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Giovanni Albanese per gazzetta.it
È Vlahovic-mania allo Stadium, nella serata di Juventus-Verona. Centinaia i tifosi che si mostrano sui social con la nuova maglia numero sette del centravanti serbo, che catalizza inevitabilmente l’attenzione delle telecamere. Cori e applausi per lui già nel corso del riscaldamento, quando calcia verso la porta con notevole cattiveria agonistica: il pubblico apprezza, si scalda.
Il duello con Gunter si accende da subito, e il difensore scaligero riesce ad avere la meglio sulle prime battute. La prima conclusione del match è comunque del nuovo centravanti juventino: giunge dopo sette minuti, Montipò respinge il suo mancino ma la Sud apprezza e lo acclama. Tre minuti più tardi il numero sette protesta per una trattenuta del suo marcatore a pochi metri dall’area di rigore:
Dybala prova a mediare nel diverbio a distanza tra lui e il signor Massimi. Vlahovic fa esplodere lo Stadium al tredicesimo, con la sua prima marcatura in maglia bianconera. Azione in verticale basica ed efficace: rinvio di Szczesny in zona centrale per il serbo, che di testa prova ad allungare la manovra lateralmente, Dybala raccoglie una respinta corta e serve ancora il compagno nello spazio: tocco sotto a scavalcare il portiere in uscita e giù in scivolata per esultare al gol insieme ai nuovi compagni, e con un accenno di “Dybala-mask” rivolto al dieci. Mentre i tifosi intonano per lui: “Siam venuti fin qua per vedere segnare Dusan”.
Con il neo acquisto, la Juve ha un riferimento fisso dentro l’area di rigore avversaria. La retroguardia dell’Hellas deve lottare - e non poco - per limitarlo: tra i minuti ventisei e ventotto ci sono dei contatti sospetti, Vlahovic chiede fallo da rigore e i tifosi dagli spalti sono tutti con lui, Massimi lascia correre in entrambi i casi. Minuto trentotto: Dybala apre per Morata a sinistra, Dusan chiude la triangolazione giungendo al tiro ma stavolta non è preciso: palla a lato.
Nella ripresa, al cinquantatreesimo, una giocata tutta “nuova”: con la verticalizzazione di Zakaria per il serbo, che prova (senza efficacia) a servire Dybala di tacco: l’azione non si concretizza ma i tifosi applaudono ancora, divertiti, ancora inconsapevoli che si tratti delle prove generali per il raddoppio.
Al sessantunesimo, il centravanti distrae la difesa scaligera stazionando sulla sinistra e libera il campo per l’inserimento sulla destra del centrocampista svizzero, a rete pure lui al debutto in maglia bianconera. Non è finita: l’ingresso in campo di Cuadrado gli offre un altro bel cross in area, che però non riesce ad agganciare. Dunque, sul finale, tenta di mettersi in proprio, ma questa volta Montipò fa buona guardia. Si guadagna ancora una punizione e un calcio d’angolo in pieno recupero, la gara di Vlahovic si chiude con quarantatré palloni toccati: quattro tiri in porta (di cui uno fuori) e un gol. E tanto entusiasmo.
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