DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1. JUVE-MILAN, RISSA D’IMMAGINI “UNA POLEMICA FARSESCA” “È L’ARROGANZA BIANCONERA”
Enrico Currò Emanuele Gamba per “la Repubblica”
La scorza della polemica è un gol sul filo del fuorigioco (ma non in fuorigioco), sono due linee su un prato verde, sono le moviole, è la solita sbobba del calcio italiano. Ma grattandola, la scorza, vien fuori uno spigoloso dissenso politico tra la Juventus e il Milan, cioè tra i due club più ricchi e potenti della serie A, ma soprattutto tra due poli: Galliani sostiene Tavecchio e Agnelli no, Galliani ha un’assonanza con Infront (l’advisor che di fatto ha in pugno i flussi economici del calcio) e Agnelli no, Galliani ha alleati di vecchio conio (Preziosi, Lotito) e Agnelli no, lui vuole ribaltare la Lega e i suoi metodi di lavoro perché, va ripetendo, l’urgenza è ritrovare competitività. Qui regna solo la competizione. Galliani è, per la Juve, “il Sig. Geom.”.
La arroganza è, per il Milan, “cosa della Juve”. La pietra dello scandalo è il gol di Tevez, sabato sera. Le moviole cincischiano con i replay, e l’ad milanista sospetta che si tratti di una macchinazione bianconera, perché la Juve è una delle tre società (con Napoli e Inter) che producono le immagini delle partite, anche se poi la regia spetta alle tv che hanno acquisito i diritti. In questo caso il regista era di Sky, e proprio Sky si è spesa a lungo per ribadire la propria equidistanza.
«Il nostro lavoro è garanzia di imparzialità». La rabbia di Galliani, tifoso juventino più che dichiarato in gioventù, è nata dalla rabbia per la sconfitta e dalle cicatrici di alcune vecchie ferite: quella ancora aperta è il famoso gol di Muntari, origine secondo la lettura più in voga al Milan del successivo declino rossonero. Nel chiuso di uno stanzino dello Stadium, l’ad milanista si è subito convinto che la squadra fosse stata vittima dell’ennesimo sopruso, nascosto ad arte grazie alla suddetta macchinazione mediatica e tecnologica.
Perfino l’azione del gol di Bonucci gli è parsa viziata da un’irregolarità: una carica al portiere Diego Lopez. Se però questa è stata la reazione a caldo in privato, il duro comunicato ufficiale del giorno dopo, contro il club che popola i suoi incubi, non può dirsi certo il frutto di uno scatto d’ira: lo ha meditato e soppesato, al punto da autorizzare il dubbio che si tratti di una tappa importante della guerra politica con Agnelli. Quasi un fatto personale: il comunicato di risposta della Juve attacca solamente Galliani ma non il club milanista. Non Berlusconi, non Mediaset.
Un’interpretazione altrettanto maliziosa, ma abbastanza diffusa a Milanello tra gli stessi giocatori, vuole inoltre che la sfuriata di argomento televisivo nasca dall’ulteriore intento di sviare l’attenzione dalla classifica e dalla necessità di nascondere l’oggettiva superiorità tecnica e fisica della Juventus, che ha inflitto a Inzaghi la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite. Il tentativo è sembrato goffo. Il Milan ha twittato una foto chiedendosi se le linee con cui Sky misurava il fuorigioco fossero parallele, e in effetti non lo parevano. «Lo sono, ma se non lo sembrano è una questione di prospettiva: l’ho spiegato anche a mia figlia che fa la medie», è intervenuto il telecronista Caressa.
berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus
Poi, con calma, la Juve ha risposto con un comunicato ora ironico ora durissimo, spiegando come stanno le cose (produce le immagini, ma non le gestisce), sfottendo il Sig. Geom. Galliani «tornato alle sue antiche passioni: la televisione e la geometria» ma soprattutto evocando conflitti di interesse annidati nel ruolo di Infront, l’agenzia che gestisce la produzione dei match di diciassette delle venti squadre di serie A e che, secondo la Juve «si troverebbe nella singolare posizione di scrivere le regole, eseguirle e trarne anche i profitti». Un bel guazzabuglio, con una domanda che resta sospesa nell’aria: a chi giova, a chi conviene che Infront incameri qualche milioncino facendosi delegare dai club la produzione delle partite? Il gol di Tevez, oltretutto regolare, sembra solamente un pretesto.
