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Maria Rosaria Spadaccino per il Corriere della Sera - Roma
Era disegnato al centro delle bolle imperiali, sigilli usati da Federico Barbarossa (XII secolo) e da Ludovico il Bavaro nel 1328. Lo vedeva come «una bestia. Che si riproduce», lo scrittore Giorgio Manganelli.
Nella seconda metà del Seicento è il sogno dei giovani architetti parigini che grazie al «Prix de Rome» possono venirlo a studiare. Era abitato di soldati, merciaie e fruttivendoli nel pieno Medioevo. Insomma il Colosseo è sempre andato oltre il suo ruolo di Anfiteatro, diventa parte della città e muta con il mutare dei secoli.
Si chiama «Colosseo. Un' Icona», la mostra che si inaugura oggi fino 7 gennaio 2018, nell' ambulacro del secondo ordine del monumento, che racconta tutta la storia, le sue vicende e rappresentazioni nelle varie epoche,fino ad oggi. «Colosseo racconta se stesso», spiega la direttrice Rossella Rea. Ben oltre il suo ruolo di nascita di anfiteatro dell' epoca dei Cesari.
Nella mostra, organizzata dalla soprintendenza per il Colosseo e da Electa, e curata da Rossella Rea, Serena Romano e Riccardo Santangeli Valenzani, sono esposti un centinaio di opere, tra reperti, disegni, modelli ricostruttivi, dipinti, fotografie, tra cui l' epigrafe augurale, che commemora i restauri del piano terra gravemente danneggiato dal terremoto del 443. d.C, ma anche i resti della fortezza dei Frangipane. Famiglia baronale romana che nel XII secolo si insediò all' interno, trasformandone una parte in un edificio militare, che fu coinvolto negli scontri con la famiglia degli Annibaldi, per la contesa del monumento.
«Di quell' edificio abbiamo scoperto camminamento militare collocabile tra 1100/200 - spiega Rea - lo abbiamo ritrovato grazie agli ultimi restauri (Tod' s)». Nel '600 Bernini voleva costruire una cappella al centro dell' arena.
Nel corso del Medioevo e del Rinascimento il Colosseo perde pezzi, subisce crolli, viene coperto dalla vegetazione diventa una sorta di orto botanico, dove nascono naturalmente piante esotiche e rare: pittori francesi ne ritraggono l' assoluta particolarità. Tutta questa vita viene raccontata attraverso documenti e dipinti, più che opere d' arte sono testimonianze.
«La simmetrica proporzione dell' incremento dei turisti a Roma ricalca quella del Colosseo - spiega il soprintendente Francesco Prosperetti - È l' immagine stessa della città, da qui nasce la voglia di raccogliere le testimonianze di quanto nei secoli abbia colpito l' immaginazione di artisti, pittori, scultori, architetti e letterati».
Ma questa iniziativa non dimentica il cinema: Il filmato «Nuovo cinema Colosseo» racconta di capolavori indimenticabili. Si comincia dal primo «Quo vadis» del 1913. E la Casa del Cinema a giugno celebra «Colosseo. Un' icona» con una rassegna dedicata. «Fin quando esisterà il Colosseo esisterà Roma. Quando il Colosseo cadrà, cadrà Roma, quando cadrà Roma , cadrà il mondo intero», ricordava Federico Zeri.
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