere basse difesa e mediana e sfruttare il movimento, le verticalizzazioni sulle fasce: quando queste funzionano, si ottiene un’altra Roma. Più alta, piacevole e armonica.
Il progresso in tal senso è stato evidente e favorito dalla precisione dei passaggi e da fasi di buon pressing. Segnalabile l’abilità nel non far ripartire gli austriaci: qui si sono distinti in particolare Matic, lucido e presente per tutta la gara, Cristante e Smalling.
(...)
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