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BENFICA A CATTIVO GIOCO – STASERA LA JUVE INCONTRA LA SQUADRA DI LISBONA, IN UNA PARTITA CHE POTREBBE ESSERE FONDAMENTALE PER SUPERARE IL TURNO – GLI UOMINI DI ALLEGRI DOVRANNO SCROLLARSI DI DOSSO LE CRITICHE PER LA SCONFITTA CONTRO IL PSG E PER IL PARI CON LA SALERNITANA. MA DAVANTI HANNO UN OSSO DURISSIMO: I PORTOGHESI SONO PARTITI A RAZZO, CON 11 VITTORIE SU 11 TRA CAMPIONATO E COPPA…
Gianluca Oddenino per La Stampa
Non sarà uno spareggio, visto che è solo la seconda giornata del girone di Champions, ma poco ci manca. La Juventus sa che non può sbagliare stasera allo Stadium contro il Benfica dopo aver perso a Parigi e aver visto i portoghesi battere il Maccabi Haifa. Per centrare l’obiettivo dei 10 punti, fissato da Allegri prima di sfidare il Psg, allora i bianconeri non possono permettersi passi falsi nel debutto casalingo.
«Dobbiamo vincere e basta - taglia corto Danilo nel suo ruolo di senatore juventino -: a questo livello è difficile recuperare e non possiamo aspettare per imparare». Parole sagge, che non nascondono le attuali difficoltà della Juventus («Dobbiamo migliorare e crescere mentalmente») e i rischi di una sfida contro una squadra che ha vinto 11 partite su 11 tra campionato e coppa.
«Loro sono molto forti, ma questa non è una partita decisiva», prova a dribblare Massimiliano Allegri sentendo salire la pressione attorno alla sua squadra, anche se era stato lui stesso a caricare questa sfida di particolari significati già a Firenze. Evidentemente serve equilibrio anche nelle parole e così il tecnico juventino predica calma e fiducia. «Per ottenere un risultato dovremo fare una prestazione da squadra, come compattezza, e dovremo stare dentro la partita senza amnesie: in Europa paghi tutto a caro prezzo».
Non è questione di inflazione, ma di un’abitudine da cambiare per una Juve che ha vinto solo 2 partite su 7, collezionando spesso brutte prestazioni e soprattutto difettando di continuità. «Proveranno a dare una grande risposta perché loro sono una squadra fortissima con ottimi giocatori», dice l’ex interista Joao Mario. «Non tutte le partite le puoi vincere 3-0 - spiega Allegri -, ma non dobbiamo strafare e dobbiamo fare cose semplici». Forse anche per questo si vedrà una Juve “basic” con il 3-5-2 dettato da esigenze tattiche e dalla lista degli infortunati.
I bianconeri recuperano Di Maria, salvo sorprese l’ex Benfica verrà utilizzato nella ripresa, mentre sono fuori uso Rabiot, Locatelli e Alex Sandro. Così Danilo torna nella difesa a tre con Bremer e Bonucci, mentre Cuadrado e Kostic agiranno sulle fasce per innescare la coppia Vlahovic-Milik. «Dusan è tra i più forti giovani attaccanti con Haaland e Mbappé», lo carica e lo coccola Allegri allo stesso tempo, chiedendogli un gol in Champions dopo i 4 segnati allo Stadium in campionato. In pratica sarà (quasi) la stessa Juve che ha sfidato il Psg e stasera serve una prova ai limiti della perfezione per tornare a vincere.
«I ragazzi non devono andare in stato d'ansia perché le gare sono lunghe e quando non riesci a fare gol, allora è meglio non subirlo: difendere non è una vergogna», sintetizza Allegri. Un atteggiamento che tornerà utile contro un Benfica che ha già segnato 28 reti, subendone appena 5. «Voglio una squadra che attacca - sottolinea il tecnico tedesco Roger Schmidt -, una squadra che sia offensiva per tutta la partita. Vogliamo dimostrare di essere all'altezza».
I portoghesi allo Stadium hanno perso la finale dell’Europa League 2014 dopo aver eliminato la Juve di Conte in semifinale (2-1 a Lisbona e 0-0 a Torino), mentre nel 1993 vennero sconfitti 3-0 nel ritorno dei quarti di Coppa Uefa (poi vinta dai bianconeri) dopo il 2-0 in Portogallo e nel 1968 Eusebio diede spettacolo nella semifinale di Coppa Campioni (0-1 al Comunale e 2-0 nel vecchio Da Luz). La storia è ricca di precedenti, ma ora conta il presente per costruire un futuro più sereno, anche a livello economico dopo il passivo da 250 milioni di euro nell’ultimo bilancio.
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