DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera
Ha vinto la squadra che ha fatto un gol, quella che gioca più insieme, ma potevano vincere gli altri e sarebbe stata la stessa cosa. È stato buon calcio moderno, cioè veloce e fisico, con il possesso palla ridotto alla gestione del gioco, per il resto solo tocchi di prima e tanta ricerca di spazi. Hanno vinto i tedeschi perché più forti proprio fisicamente.
Coman è un'ala di un metro e ottanta e dribbla come un ragazzo di quindici anni. Il Bayern ha più studiato la partita come giusto che sia quando hai per attaccanti avversari Di Maria, Neymar e Mbappé. Il Psg a centrocampo ha solo fantastici interditori (Marquinhos), tuttocampisti come Herrera e menti agili come Paredes, ma non grande personalità. Per essere meglio degli avversari la palla deve andare avanti. Evitare questo e ribaltare le idee è la cosa che il Bayern sa far meglio.
Ha un tasso di qualità altissimo, sono tutti fantasisti, anche i difensori, da Kimmich, ad Alaba, a Davies. È difficile che il Bayern possa perdere una partita oggi in Europa perché è una sola scatola dove dentro corrono le migliori idee e la migliori capacità di controllarle. Il Psg aveva il potere dei suoi solisti, non in forma stasera per la qualità degli avversari che non hanno mai dato a nessuno spazi aperti. Questo ha diviso in due il Psg contro una nuvola tedesca che avvolgeva continuamente il campo e lo spostava secondo bisogno. Il punteggio è minimo, come indecifrabile è sempre la storia finale del calcio.
Meglio cercare spazio sfondando o meglio cercare lo stesso spazio alle spalle degli avversari? Non l'ha capito nemmeno la teoria militare che all'inizio del Seicento cancellò la cavalleria per scoprire la difesa degli uomini a piedi, come aveva fatto Tebe duemila anni prima. Resta così il gol di Coman e una partita che ci ricorda come sa essere il grande calcio anche quando è esausto.
Nessun errore sui fondamentali del gioco, un continuo capovolgersi del fronte di attacco, colpi di tecnica e di tattica pura. Cose quasi dimenticate. Finisce in un buon modo la stagione più lunga di sempre. Non sappiamo cosa sarà della prossima, ma nelle sue tante curve, questa ci ha insegnato molto.
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