DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
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"Nostalgia della bellezza. Perché l'arte contemporanea ama il brutto e il mercato ci specula sopra’’: non è un proclama di Adolf Ziegler, il teorico hitleriano dell' 'Entartete Kunst', l'arte degenerata della Germania nazista, ma il titolo di una pubblicazione di Angelo Crespi, il neodirettore del museo di Brera, fortemente voluto dal novello Napoleone della cultura italiana, in forte continuità con l’Imperatore francese - solo per statura fisica, ahimè - Genny Sangiuliano.
Alla Pinacoteca di Brera, inaugurata il 15 agosto del 1809 per festeggiare il compleanno del suo creatore Napoleone, è arrivato il bustocco (nativo di Busto Arsizio) Angelo Crespi, un uomo che possiede entrambe le caratteristiche che il Governo Meloni richiede ai suoi funzionari: è molto incompetente ed insieme è molto fedele.
Nelle interviste ai giornaloni il bustocco spiega quanto la nomina sia frutto di una lunghissima e onorata carriera nelle più importanti istituzioni culturali milanesi, le snocciola tronfio, Piccolo Teatro, Triennale, Museo della Permanente, Compasso d'Oro, aggiungendo, sempre il Crespi, le presidenze di Palazzo Te e del Museo di Gallarate; peccato che, ancora il Crespi, ometta che siano immancabilmente tutte solo nomine politiche.
Infatti, questo nemico giurato dell'arte concettuale e di Duchamp ha veleggiato disinvoltamente tra Lega, Forza e Fratelli d'Italia e per questo ha ottenuto una bella infilata di cariche sparse, un vero e proprio professionista della poltrona, il cui debutto alla ribalta è nel ruolo di consigliere di Sandro Bondi al Ministero dei Beni Culturali.
Gode soprattutto della strettissima amicizia del Presidente del Senato, Ignazio Benito La Russa, che, con la nomina di Crespi, dopo il figlio Geronimo al Piccolo Teatro, piazza un altro colpo nella mappa del potere milanese.
Crespi come imperativo categorico ha il compito che Gennaro Sangiuliano gli ha affidato: aprire la Grande Brera il prossimo 7 dicembre 2024, per la proverbiale prima della Scala. Nome in codice dell'operazione: 'Prima della Prima' (l'originalità dei titoli tra questi signori è una costante).
Per Grande Brera si intende l'agognato progetto di ampliamento del Museo con l'apertura delle sale di Palazzo Citterio, oggetto di un cantiere infinito, infinitamente rimandato e infinitamente costoso.
I preparativi sono dei più promettenti: il Crespi ha convocato una ventina di professionisti che da anni seguono il cantiere di Palazzo Citterio, quello che ospiterà i capolavori delle collezioni d'arte moderna Jesi e Vitale, per annunciare il loro 8 settembre, ‘tutti a casa'. Licenziati, incarico revocato, cantiere interrotto.
Un cantiere che prevedeva finalmente gli interventi sul rifacimento delle scale e del giardino. Le scale e il giardino erano stati definiti, a suo tempo, da Philippe Daverio come 'crimini architettonici', le scale 'da condominio di edilizia civile, il giardino 'da stazione ferroviaria'.
26 sangiuliano, crespi, la russa brera
A Crespi vanno bene così, non li vuole modificare, probabilmente ci vede del concettuale, ma sorgono due temi sensibili. Il primo è che i venti professionisti licenziati sostengono che il cantiere si sarebbe completato ben prima del 7 dicembre 2024, giorno previsto per la parata meloniana dei La Russa e dei Sangiuliano e quindi non si comprende perché interromperlo.
Il secondo insiste sul fatto che l'interruzione si potrebbe configurare anche come 'danno erariale'; infatti il cantiere, oltre ad essersi occupato di interventi assai sensibili come lo smaltimento di amianto, totalizzerebbe al momento dell'interruzione spese già sostenute per oltre 350mila euro
A questo si aggiunga che 'i licenziati' ad oggi non avrebbero ricevuto nessuna comunicazione formale sulla cancellazione della commessa.
Tutto qui? No! Il bustocco Crespi sul Corriere della Sera assicura che i lavori di adeguamento statico proseguono ma sempre i professionisti disarcionati fanno sapere che non è possibile stiano proseguendo, avendoli iniziati loro e non essendo stati richiesti di trasferirli ad altri tecnici.
