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Marco Juric per repubblica.it - Estratti
Funziona così da un quarto di secolo. Se a Trigoria c’è un problema, bisogna chiamare Vito. Ci pensa lui, Vito Scala. Ed è successo anche stavolta. Prima che esplodesse il sexgate giallorosso, lo storico preparatore atletico di Francesco Totti era sceso di nuovo in campo per provare a gestire la vicenda poi deflagrata oltre le mura del centro sportivo della Roma. E dire che Scala ci aveva provato. Aveva tentato di trovare una soluzione che accontentasse tutti, evitando un’esposizione mediatica indesiderata. Poi è arrivata la richiesta di risarcimento da 310 mila euro. E il “no” della società. A quel punto Scala si è dovuto far da parte.
Ufficialmente club manager con responsabilità per la logistica e dirigente accompagnatore degli arbitri allo Stadio Olimpico, Scala nella realtà è molto altro. Risolutore di problemi, amico e consulente di Totti. Entra nella Roma nel 1989 come preparatore atletico delle squadre giovanili. Il primo incontro con l’ex capitano nel 1996, quando Scala ha l’occasione di poter lavorare con la prima squadra. Totti è il talento da coltivare, Vito Scala un giovane professionista in rampa di lancio. Tra i due nasce «un’amicizia coltivata e scoperta ogni giorno sul campo», come scritto da Totti nell’autobiografia. Nel 1999 diventa il suo preparatore atletico personale. La popolarità cresce, il “Pupone” diventa capitano e bandiera della Roma.
(...) Per 20 anni, il preparatore è il muro che protegge Totti dal resto del mondo. Ma l’amicizia si vede anche nei momenti di difficoltà.
(...) Vito Scala è il braccio destro perfetto. Con un’agenda telefonica sconfinata, dal mondo politico a quello che governa gli interessi della città dietro le quinte. Da qui la nomea di “risolutore”, che si è portato dietro anche dopo l’addio di Totti alla Roma.
Cura e discrezione che ha provato a mettere in campo per la dipendente vittima di revenge porn e il suo compagno. Venuto a conoscenza del fatto, il mediatore si era mosso cercando una soluzione. Il 4 ottobre scorso, due anni dopo il furto del video dallo smartphone della donna, aveva convocato le parti: la coppia e il giovane atleta, costretto ad ammettere il misfatto.
A quel punto Vito si è ripreso la Roma sulle spalle, un po’ come faceva con Totti, suggerendo un compromesso economico con il club e un’assunzione-ponte in altre aziende per i due fidanzati. Ma la lettera di licenziamento del 9 novembre — mentre lo stesso Scala era a Praga, ignaro della decisione — e la mancata sanzione per il giocatore hanno fatto crollare tutto. Ora la palla è passata agli avvocati, quello della coppia e Lorenzo Vitali, capo dell’area legale del club, sentito ieri in procura federale. Si parla di soldi, di richieste di risarcimento che potrebbero salire ancora. Con Vito Scala costretto a defilarsi.
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