raffaele ventura

SI RIAPRE LA POLEMICA SULLA "DOTTRINA MITTERRAND" DOPO CHE E’ STATA DICHIARATA ESTINTA LA PENA PER L'EX TERRORISTA ROSSO RAFFAELE VENTURA, ORA IN FRANCIA, CHE POTRÀ TORNARE IMPUNEMENTE IN ITALIA – IL 75ENNE EX MILITANTE DELLE FORMAZIONI COMUNISTE COMBATTENTI FU CONDANNATO PER L'OMICIDIO DEL VICEBRIGADIERE ANTONIO CUSTRA AVVENUTO A MILANO NEL 1977. NEL 2021 L'ESTRADIZIONE FU BLOCCATA DAI GIUDICI FRANCESI – L’ACCOGLIENZA OFFERTA DALLA FRANCIA A TANTI EX MILITANTI DELLA LOTTA ARMATA ITALIANI ALLA FINE DEGLI ANNI DI PIOMBO…

1 - LIBERO L’EX TERRORISTA ROSSO VENTURA PENA ESTINTA SENZA AVERLA SCONTATA

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Raffaele Ventura

È una decisione della giustizia italiana fondata su ragioni tecniche e non politiche, ma destinata forse a riaprire le polemiche sulla «dottrina Mitterrand» e l’accoglienza offerta dalla Francia a tanti ex militanti della lotta armata italiani alla fine degli anni di piombo.

 

Raffaele Ventura, 75 anni, dal 1981 in Francia e dal 1986 cittadino francese, condannato per concorso morale nell’omicidio del vice brigadiere Antonio Custra nel 1977 a Milano, ha visto ieri la sua pena estinguersi, senza averla mai scontata grazie all’ospitalità concessa dalla Francia.

 

La Corte d’Assise d’appello di Milano ha pronunciato l’estinzione su richiesta dell’avvocato Davide Steccanella, col parere favorevole della Procura generale. Se mai volesse, oggi Ventura potrebbe fare ritorno in Italia, anche se ha rinunciato alla nazionalità italiana.

 

Ventura era uno dei dieci italiani che nel 2021 vennero arrestati in Francia nell’ambito dell’operazione «Ombre rosse», condotta dalle autorità italiane con la collaborazione di quelle francesi.

 

A darne l’annuncio all’epoca fu lo stesso Emmanuel Macron, e i suoi consiglieri all’Eliseo spiegarono che Parigi voleva in quel modo riparare al torto di non avere riconosciuto a sufficienza le sofferenze delle vittime e dell’Italia negli anni Settanta.

 

raffaele ventura

Ma se il governo francese prometteva l’estradizione rapida degli arrestati (subito rimessi in libertà vigilata), i magistrati hanno frenato. Il giorno prima della decisione definitiva della Cassazione francese sull’estradizione, nel marzo 2023, l’allora ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti disse al Corriere che «io li chiamo terroristi. Assassini. Noi abbiamo fatto quel che era necessario perché venissero arrestati, ma la giustizia è indipendente e sovrana». E la giustizia francese negò l’estradizione, invocando la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

Ieri quella italiana a sua volta non ha potuto che dichiarare estinta la pena di Ventura, ex terrorista delle «Formazioni comuniste combattenti» che nella sua vita francese è stato regista, autore di un documentario sui sans papiers .

 

Ventura era stato condannato con sentenza definitiva nel 1996 a 22 anni e 8 mesi di reclusione, per una serie di reati tra i quali il concorso morale nell’omicidio di Antonio Custra avvenuto a Milano il 14 maggio 1977, il giorno in cui in Via De Amicis venne scattata una delle foto diventate simbolo degli anni di piombo (come autore materiale dello sparo che colpì Custra al volto fu riconosciuto Mario Ferrandi).

Raffaele Ventura

 

Nel giugno del 2021 si erano estinte tutte le pene salvo quella base di 14 anni per l’omicidio Custra. Ieri è svanita pure quella, in base all’articolo 172 del codice penale secondo cui «la pena si estingue col decorso di un tempo pari al doppio della pena inflitta». Sentenza passata in giudicato nel 1996. Pena di 14 anni. Ne sono trascorsi 28, il doppio di 14. Quindi, Raffaele Ventura è libero di rientrare in Italia, se vuole.

 

«Questa cosa varrà solo per lui, purtroppo per gli altri credo non ci sia niente da fare — dice l’avvocato di Ventura, Davide Steccanella —. La prigione non è la soluzione ai problemi storici, con tutto il rispetto per le vittime. Dopo cinquant’anni sarebbe vendetta, non giustizia».

 

La situazione rimane immutata per gli altri nove dell’operazione «Ombre rosse». L’estradizione di Luigi Bergamin, Giovanni Alimonti, Giorgio Pietrostefani, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Maurizio di Marzio, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti è stata rifiutata nel 2023. Vivono liberi in Francia, ma se tornassero in Italia di loro volontà rischierebbero l’arresto.

ex terroristi raffaele ventura

 

2 - L’OBLIO GRAZIA VENTURA EX TERRORISTA IN ESILIO “PRESTO TORNERÒ A CASA”

Piero Colaprico per “la Repubblica” - Estratti

 

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Ben prima dell’ultima traccia pubblica di Ventura, che risale all’estate del 2022, quando una decina di “ex”, individuati a Parigi dall’operazione di polizia «Ombre rosse», si presentò davanti ai giudici francesi per opporsi all’estradizione.

 

pietrostefani e gli altri arrestati a parigi

I più famosi, se così si può dire, erano e sono Giorgio Pietrostefani — leader di Lotta continua, condannato in Italia all’ergastolo per l’omicidio (1972) del commissario Luigi Calabresi — e la brigatista pure ergastolana Marina Petrella. La Francia non ha fatto venir meno l’asilo politico concesso sin dai tempi del presidente François Mitterrand. E va sottolineato che Ventura non faceva parte dei pezzi da novanta del terrorismo: era uno dei tanti giovani di quella frastagliata area che potremmo chiamare Autonomia/Prima Linea.

 

Come altre migliaia di manifestanti, Ventura si trovava in marcia nella zona della basilica di Sant’Ambrogio quando il corteo — questi i fatti — s’imbatte in un gruppo di poliziotti isolati. Il bus della questura viene bruciato e messo di traverso in via De Amicis. Mentre si levano fiamme e fumo, al grido «Romana fuori» pronunciato da Mario Ferrandi — Romana era la «sezione», e «Fuori» il comando d’attacco — alcuni escono dal gruppone. Sanno cosa fare.

 

GIORGIO PIETROSTEFANI ovidio bompressi giorgio pietrostefani

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