DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Antonio Riello per Dagospia
Le grandi metropoli occidentali costantemente assediate dalla povertà globale. Le politiche fiscali più avide e occhiute che mai. I movimenti (ossia le vacanze) rese spesso fastidiose da nuove incomprensibili politiche sovraniste. Tutti elementi che rendono i territori abitualmente colonizzati dai "ricchi" (quelli veri, quelli che la crisi non l'hanno proprio sentita o addirittura ne hanno saputo fare una redditizia opportunità) sempre più faticosamente angusti.
Bisogna trovare dei rifugi sicuri. Quasi fosse una "migrazione" legata, questa volta, alla ricchezza. La verità è che non si sa più bene dove andare: Londra e Parigi si sono ristrette oramai a pochi quartieri rassicuranti, Ibiza e Hydra funzionano bene solo d'Estate, il sud della Francia sta diventando pericoloso e noioso. Rimangono alla fine poche praticabili alternative. Manhattan? benino ma stressante. Miami ? sopportabile solo per il tempo di Basel Miami Art Fair in Dicembre. Il Sud America? Forse non male, ma complicato e rischioso se non hai già lì una solida base. La più sicura e rassicurante rimane la vecchia Engadina. Siamo in Svizzera, ma siamo lontani sia dalla provinciale Lugano, enclave di fuoriusciti italiani (anche un po' patetica talvolta) sia dalla severa, grigia e calvinista Zurigo.
La Natura è davvero imponente e questo è una destinazione che "tiene bene" sia l'Estate che l'Inverno. Godereccia al punto giusto. Quasi tutti hanno già delle belle case in zona e chi non ha questa fortuna viene gloriosamente ospitato da qualche amico. Centri termali superlativi e hotel confortevoli all'occorrenza non mancano. Ma oggi questa valle sa soprattutto interpretare alla perfezione l'idea di "Genuine Luxe", cioè la frontiera di un lusso "bio", quasi rustico, affamato di materiali e cibi incontaminati. C'è un acclamato macellaio che alleva i suoi Angus a oltre duemila metri di altitudine e che propone squisiti tagli di carne con la stessa enfasi (e lo stesso prezzo) di un reputato gioielliere. Una sorta di minimal-natural-chic di impronta montanara: una volta l'abitante della montagna era, per antica consuetudine, considerato una creatura grezza oggi invece è assolutamente "trendissimo".
Su questo particolare scenario alpino si sta ovviamente spostando da qualche anno l'interesse del mercato dell'Arte. La ricchezza solida e cospicua qui è una faccenda già ben assestata da decenni. Il famoso e proibitivo (nel senso del costo) "Dracula Club" fondato negli anni sessanta da Günther Sachs è ancora in perfetta forma e il rampollo di Sachs, Rolf, è uno dei collezionisti d'arte oggi più in vista.
Dal 25 Agosto al 2 Settembre 2018 si sta tenendo a Sank Moritz la manifestazione "Art Master - A new Legacy for Future" dislocata in dieci siti (grand hotel tipo Kempinsky o Suvretta, negozi e spazi esclusivi). Fatte salve le sempre magnifiche opere di Alighiero Boetti il resto che si vede dà l'impressione di non essere particolarmente incisivo: sostanzialmente prodotti commerciali furbi, pregiati ed eleganti. Ma niente di più, ad essere onesti.
Gallerie interessanti in città ce ne sono comunque, basta pensare a Karsten Greve Vito Schnabel (il proprietario è un noto playboy figlio dell' artista-regista Julian Schnabel) o Robilant&Voena (che appunto, per l'occasione, ha presentato Boetti).
Tutti sembrano aspettarsi qualcosa di più dalla prossima e attesissima nuova fiera d'Arte, "Sommet", che si terrà nel Febbraio 2019 al Palace di Maloja diretta da Magnus Renfrew e fondata da un personaggio che di fiere di Arte Contemporanea se ne intende davvero parecchio: Will Ramsay.
Ma la parte che vede concentrarsi sempre più l'interesse dei mercanti e dei galleristi è la cosiddetta l'Engadina Alta, quella che da Celerina va verso Nord-Est e arriva fino a Scuol, vicino al confine austriaco. La parte forse meno mondana e meno nota, certamente quella più verace e riservata ai connoisseurs e habitué.
In Febbraio, presso la Chesa Planta di Samedan (dove c'è l'unico aeroporto del Cantone dei Grigioni), si è tenuta Nomad, ideata da Giorgio Pace e Nicolas Bellavance-Lecompte. Una fiera tutta dedicata al Design, nel senso più ampio del termine e con frequenti confinamenti nei territori dell'Arte Contemporanea vera e propria. Molta qualità, poche gallerie (sceltissime) e visitatori solo su invito.
Risalendo la valle, a Madulain, c'è il nuovo notevole spazio di Chasper Schmidlin e Gian Tumasch Appenzeller, "Stalla Madulain". Una galleria ricavata in un fienile tradizionale grigionese che ha in mostra in questi giorni opere di Robert Käppeli.
A Zuoz ha aperto anche Monica De Cardenas, storica galleria milanese. Ma a Zuoz la vera star è la Galerie Tschudi che è arrivata come una pioniera già parecchi anni fa. La mostra che presenta Reflection about Reflection sviluppata all'interno di un enorme spazio a quattro piani è magnifica e si declina all'interno di un concettualismo che riesce ad avere addirittura un suo certo calore. Perfino gli interventi di Carl Andre sembrano un po' meno spietatamente minimali del solito. L'installazione di Kimsooja (un pavimento che riflette la complessa struttura dell'edificio) non si scorda facilmente. Bethan Huws gioca con gli scola-bottiglia di Duchamp con elegante distacco. Sempre in paese troviamo l'Hotel Castel di proprietà di una dinastia di collezionisti, i Bechtler, che hanno tra i loro molti trofei in mostra anche James Turrell e Pipilotti Rist.
A Schanf c'è la Galleria Von Bartha con Boris Rebetez e Villa Flor con Chung Eun-Mo. Ad Ardez la Fondazione Not Vital. Vital che è sicuramente l'artista engadinese di maggior spessore e risonanza internazionale (ed è pure un collezionista che va da Goya a Wharol !). A Tarasp hanno aperto la Fondazione "Chastè de Tarasp" che ha in mostra, tra gli altri, Cady Noland e Keith Hering. La celebre Galleria Sperone dopo Torino, Roma e New York è alla fine approdata anche lei quassù in un paesino minuscolo che si chiama Sent. E nell'aria ci sono altri importanti progetti incipienti. Personaggi del Gotha dell'Arte, come Hans Ulrich Obrist, si intravedono facilmente in passeggiata da queste parti.
Tutti questi spazi rifiutano in qualche modo l'idea classica della "scatola bianca" (cioè di uno spazio interno neutro e polivalente) reclamano invece la forza dei materiali locali, la pietra e il legno. Il contesto architettonico tipicamente locale sembra non solo non disturbare le opere ma addirittura in qualche modo rinforzarle.
Alla fin fine il genius loci sembra non mentire mai.
Bisogna ben ricordare d'altra parte che Alberto Giacometti era nato e cresciuto in Val Bregaglia, proprio a pochi kilometri da Maloja.
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