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Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Massimiliano Allegri lo ha detto dopo la prima di campionato contro la Fiorentina, risolta da Higuain 9 minuti dopo il suo ingresso, ma nessuno gli ha davvero creduto: «Higuain e Mandzukic? Si alterneranno». Lo ha ripetuto dopo la sconfitta contro l' Inter, in cui il Pipita è entrato dopo 74 minuti (perché così tardi?), e anche in questo caso rischia di non essere preso sul serio: «Hanno giocato i migliori. Pensavo di fare una gara fisica e Higuain mi serviva a partita in corso. Se lascio fuori Mandzukic la prossima volta mi chiederanno perché ho lasciato fuori lui...».
Questa sembra l' unica eventualità da escludere: al massimo sarà il croato a chiedere conto all' allenatore del proprio minutaggio. Per il resto, i 36 gol dell' ultimo campionato e soprattutto i 94 milioni spesi per avere il bomber argentino rendono le gerarchie nell' attacco bianconero - almeno fuori dalla Juve - molto chiare.
E così quando Allegri sottolinea che «Gonzalo veniva da due-tre partite da titolare» rischia di convincere ancora meno. Sia perché l' argentino durante la sosta non è andato con la Nazionale ma è rimasto a Vinovo ad affinare la preparazione. Sia perché il turnover, prima ancora di trovare una nuova formazione base, rischia di essere controproducente.
Se Mandzukic è un ottimo attaccante che ha già fatto un anno di Juve da titolare indiscusso e fa un lavoro di pressing differente dal collega, storicamente anche Higuain non ha mai gradito la panchina e quando ha capito che il titolare del Real era Benzema ha pensato bene di fare un passo indietro e ripartire dal Napoli: per rendere al meglio, l' argentino ha bisogno di essere al centro della squadra e il ruolo di salvatore della patria dalla panchina non è certo il suo preferito.
Certo se tutto si riduce a un referendum su Higuain, per lo stesso Allegri diventa tutto più semplice: gli basta far giocare Gonzalo e ogni tanto dare un contentino a Mandzukic. In realtà anche contro il Siviglia, partita nella quale Higuain era titolare e ha stampato sulla traversa l' unica palla gol decente, la Juventus ha mostrato alcuni limiti, poi ribaditi contro l' Inter. Accentuati dall' assenza del Pipita d' oro e dalla presenza dell' altro grande arrivo dell' estate, Miralem Pjanic, al debutto nel ruolo di regista. In cui non sembra troppo a suo agio.
Fin qui Allegri non ha escluso né il cambio di modulo né di poter giocare con le due punte «pesanti» Higuain e Mandzukic. Fatto sta che dopo il mercato estivo, così sostanzioso da far dimenticare la cessione di Pogba, i bianconeri sono sempre «corti» di mediani a centrocampo, almeno fino al rientro di Marchisio e di Sturaro.
Se poi nella porta di Buffon sono già arrivati 3 gol su 4 da calcio d' angolo (l' anno scorso in tutto il campionato furono 2) va anche considerata quella presunzione di fondo per la quale gli juventini si sono già «autodenunciati». È quasi come se la Juve si aspettasse sempre e comunque - prima o poi - di segnare e vincere, perché tutti attorno di lei pensano che sarà così. Un atteggiamento da cambiare in fretta anche grazie a schiaffi come quello di San Siro. Con o senza Pipita.
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