le dimissioni di conte viste dalla rete-13

CONTE RI-PARTIRÒ - L’EX TECNICO DELLA JUVE ORA È IL GRANDE FAVORITO PER LA PANCHINA DELLA NAZIONALE: PIACE A TUTTI I CANDIDATI ALLA FIGC. E AGLI SPONSOR - MALAGÒ: “PER LUI PARLANO I RISULTATI”

Guglielmo Buccheri per “La Stampa

 

antonio conteantonio conte

Il giorno dopo di Antonio Conte è ancora torinese. Un giorno sereno perché l’ormai ex tecnico della Juve ha preso la decisione di far calare il sipario sulla sua avventura bianconera al termine di una profonda e sofferta riflessione. Conte ha definito chiuso il suo percorso e lo ha fatto dopo essersi preso un mese di tempo per capire se le motivazioni, o meglio le sensazioni, fossero quelle di sempre: lontano da Torino, da Vinovo, da una piazza per lui unica, ha capito che la migliore soluzione per tutti fosse quella dei saluti.
 

DEMETRIO ALBERTINI SERATA SANPATRIGNANO DEMETRIO ALBERTINI SERATA SANPATRIGNANO

Oggi Conte è un allenatore «libero». Ma anche la variabile imprevista sul tavolo della campagna elettorale per l’elezione del nuovo vertice della Federcalcio. «Non parlare con l’allenatore italiano più vincente degli ultimi anni per il ruolo di ct della Nazionale non sarebbe possibile...», è stato il passaparola più ingombrante, ieri, nei palazzi del pallone, e non solo. Così mentre la corsa per la presidenza federale entra nelle sue ore più turbolente, sul nome dell’ex condottiero della Juve tre volte campione d’Italia sembrano convergere le attenzioni di potenziali candidati e di chi è impegnato a scrivere alleanze.

 

«Per Conte parlano i risultati», la riflessione del numero uno del Coni, Giovanni Malagò, equidistante dalle trappole elettorali, ma sicuramente grande estimatore dell’ex tecnico bianconero. Conte, ieri, non ha seguito la tv, non ha ascoltato le prime parole da juventino di Allegri, ma ha apprezzato quanto detto da Malagò perché fra i due la stima è reciproca.

carlo tavecchiocarlo tavecchio

È rimasto in famiglia, ha sentito come sempre il suo avvocato, Antonio De Rensis.
 

All’interno della Figc e nei suoi dintorni lunga è la lista di chi pensa che l’ex bianconero risponda all’identikit dell’uomo della provvidenza per la malconcia Italia. C’è Arrigo Sacchi, supervisore delle rappresentative nazionali giovanili, che ha sempre definito la Juve di Conte «come l’unica squadra italiano con il Dna europeo per l’atteggiamento propositivo e la capacità di sviluppare un’intensità di gioco non comune da noi».

 

C’è Demetrio Albertini, possibile candidato alternativo al presidente della Lega Dilettanti Tavecchio, che di Conte è amico dai tempi in cui giocavano insieme in azzurro e che di Conte apprezza filosofia e qualità. E lo stesso Tavecchio, già in corsa per la poltrona che è stata di Abete, non avrebbe alcun problema a parlare del futuro della Nazionale con il tecnico campione d’Italia.
 

Tra Conte e l’azzurro matrimonio in vista, dunque? La strada è lunga e piena di trappole insidiose. L’allenatore, quando il nuovo numero uno della Federcalcio (elezioni l’11 agosto) lo contatterà, prenderà un volo per Roma accompagnato dalla volontà di ascoltarne il progetto. Ma perché il presidente federale per il prossimo biennio possa nutrire speranze di successo nella sua missione dovrà presentare a Conte un programma di lavoro che possa mettere l’ex tecnico bianconero nelle condizioni di esprimere il proprio lavoro al meglio.

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Conte è giovane e soprattutto si sente ancora un uomo di campo, da vivere ogni giorno: per provare a convincerlo l’aspetto economico non avrà alcun peso, quello della programmazione sì, un progetto che rivoluzioni la figura del ct azzurro. Il tempo non giocherà in favore del nuovo numero uno della Figc, la partita si annuncia in salita. Ma, da qualche ora, Conte ha messo tutti d’accordo: nella campagna elettorale è entrata una variabile che unisce. Anche gli sponsor, pronti a bloccare la fuga dalla Figc in ribasso dopo il flop in Brasile.