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COSA CI FACEVANO LECLERC E SAINZ DI NOTTE IN AUTOSTRADA CON UN FURGONE A NOLEGGIO DOPO IL GP DI BAKU? ERANO IMPEGNATI IN UNA CORSA CLANDESTINA? NO, SONO ATTERRATI A GENOVA, INVECE CHE A NIZZA, PER COLPA DEL MALTEMPO E HANNO DOVUTO NOLEGGIARE UN FURGONE VERSO MONTECARLO DOVE ENTRAMBI RISIEDONO – LA BATTUTA DEL FERRARISTA: “ARRIVO DOPO UN WEEKEND MOLTO DIFFICILE A BAKU. PENSAVO CHE NON POTESSE ANDARE PEGGIO, MA...". E MOSTRA SAINZ CHE GUIDA IL FURGONE COME FOSSE UNA MONOPOSTO DI FORMULA 1- VIDEO

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Estratti da fanpage.it

 

 

LECLERC E SAINZ

Il Gran Premio di Formula 1 in Azerbaigian non ha regalato soddisfazioni a Charles Leclerc. Sul circuito di Baku, il monegasco ha chiuso soltanto nono, mentre la sua Ferrari è apparsa ancora una volta in difficoltà. Ben diverso il fine settimana di Carlos Sainz, che con la Williams è salito sul podio al terzo posto. Ma la vera storia è arrivata solo dopo la bandiera a scacchi.

 

 

Nella notte successiva alla gara, Leclerc ha pubblicato su Instagram un video diventato virale: sul sedile passeggero di un van, con lo smartphone in mano, mentre al volante c'era proprio Sainz. Alle loro spalle, i due amici inseparabili del monegasco, Joris e Antoine. Un'immagine lontana dai riflettori della Formula 1, ma che ha strappato un sorriso ai tifosi.

 

LECLERC E SAINZ

Il motivo di quel viaggio surreale è presto spiegato. I due piloti, diretti a Monaco dove entrambi risiedono, avevano condiviso lo stesso jet privato dopo il GP. Ma il maltempo sulla Costa Azzurra ha impedito l'atterraggio a Nizza. "Arrivo dopo un weekend molto difficile a Baku – ha raccontato Leclerc –. Pensavo che non potesse andare peggio, ma… stiamo guidando un furgone. Dove siamo, Carlos?".

 

La risposta è arrivata dallo spagnolo, sorridente al volante: "Siamo nel bel mezzo dell'Italia perché siamo stati dirottati da una tempesta e non siamo riusciti ad atterrare a Nizza, quindi siamo atterrati proprio in Italia, sì. Abbiamo noleggiato un furgone e ora siamo diretti a Monaco. Due ore di macchina e ce la faremo. Forse un'ora e…"

 

(...)

 

 

charles leclerc