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BLATTER SCARICA IL COMPARE PLATINI - “I MONDIALI DEL 2022 LI AVREI DATI AGLI STATI UNITI. FURONO LA SPAGNA E IL VOLTAFACCIA DI PLATINI, D’ACCORDO CON SARKOZY A SPOSTARLI IN QATAR" - LE MINACCE DEGLI SPONSOR AMERICANI

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Enrico Sisti per “la Repubblica”

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All’intervista, il vampiro del calcio arriva malmesso, racconta il Wall Street Journal, improvvisamente logoro, incerottato sulla guancia destra, come se avesse cominciato ad invecchiare soltanto da pochi giorni ma a rotta di collo, e ovviamente a squalifica ottenuta: «La colpa è anche di chi ha bluffato».

 

Sepp Blatter accusa i poteri forti, persino più forti della Fifa, che pure sotto di lui aveva un fatturato che superava i sei miliardi di euro l’anno: «Andate a chiedere agli sponsor americani, ci hanno minacciato, volevano lasciarci per ragioni etiche, io dissi andate pure, arriverà qualcun altro, ma nessuno si è mosso».

 

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La condanna ricevuta, secondo lui, non ha alcun senso: «Col calcio ho chiuso». Come non hanno senso le accuse di “bribery” rivolte al suo organismo, si potrebbe dire vivente, quando era palese, secondo il Blatter neutralizzato, che a decidere l’assegnazione dei paesi ospitanti erano i governi stessi, «era la politica», erano le macchinazioni cui la stessa Fifa doveva piegarsi: «Io avrei dato i Mondiali 2022 agli Stati Uniti, furono la Spagna e il voltafaccia di Platini, d’accordo con Sarkozy (parliamo del 2010, ndr) a spostarli in Qatar».

 

Rivelazioni un po’ tardive. Il Blatter che si “piegava” ai voleri altrui, nel dicembre del 2010, era reduce da un’impresa epica: aveva appena raso al suolo l’economia del Sudafrica costringendo i cittadini di quel paese a pagare tasse aggiuntive per cinque anni a causa di un mancato pagamento, mentre suo nipote Philippe estorceva denaro agli albergatori pretendendo quasi il 50% dei loro ricavi: «Per loro era bassa stagione», si giustificarono peggiorando la situazione.

 

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E fecero anche arrestare 20 ragazze colpevoli di aver fatto pubblicità, per le strade di Johannesburg, a una birra concorrente a quella “ufficiale”. Aveva ragione sua figlia Corinne: «Quando smetterà capiremo quanto valeva». Appunto.

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