11 pinacoteca di brera andrea mantegna, cristo morto
Crespi però 'tira diritto' e dopo la trionfale visita al cantiere, accompagnato da Ignazio Benito Larussa e Gennaro Napoleone Sangiuliano, ha pensato bene di 'licenziare' anche la direttrice dei lavori del cortile d'onore del Museo di Brera, non proprio una qualsiasi, Alessandra Quarto. Qui la cosa si fa spessa e i milanesi di fronte al bustocco col manganello c’è il rischio che si incazzino davvero.
Spieghiamo bene: Alessandra Quarto è stata vicedirettore di Brera, ha un curriculum da 10 con lode, niente politica, tutto studio e lavoro per intenderci, oggi presiede il museo più intimamente milanese della città, il Poldi Pezzoli e per spirito di servizio, pur avendo moltissimo altro da fare, ha mantenuto l'incarico di direttore dei lavori del Cortile d'Onore di Brera, incarico precedente l'arrivo di Crespi.
Tra gli interventi previsti il cantiere avrebbe incluso anche la ripulitura delle statue dei 'milanesi importanti' che popolano il cortile dove al centro trionfa il bronzo di Napoleone del Canova. Crespi, evidentemente non in grado di cogliere alcune sfumature meneghine, ha berciato che della pulitura delle statue lui 'se ne frega', giusto per restare in ‘modalità Ducetta’, non capendo che un cortile rifatto con le statue impolverate è come un mulo con i finimenti da cavallo.
13 meloni, la russa, mattarella, sala, 7 dicembre alla scala palco prima scala ansa
Fatto non trascurabile la pulizia delle statue sarebbe offerta dall’Associazione Amici di Brera, storico luogo di convergenza della borghesia culturale milanese, che supporta da oltre un secolo le attività della Pinacoteca. Per intenderci la Cena in Emmaus di Caravaggio pervenne al museo tramite gli Amici di Brera.
Qui l'affare si ingrossa perché è evidente che al ‘teorico dell'arte sana', al ‘censore del concettuale’, all‘Adolf Ziegler varesotto manchino gli elementi di uso di mondo basilari per poter stare in mezzo ai milanesi ed alle persone che i milanesi hanno scelto.
Nelle ultime ore però il Crespi ha fatto filotto: giovedì 29 febbraio è arrivato ad addetti ai lavori e giornalisti l'invito ad un evento presso la Pinacoteca di Brera che si svolgerà nella Sala Aldo Bassetti, introdotto dallo stesso Crespi, per il 'Rapporto Civita' su sfide e strumenti per comprendere cultura e scienza.
Sala Aldo Bassetti dicevamo, imprenditore illuminato che ha presieduto la storica associazione Amici di Brera fino al 2020, un signore che, nel 2018, ha donato al Museo 22 opere del pittore Mario Mafai.
Quindi?
Quindi nell'invito la Sala Aldo Bassetti si chiama con il vecchio nome, Sala della Passione, il nome Aldo Bassetti non c’è più.
Solo una svista? Forse… I più attenti “addetti ai livori”sono convinti si tratti di un gesto intenzionale.
Aldo Bassetti era un fiero e sanguigno antifascista, un ferreo sostenitore della necessità di completare gli interventi di Palazzo Citterio, uno che se ci fosse stato da menar fendenti non si sarebbe fatto pregare. E per concludere Brera è, per tutto il ‘900, un simbolo dell’antifascismo e della libertà, i nomi sono quelli di Ettore Modigliani, di Emilio e Maria Jesi, di Lamberto Vitali, di Fernanda Wittgens, infine di Aldo Bassetti.
AVVISO AI NAVIGATI:
se al milanese l tochi la Scala e Brera lui s’incasa e fa la pulverera!
(se al milanese tocchi la Scala e Brera lui s’incazza e fa la polveriera)
15 collezione jesi brera, umberto boccioni22 napoleone bronzo da canova 16 collezione vitali brera, giorgio morandi27 cortile di brera 8 marcel duchamp, fontana24 aldo bassetti25 mario mafai, donazione aldo bassetti 9 sandro bondi30 pinacoteca di brera28 ettore modigliani f sup 2y030 0001263 img 000095960729 fernanda wittgens sommariva17 philippe daverio7 piccolo teatro di milano 19 corriere della sera2 napoleone jacques louis david the emperor napoleon in his study at the tuileries google art project 2
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