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COME SUPERMAN TRA LE ONDE - L’ULTIMA FOLLIA DEGLI ITALIANI AL MARE: VOLARE SULL’ACQUA CON IL FLYBOARD - LA TAVOLA È COLLEGATA ALLA MOTO D’ACQUA: BASTANO 10 MINUTI DI ISTRUZIONE, COSTA 60 EURO OGNI QUARTO D’ORA...

Sara Ricotta Voza per “la Stampa”

 

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Golfo di Marinella, a due scogli da Villa Certosa e Porto Rotondo, tutta la spiaggia guarda in una sola direzione e fa riprese con gli smartphone. Tutti, dalle sciure in trasferta balneare ai bambini ai nonni ai tanti extracomunitari che vendono i loro oggetti - pure quelli top class e apprezzatissimi - sulla battigia.  Tutti rapiti da due enormi serpentoni che escono dall’acqua e sparano in aria fra gli spruzzi due persone che salgono, salgono, poi fanno capriole avanti e indietro e infine tuffi spettacolari in acqua. Il tutto con due moto d’acqua che gli girano intorno senza nessuno a bordo. 

 

Qualcuno l’ha già visto sui giornali, ma la maggior parte della gente - che pure qui è abituata ai più assurdi «beach toys» dei famosi - si chiede che cos’è e come funziona. Chi la sa più lunga dice che è il Flyboard, letteralmente «tavola volante», l’ultima follia acquatica che sta esplodendo nel mondo, anche in Italia. Oggi ci sono due istruttori che fanno acrobazie per gli yacht in rada, qualche settimana fa c’era El Shaarawy e anche se in aria non vola come in campo le sue foto hanno fatto il giro del mondo.
 

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Ovvio che la novità piaccia e attiri l’attenzione, a vederla dalla spiaggia scatena la fantasia e ognuno ci può vedere i propri miti o incubi, il supereoe che emerge dalle acque, un Hermes 3.0 coi propulsori al posto delle alucce alle caviglie oppure il mostro di Lochness che sale dagli abissi per trastullarsi con gli umani.

 

Tecnicamente è un tavoletta su cui sono fissati due super-stivali e un tubo di oltre 20 metri collegato alla moto d’acqua che, grazie alla propulsione, permette di volare in aria o di nuotare come delfini sott’acqua.

 

Per tanti sarà solo l’ultimo beach toy da archiviare in due stagioni, per la community natagli intorno e che aumenta di anno in anno è uno sport - estremo - con i suoi record, i suoi top riders e i suoi campionati mondiali che si tengono, manco a dirlo, a Dubai.
 

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Se lo è inventato un campione di moto d’acqua marsigliese, tal Franky Zapata, che ha onorato il suo cognome rivoluzionando il mondo degli sport acquatici, presentando per la prima volta il suo Flyboard ai campionati del mondo di moto d’acqua in Cina nel 2011. Il video è finito su Youtube e in due settimane è stato visto da due milioni e mezzo di persone. La Zapata Racing ha registrato subito il marchio e per il settore è già una leggenda oltre che un bel business. 
 

In Italia è arrivato al salone nautico di Genova del 2012, ha un distributore esclusivo che si chiama FlyBoardItaly, vende il «bolide», tiene i corsi agli istruttori e si occupa di reclutare i più bravi per il team italiano da portare ai campionati e negli spettacoli in giro per il mondo.
 

Sulle nostre coste comincia a vedersi ovunque, dal Ponente Ligure a Fregene al Lago di Garda, dall’Isola del Giglio alla Sardegna. Qui lo ha portato per primo Franz Jurgen Vogel, titolare della Nolnautica di Golfo Marinella, che da sempre cerca novità da noleggiare ai bagnanti più esigenti della Costa Smeralda: «Ho visto questa cosa che vola su youtube, l’ho tenuta d’occhio per un po’ e due anni fa l’ho comprata», racconta: «All’inizio ne ho preso uno per vedere come andava e adesso ne ho tre».
 

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La macchina costa sui 5 mila euro, a cui bisogna aggiungere la moto d’acqua; ovvio che il noleggio non possa essere economico, ma nemmeno proibitivo. «Quest’anno ho abbassato i prezzi, 60 euro per un quarto d’ora». Del resto - assicura - i neofiti non riuscirebbero a «volare» di più.
 

Pare infatti che con 10 minuti di lezione chiunque sia in grado di farsi spruzzare in aria per almeno due metri, ma che un po’ di preparazione atletica non guasti. Non a caso i primi vip a cimentarsi sono stati i calciatori. «L’altra settimana l’ha provato Massimo Carrera, il vice di Conte in Nazionale, poi El Shaarawi e si sono divertiti», racconta Vogel, «Certo, loro hanno le gambe allenate e si stancano di meno». Le versioni sono due, con e senza istruttore sulla moto d’acqua. «Ma chi affitta da me deve avere l’istruttore». Niente rischi e niente pericoli.

 

«Io provo sempre tutto prima», assicura Vogel, «dal jetboard (surf a motore, ndr) all’hoverboard; quest’ultimo l’ho affittato a uno yacht, non riuscivano ad andare e mi è sembrato pericoloso. Così l’ho messo via. È stato un bel danno ma è colpa mia, perché ogni cosa nuova che vedo, la prendo subito...».
Twitter @sara_voza

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