
DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE…
CALCIO DOTTO - "STREGATO DA LAMINE YAMAL CHE, TRA BARCELLONA E SAN SIRO, CI HA COSTRETTO A MORMORARE LA STESSA SCETTICA PREGHIERA, “NO, NON È POSSIBILE!” - OGNI SINGOLO GESTO TRASFORMATO IN QUALCOSA DI ALATO. DICEVI: QUESTO È UNO PRESUNTUOSO MARCIO, SI CREDE MESSI, SI CREDE PELÈ. E, UN SECONDO DOPO ERA MESSI, ERA PELÈ - ONORE ALL’INTER DI AVER SAPUTO CAVARE DAL SUO SOTTOSUOLO, LA CERTEZZA DELLA SUA INFERIORITÀ, ENERGIE LUCIFERINE, A PARTIRE DA QUEL FUMETTO INVEROSIMILE DI SIMONCINO INZAGHI, VERO SOLDATO DELLA MODESTIA IN VESTE EROICA" – LA BORDATA ALLO ZIO BERGOMI “CHE SI LASCIA STAVOLTA TRASCINARE NELLA GAZZARRA AIZZATA DALLO SGUAIATO COMPARE” (CARESSA) - VIDEO
Giancarlo Dotto per Dagospia
Stregato da Lamine Yamal. Il ragazzo che, in tre ore e mezza tra Barcellona e San Siro, ci ha costretto a mormorare non so quante volte la stessa scettica preghiera, “No, non è possibile…”, come nemmeno in tutta una vita spesa a vedere calcio. A non credere ai propri occhi. “Davvero lo vuole fare?”. “Davvero l’ha fatto?”.
Ogni benedetto, singolo gesto, a cominciare dalla situazione più banale, dalla terra più terra, trasformato in qualcosa di alato, nel tocco, nell’invenzione, nell’attraversamento dei corpi e dello spazio, nella capacità di rubare il tempo, nell’assist al compagno e nel tiro, nell’improvviso, nel lampo. “Davvero l’ha fatto?”. Davvero l’aveva fatto.
Dicevi: questo ragazzo è uno presuntuoso marcio, si crede Messi, si crede Pelè. E, un secondo dopo era Messi, era Pelè. I compagni che lo cercano, il diciassettenne mesciato di biondo, come si cerca la mamma quando hai perso la strada di casa.
Nella guerra mai così netta, evidente, misurabile tra bellezza e testosterone, tra la grazia di chi può e la disperazione di chi vuole
(onore all’Inter di aver saputo cavare dal suo sottosuolo, la certezza della sua inferiorità, energie luciferine, a partire da quel fumetto inverosimile di Simoncino che, non avendo nulla altro da dare a due secondi dalla fine, si è dato una polmonite sicura, immolandosi nella tempesta, lasciandosi inzuppare nelle ossa, il messaggio in mondovisione:
“Eccomi, pronto a morire per tutti voi!”, da vero soldato della modestia in veste eroica.
Peccato solo per tanta epica guastata dal racconto. Lo zio Bergomi, finalmente destatosi da millenni di torpore, ma almeno fondamentale contraltare dello sguaiato compare, che si lascia stavolta trascinare nella gazzarra da picchiatore fonematico aizzata dall’altro (Dio mio, perché invece di sprecare il tuo tempo per cose futili non inventi un’accademia per rendere sopportabili le voci umane?!).
Ignorando che, se avevi due cartucce liriche da sparare ieri sera a San Siro, erano tutte e solo per quel ragazzo mesciato di biondo. Che adesso stava piangendo. Inconsolabile...
yamal
lamine yamal
lamine yamal
simone inzaghi inter barcellona
beppe bergomi fabio caressa
simone inzaghi
simone inzaghi inter barcellona
lamine yamal
roberto d agostino giancarlo dotto foto di bacco
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