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Lancio di fumogeni dei tifosi croati
Giancarlo Dotto per Dagospia
A dirla tutta? Benedetto casino! Petardi e fumogeni, che i survoltati e bevutissimi teppisti croati riescono a far entrare nello stadio sotto presumibili mutande a doppio strato, sprezzando l’eventuale scoppio mutilante, occultano la figuraccia. Azzurro morticino. Calcio avvilente e pareggio rubacchiato.
Il peggio è che non ci aspettavamo nulla di meglio. Nessuna sorpresa. La nazionale croata ci umilia, nemmeno fossimo l’Albania, ci mette sotto, ci nasconde la palla e, se non ci finiscono, è solo perché un po’ troppo ricamano e perché perdono abbastanza presto il loro genietto, Modric.
I papaveri che governano il nostro calcio sanno talmente di tanfo che non avvertono quello che sale da un movimento sempre più povero e depresso. Il nostro calcio crepa e loro, gli ometti, insistono nei loro giochini, nel credersi protagonisti di un Palazzo che è sempre più una baracca. E quel meschino di Conte che, probabilmente, nel suo confessionale domestico, si domanda: chi me l’ha fatto fare? E non si risponde.
Perisic (s) esulta coi compagni dopo aver pareggiato per la Croazia
Migliore in campo? Il campo di San Siro, praticabilissimo nonostante le bombe d’acqua cadute a ripetizione su Milano. Antonio Conte che, dopo aver tentato un incomprensibile recupero a miracol mostrare dell’irrecuperabile Balo, deve arrangiarsi con il poco che ha, non avendo Pirlo e Bonucci.
Gioca a destro il tremebondo De Sciglio, che i tifosi del Milan scaricherebbero volentieri alla Pro Patria, e a sinistra il vecchio pelo Pasqual, che è bravo ma riservista nella Fiorentina di Montella. Tre centrali e De Rossi che fa il quarto, davanti, tanto per confessare la strizza tattica.
La Croazia ha tecnica dominante. Nomi che sembrano e sono supposte. Quella di Perisic s’infila lucida di vaselina sotto la pancia di Buffon, una specie di buco nero. Il nostro portierone, che sfoggia, con la benedizione d’Ilaria, l’ultimo capello alla moda, si rialza con un magone grosso così.
Il precedente vantaggio di Candreva era stato l’unico tiro in porta del primo tempo. Ripresa e la storia peggiora. Ci salvano i croati sugli spalti, mentre quelli in campo ci rosolano a fuoco lento. L’interruzione di dieci minuti confonde lo spartito e ce ne andiamo alla fine con la mestizia addosso di saperci così piccoli. Mentre El Shaarawy entra a fare il terzino.
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