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Lorenzo Nicolao per corriere.it - Estratti
Gli scudetti, la serie B, il ritorno al Parma, il trionfo al Mondiale 2006. Gianluigi Buffon ha parlato della sua lunga e vincente carriera ai microfoni del podcast Bstm, ma è sulla ludopatia che l’ex portiere 46enne di Nazionale, Juventus e Parma ha voluto far sentire maggiormente la sua voce.
A qualche mese dal caso scommesse che ha travolto Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, l’attuale capo delegazione della Nazionale si è soffermato sulle ombre che lo hanno accompagnato per alcuni anni, ma non le manda a dire rispetto all’atteggiamento di molti commentatori che gli hanno fatto vivere uno dei momenti più duri della sua carriera.
«Ci sono stati anni in cui mi sono sentito offeso e deluso, anche se ho cercato di non darlo a vedere. In Italia quando si parla di scommesse tutti diventano bacchettoni, ma poi ti accorgi che il 95% delle persone in questo Paese compra il gratta e vinci o gioca la schedina nella speranza di diventare ricco. Non condanno quelle dinamiche, ci sono passato e penso che il gioco sia una parte importante della vita. Non vedo nulla di male se uno ogni tanto sogna con una scommessa di diventare il nuovo re dell’Oman».
Sbagliato criminalizzare
A distanza di anni Buffon ancora non si spiega perché nel suo caso gli vennero mosse tante accuse: «Quando si parlava di ludopatia non capivo. Secondo me dipende da quanto tempo dedichi al gioco. Le dinamiche sono le stesse della tombola, ma se ci passi oltre sette-otto ore al giorno è chiaro che sia un problema. Ovviamente esistono delle regole.
Se un calciatore punta nel calcio è giusto che poi venga punito, ma se punta su altro ed è nella legalità trovo assurdo si venga presi di mira in quel modo. Conta su cosa scommetti, non sul quanto. Non mi piacciono i bacchettoni che emettono sentenze con superficialità, senza sapere quali siano le motivazioni. Ci sono passato anche io e sono stato infangato senza aver commesso nulla: quando le cose si chiariscono, spesso ci si dimentica di spiegare e si lasciano le persone con un’etichetta addosso. Lo trovo profondamente sbagliato».
Buffon fa riferimento alla sua vicenda, nella quale ha detto più volte che nessuno si è disturbato «nel chiedergli scusa, dopo che tutti si erano prontamente mossi nell’accuse». Nel maggio 2006, a ridosso di Calciopoli, risultò tra gli indagati in un giro di scommesse clandestine, circostanza che avrebbe potuto comportare una squalifica. Dichiaratosi estraneo ai fatti, nel dicembre dello stesso anno, dopo ulteriori indagini fu prosciolto dalle accuse. Nel 2012 emerse che una tabaccheria di Parma aveva ricevuto dal giocatore, tra gennaio e settembre 2010, scommesse per 1,5 milioni staccati in 14 assegni. La Guardia di Finanza di Torino sembra aver valutato la legalità delle giocate, ma Buffon non fu mai formalmente indagato.
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gigi buffon e i cori prima di italia inghilterragigi buffon e i cori prima di italia inghilterra gialuigi buffon NICOLO Zaniolo e SANDRO Tonali accompagnati da Buffon all'interrogatorio. BUFFON FAGIOLIbuffon zaniolo tonali
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