
DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI…
CI AVETE ROTTO IL DAZN! ZAZZARONI: "CI SONO MOMENTI TELEVISIVI CHE NON ANDREBBERO INTERROTTI DA SPOT. ANCHE L’INSERZIONISTA CAPIREBBE. A DAZN HO PERDONATO QUALCHE PECCATO, FATICO PERÒ AD ACCETTARE IL FATTO CHE MENTRE A MARASSI IL POPOLO DORIANO SI DEDICAVA AL RICORDO DI SINISA MIHAJLOVIC E LUCA VIALLI E MENTRE LA PELLE D’OCA SI PRENDEVA IL CUORE E LE GAMBE, LA DIRETTA ABBIA LASCIATO IL POSTO A QUALCHE MINUTO DI PUBBLICITÀ…" - VIDEO
Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
Se l i avesse avuti in panchina avrebbe messo dentro anche Pruzzo e Graziani. Per far sapere agli altri, a una squadra assai prossima all’avvilimento, ancorché frenata da evidenti limiti tecnici, che il risultato si poteva ancora aggiustare: il Milan stava perdendo tono e campo, serviva solo il coraggio di osare, quello che Mourinho possiede in dosi massicce.
marassi i tifosi della sampdoria ricordano vialli e mihajlovic
L’aveva fatto altre volte in passato (ne ricordo almeno quattro nelle stagioni interiste): nel momento in cui tutto sembra perduto, entrino quelli che guardano solo avanti, tutti gli attaccanti possibili. Belotti è stata l’intuizione finale, o l’ultimo azzardo.
Il Milan ha fatto il minimo per vincere, la Roma molto meno: è esistita soltanto quando a Mou sono girate a frullo perché in campo non vedeva nulla di quello che aveva preparato. E allora avanti coi carri, niente tattica, né strategia, partano le “elettrostimolazioni” e chi s’è visto s’è visto.
Perché il calcio è un gioco di testa, oltre che di gambe, di situazioni, disarmonie e disequilibri. E fortuna, anche.
Ultras di chi?
marassi i calciatori della sampdoria ricordano vialli
Un solo club, la Juve, ha denunciato per estorsione i “suoi” ultras. Il presidente che ha sporto quelle denunce oggi è dimissionario per altre ragioni. Ma gli stessi ultras, nonostante i 29 trofei (dieci dei quali femminili), hanno fatto un comunicato di gioia per la sua uscita.
Poi ci stupiamo?
Quando
lo spot fa male
Ci sono momenti televisivi che non andrebbero interrotti da spot: anche l’inserzionista capirebbe. Quei momenti unici sono la nostra storia; quelle immagini, qualcosa di autentico e puro, danno un senso alla passione per il calcio.
In passato ho scritto pochissimo dei disagi derivati dallo streaming in un Paese strutturalmente povero come il nostro: a Dazn, che ieri aspettavo con ansia proprio per assistere al doppio tributo non potendomi muovere dalla redazione, ho perdonato qualche peccato, fatico però ad accettare il fatto che mentre a Marassi il popolo doriano dedicava tutto se stesso al ricordo di Sinisa e Luca e mentre la pelle d’oca si prendeva il cuore e le gambe, la diretta abbia lasciato il posto a qualche minuto di pubblicità.
Ci sono interruzioni che non possono essere scusate.
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