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Luca Pagni e Andrea Sorrentino per “la Repubblica”
La sentenza è arrivata dal Torino: la scommessa dell’Inter, anche per quest’anno, è perduta. L’aritmetica lascerebbe ancora speranze, ma da domenica sera nessuno crede più razionalmente nel terzo posto. Neppure Mancini, che sostiene di crederci ancora ma viene contraddetto anche solo dal linguaggio del suo corpo, o dal tono della sua stessa voce.
L’Inter si avvia a rimanere fuori dalla Champions League per la sesta stagione consecutiva, per la terza con Erick Thohir regnante: finora il presidente indonesiano ha ottenuto un quinto posto con Mazzarri (e alla luce dei fatti fu un risultato sensazionale), un ottavo con Mazzarri-Mancini e va verso un quarto-quinto quest’anno. Troppo poco, per rilanciarsi e tornare in Champions, vero trampolino per un reale risanamento dei conti.
Quindi a questo punto, in un club in cui il peso dei numeri negativi dei conti è sempre più insostenibile, si apre il futuro. Che sarà denso di novità, ancora asiatiche, già nei prossimi mesi, e che sembrano preludere a un clamoroso rimescolamento degli assetti societari:
Erick Thohir in uscita entro un anno o due, con ingresso di capitali cinesi al fianco di Massimo Moratti, che non a caso ieri ha ribadito: «Smentisco, senza se e senza ma, l’ipotesi di una mia uscita dall’Inter. Anzi da parte mia c’è l’intenzione di andare avanti e rafforzare la società, in accordo con gli azionisti».
Come anticipato da Repubblica due giorni fa, da qualche tempo un investitore cinese si è avvicinato all’Inter, valutando la possibilità di entrare nel club con una quota di minoranza. Ora, con la Champions sfumata, si può accelerare. L’operazione cui stanno lavorando i consulenti finanziari e legali avverrà in più tappe. Entro l’estate, in tempo per preparare la prossima stagione, ci sarà il primo passaggio di consegne.
È previsto un aumento di capitale dedicato al nuovo socio, che arriverà così a detenere una quota attorno al 20-25 per cento. L’accordo dovrebbe prevedere una serie di “opzioni” per cui il nuovo socio avrà la possibilità di salire, per rilevare alla fine l’intera quota dell’imprenditore indonesiano nell’arco dei prossimi due anni. Una sorta di uscita di scena diluita nel tempo, sperando che nel frattempo i risultati sportivi migliorino.
Tutta questa costruzione finanziaria non riguarderà invece Massimo Moratti, che già nei mesi scorsi aveva fatto sapere che non avrebbe abbandonato l’Inter nel caso di difficoltà finanziarie. Spiega uno dei consulenti che sta lavorando all’operazione: «Moratti si comporterà, come sempre, per il bene dell’Inter. E se mai venderà la sua quota, lo farà quando sarà certo della serietà dei nuovi azionisti, che dovranno dimostrare di voler costruire una squadra nuovamente vincente».
Insomma Moratti vuole evitare gli errori che sarebbero stati commessi in questi due anni di gestione. Con la società, di fatto, affidata a manager tutti di provenienza anglosassone, per nulla inseriti nella realtà del calcio italiano, che hanno prodotto più piani industriali che aumenti considerevoli del fatturato. Non per nulla, sarebbero stati gli stessi interlocutori del nuovo socio cinese a chiedere a Moratti di rimanere nel club, ponendolo addirittura come conditio sine qua non.
In questa fase, Marco Tronchetti Provera è stato – ancora una volta – prezioso alleato dell’amico Moratti. Non solo perché ha appena rinnovato la sponsorizzazione di Pirelli che ha assicurato soldi freschi alla società, ma sarebbero stati i suoi contatti ad alto livello in Cina a portare a Milano il nuovo azionista.
Gioca ricordare che il presidente della Pirelli ha appena concluso un accordo che ha visto il colosso cinese ChemChina prendere la maggioranza del gruppo degli pneumatici, così come erano stati gli uomini Pirelli in Indonesia a portare a Milano un imprenditore di Jakarta appassionato di basket e di calcio. Ma ora la love story di Erick Thohir con l’Inter sembra appassire. La Cina è vicina.
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