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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
CONTE, DENTRO O FUORI – OGGI “ANDONIO” VEDE ZHANG: DAL MERCATO AL RAPPORTO COI DIRIGENTI, C'È MOLTO DA CHIARIRE. SE IL CASO NON RIENTRA, È PRONTO ALLEGRI – ZAZZARONI: "PER MAROTTA GLI ULTIMI CINQUE MESI SONO STATI I PIÙ COMPLICATI DELLA SUA CARRIERA. HA FATTO L’IMPOSSIBILE PER SOSTENERE L’ALLENATORE CHE HA ACCOMPAGNATO OGNI DELUSIONE IN CON CRITICHE PUBBLICHE E PESANTISSIME ALL’INDIRIZZO DELL’AD. PER ZHANG SOLO CAREZZE E RINGRAZIAMENTI…"
Ivan Zazzaroni per www.corrieredellosport.it
Ho provato a entrare nella testa di Marotta: non è stato facile, è stato inutile. Troppi pensieri e tutti insieme poi. Comprendo il suo turbamento: sta uscendo da una stagione tormentatissima, gli ultimi cinque mesi sono stati i più complicati della sua ultraquarantennale carriera.
Beppe aveva ben altre aspettative: era riuscito a portare all’Inter l’allenatore di garanzia, il tecnico-scudo, dopo essersi liberato con molte difficoltà dei carichi pesanti (Spalletti, Wanda Nara, Icardi, Nainggolan, Perisic) e da Zhang s’era fatto affidare un mandato relativamente ampio, anche se lavorare con le proprietà cinesi è tutto un programma, come insegnarono Capello e Sabatini: alcune distanze non sono accorciabili.
Il giovane capo gli aveva allungato cinquanta euro, non dieci, per andare al ristorante da cento: e allora Lukaku, strappato all’odiamata Juve, e Lazaro, Sanchez, Sensi, Barella, Biraghi e in un secondo tempo Moses, Young, Eriksen e insomma qualche giovane di valore e un intero campionario di riserve della Premier.
Beppe era convinto che Antonio avrebbe cambiato in fretta i destini del club portando a casa qualcosa, i titoli non sono però arrivati. Primi degli ultimi tanto in campionato quanto in Europa-2: e sarebbe niente, se ad accompagnare ogni delusione non fossero intervenute le critiche pubbliche e pesantissime dello stesso Conte all’indirizzo proprio dell’ad - per Zhang solo carezze e ringraziamenti.
Posso garantire che Marotta ha fatto l’impossibile per sostenere l’allenatore: l’abbiamo provato anche sulla nostra pelle quando per un “esaurito” sfuggito a un lettore interista nella posta di Cucci (sono altri gli esauriti ai quali ambiamo) l’Inter, ovvero una delle società più aperte alla comunicazione nelle stagioni di Moratti, è giunta a chiudere per mesi le porte della Pinetina allo stimato cronista del Corsport.
Sì, ieri ho provato davvero a entrare nella testa di Marotta, che conosco dal ’90, per cercare di immaginare come si sarebbe comportato nel giorno del chiarimento allargato e quale strada avrebbe suggerito di percorrere, fra le tre ipotizzabili:
1) Conte conferma i giudizi espressi dopo la sconfitta in finale e si dimette lasciando sul tavolo il suo contratto e quelli dei collaboratori;
2) Zhang comunica al tecnico che i canditi sono effettivamente finiti e con quelli la pazienza: avanti con il confronto legale, visto che la società si ritiene da tempo nel pieno diritto di ricorrervi;
3) Zhang, che guarda più ai conti che a Conte, tranquillizza Antonio e il rapporto prosegue fino al prossimo strappo. Un film già visto a Torino e Londra.
Oggi l’Inter aggiunge al suo inesauribile romanzo un capitolo non più stravagante, come spesso in passato, uno di quelli che si recitano a memoria sorridendo dopo una pur attesissima vittoria. Il capitolo nuovo è un incrocio fra un’analisi tattica da opinionisti allo sbaraglio e un report del Sole 24 Ore. Come dicono i cinesi, c’est l’argent qui fait la guerre.
È mancato, in questa stagione di speranze frustrate dopo l’illusione di vittorie bonipertiane con l’arrivo di uno juventino titolato - uno come Carcano - il pensiero luminoso, oserei dire confuciano, di Peppino Prisco che al nome di Conte avrebbe rammentato, con quel sorriso brigante: «La Juventus è una malattia che uno si trascina fin dall’infanzia». Sintomatica.
CONTE- ZHANG
Davide Stoppini per gazzetta.it
Benintesi: Max Allegri è sempre dietro l’angolo, mentre si gode le vacanze in Val Badia. Ed è una soluzione pronta all’uso, essendo il tecnico livornese libero. Nel caso, peraltro, assai più desideroso di allenare a Milano piuttosto che a Parigi: questo lo sanno bene tutti, a viale della Liberazione.
Zhang tenterà la mediazione. Proverà a rimettere insieme i cocci, a tranquillizzare l’allenatore, a rasserenarlo anche sui rapporti con il resto della dirigenza. D’altro canto, il presidente non può però accettare che un suo dipendente faccia dichiarazioni pubbliche che rischiano di essere lesive per l’immagine del club. E dunque, nel corso della chiacchierata, chiederà eventualmente al tecnico di limitare certe esternazioni in futuro.
In fondo, l’esito dell’incontro di oggi è tutto nelle mani del tecnico, rientrato ieri pomeriggio dopo due giorni di relax a Torre del Mare, in Liguria. Se l’approccio sarà con lo stesso umore del post Colonia, allora a quel punto saranno praticamente nulle le possibilità di un matrimonio rinnovato. E la chiacchierata si sposterà su un discorso prettamente economico.
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