
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Giulia Zonca per “la Stampa”
Il prossimo Messi giocherà nel Real Madrid e l’acquisto di Martin Odegaard, classe 1998, al momento si riduce a questo: a una suggestione che può diventare un’ipoteca sul futuro.
La Spagna corre veloce
Il calcio si muove in fretta e non è un caso che il prodigio di domani, etichetta che può schiacciare anche i talenti veri, sia finito in Spagna. Da quelle parti vivono della gloria di Messi e Ronaldo, due che a 16 anni erano fenomeni, e tanta grazia ha condizionato: sono già alla ricerca dei successori e stavolta tocca ai blanchi il lusso di piazzare il giocatore più atteso del momento dentro la propria cantera, nel Castilla dove allena Zidane senior e gioca Zidane jr, altra scommessa. Si riparte dalle giovanili, un po’ fatte in casa e un po’ drogate con il meglio che c’è in giro, comprato in largo anticipo.
Già in nazionale
Martin è cresciuto nello Stromsgodset, la squadra di casa che poi sarebbe Drammen, in Norvegia. Non esattamente l’epicentro del calcio ma le sue prodezze circolano su Youtube e arrivano ovunque. Lui si sa smarcare bene, ha il tiro facile e una percezione della porta rara, lo chiamano il Messi di ghiaccio ma i paragoni sono facili, i gol molto meno.
Odegaard ne segna di affascinanti ed è diventato famoso come il più giovane esordiente di una nazionale europea con la partita vinta dalla Norvegia contro la Bulgaria: 13 ottobre 2014, la data della consacrazione.
Da allora una trentina di scout hanno messo Drammen al centro della mappa e Martin ha provato ad allenarsi con il Liverpool, la squadra per cui tifa, per il Manchester United, per il Bayern Monaco. Aveva inviti da tutto il mondo ma ha scelto il Real Madrid. Il club di Florentino Perez lo ha convinto con un ingaggio da professionista e un contratto di 6 anni a cui ha aggiunto un posto da allenatore dei ragazzi per il padre.
Hans Erik Odegaard vanta 200 presenze nel campionato norvegese, è lui che ha messo il figlio davanti a una palla prima di iscriverlo alle elementari e ora gli fa da tutore, in realtà da manager visto che fino alla maggiore età Martin non può avere un procuratore ufficiale. Come Messi avrà un genitore guardaspalle, come l’argentino è un predestinato e ora non gli resta che seguire la strada tracciata per lui, colmare nei prossimi due o tre anni la distanza tra l’investimento e l’eredità. E visto che si tratta di quella che lascerà Cristiano Ronaldo è piuttosto pesante.
Pressioni e aspettative
Tra i confronti con Messi e l’ombra di Cristiano forse Odegaard farebbe bene a scappare con il circo, a sparire dalla circolazione e godersi l’adolescenza in pace ma attenzione alla seconda parte del soprannome,«di ghiaccio», e la caratteristica non viene dalla gelida Norvegia ma dal carattere distaccato. Ha retto a mesi di baraonda con stupefacente indifferenza.
In patria è il centro dell’attenzione, molto più seguito dei campioni degli sport nordici di solito considerati unici dei in questa stagione. Ha tv sotto casa, sponsor alla porta e si destreggia sereno in mezzo alla fama accelerata. Deve ancora dimostrare tutto ed è pronto a farlo. Consapevole che non gli lasceranno il tempo che serve.
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