RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Alessandro Bocci per il Corriere della Sera - Estratti
GIGI BUFFON E LUCIANO SPALLETTI
Gabriele Gravina resta al suo posto in attesa delle elezioni, Luciano Spalletti nella speranza di cancellare questo mese senza senso. Gigi Buffon, invece, medita di fare un passo indietro.
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Stavolta la sua Italia lo ha deluso. Profondamente. Bastava guardarlo in faccia quando è transitato nella zona mista dopo la sconfitta, o seduto in prima fila, silenzioso e con la faccia stravolta, la mattina dopo a Casa Azzurri, durante la conferenza di Gravina e Spalletti, per capire il tormento del giocatore con più presenze.
La Federcalcio vorrebbe riconfermarlo e nei prossimi giorni il presidente lo convocherà in Via Allegri per parlare del futuro. Potrebbe partecipare anche Spalletti perché Buffon la riflessione vorrebbe allargarla anche al c.t. per capire, insieme, cosa non ha funzionato e come eventualmente ripartire. Tutti devono mettersi in discussione e Buffon è pronto a farlo. Anche a lasciare la maglia azzurra. Dipenderà da cosa gli dirà Gravina e anche dalle parole del c.t.
Non sono giorni semplici, questi. Per nessuno dei protagonisti dell’avventura in Germania. La lunga estate calda di Spalletti servirà all’allenatore per capire come ripartire dopo una bastonata così. A cominciare dal ruolo di Buffon, che forse dovrebbe entrare di più nelle cose. Il confronto sarà utile anche per analizzare nel dettaglio cosa è andato storto.
Come è possibile che l’Italia si sia arresa alla Svizzera senza combattere, vincere un contrasto, fare un tiro in porta, riuscire a mettere insieme due passaggi di fila. È necessaria una specie di resa dei conti, dirsi tutto adesso per ricominciare più liberi e convinti a settembre, quando sulla strada degli azzurri ci sarà subito la Francia di Mbappé allo Stade de France, un ostacolo che per la piccola Italia è una montagna durissima da scalare.
Sarà analizzata la preparazione fisica, visto che la squadra, tranne il primo tempo con l’Albania, l’unico fatto per bene, è sempre sembrata in sofferenza. Ma anche e soprattutto il rapporto con il gruppo. Spalletti è deluso dalla squadra e si sente tradito. Ma anche la squadra non ha capito l’allenatore. Il feeling non è mai scattato.
GIGI BUFFON E LUCIANO SPALLETTI
Chi è stato dentro il ritiro azzurro racconta un clima piuttosto pesante, poco divertimento e troppa tattica. I giocatori in campo erano preoccupati di rispettare le consegne. La sensazione è che il progetto tattico dell’allenatore fosse troppo ambizioso per trasmetterlo al gruppo in appena dieci giorni (scarsi) di preparazione e i discorsi sulla responsabilità che comporta vestire l’azzurro, uno dei cavalli di battaglia del c.t., si sono rivelati un boomerang.
La squadra si è caricata di una eccessiva pressione negativa, che l’ha schiantata. Tre anni fa con Mancini dominava la leggerezza. Stavolta bastava guardare le facce dei giocatori quando scendevano dal pullman per capire cosa sarebbe successo e le parole di Xhaka, leader della Svizzera che ci ha umiliato, lo hanno confermato.
Italia stanca, impaurita, tesa e confusa. «Ho sbagliato», ha ammesso Spalletti. L’allenatore è di valore e lo ha dimostrato a Napoli (e anche prima). La Nazionale, però, è un’altra cosa. Il tempo è poco e le condizioni sono difficili. Si ripartirà dai giovani, ma senza esagerare: la Nations League, per come siamo messi, è un banco di prova. Un esame per tutti. Soprattutto per l’allenatore.
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