2. IL SOFTWARE DELLA LINEA E 50 PERSONE PER UNA REGIA
Matteo Pinci per “la Repubblica”
Perché la Juventus produce in proprio le immagini delle gare allo Stadium? Al quesito nato dallo sfogo di Galliani basta rispondere che tutti i club sono proprietari del diritto di auto produrre le immagini delle gare che ospitano: la legge Melandri del 2008 infatti lascia ai club la possibilità di auto produrre le immagini distribuendo il segnale attraverso la Lega. Le linee guida della produzione sono specificate nelle 34 pagine del “Regolamento produzioni audiovisive” della Lega di serie A.
Ora, 17 club su 20 per non dover gestire il caos della produzione hanno restituito questo diritto alla Lega stessa: l’advisor Infront produce allora per loro conto incassandone i vantaggi economici. Napoli, Inter e Juventus invece hanno scelto di mantenere la produzione, soluzione che al netto di difficoltà organizzative consente di introitare un 15-20 % in più sul valore di ogni match. I bianconeri hanno il vantaggio dello Juve Stadium, un impianto moderno e costruito pensando anche alla produzione da parte del club delle partite.
Ma davvero producendo le proprie gare le società hanno la possibilità di “filtrare” le immagini scomode? Forse sulla carta potrebbero anche: ma i service utilizzati sono gli stessi scelti dalla Lega per produrre per le altre gare. Inoltre le immagini vengono messe in onda da una regia di 40-50 persone che non dipende dal produttore: in ogni turno 6 gare hanno registi Sky, 3 hanno registi Mediaset e una un regista della Lega, dunque di Infront.
Una suddivisione nata ai tempi del trio Sky, Mediaset e Dahlia. A seconda della configurazione di standard, il tipo A a 14 telecamere, il tipo B a 12 e il tipo C a 9, aumenta ovviamente il numero di inquadrature a disposizione, ma il loro posizionamento per ogni stadio è deciso all’inizio dell’anno e approvato dalla Lega. I broadcaster - Sky e Mediaset - possono poi aggiungere tecnologie che vanno dalle telecamere aggiuntive al guardalinee elettronico, quella riga bianca virtuale che indica il fuorigioco e su cui il Milan ha avanzato dubbi attraverso un tweet.
A disegnare quella linea in prospettiva però è un software controllato da un tecnico: non ha valore scientifico ma solo indicativo con un margine d’errore, sì, ma di pochissimi centimetri. A Torino la telecamera dei 16 metri è più bassa che in altri stadi, questo forse rende un po’ “estrema” quella prospettiva. Fino a sabato sera, però, non se n’era mai lamentato nessuno.
KELLY LE BROCK E GRAZIANO CESARI
3. IL POTERE DI UN SOLO FOTOGRAMMA
Antonio Dipollina per “la Repubblica”
Il momento top è l’intervallo di Juve-Milan. Galliani già imbufalito e magari sobillato, qualcuno gli ha anche detto sicuramente che twitter ribolle di tifosi rossoneri indignati per l’assenza di replay chiari sul gol di Tevez. E lì, su Mediaset Premium, tv di famiglia, l’ex arbitro e moviolista Graziano Cesari lo fa: prende, analizza, mostra e dice che il gol della Juve è regolarissimo. Cosa abbia poi dovuto subire Cesari a fine gara rimane nelle segrete stanze, ma la questione poteva benissimo chiudersi lì. Invece nasce il crash ad alta quota tra Milan e Juve e l’intero quadro è surreale oltre che del tutto inedito. Certo, c’è un disperato bisogno di trovare spunti pepati in un campionato così, ma è anche vero che un fermo immagine come quello che inizia a girare con le rette non parallele non si era mai visto.
Luciano Moggi in primo piano, con Andrea Agnelli alle sue spalle
Prospettiva fasulla, offside troppo vicino alla linea di metà campo, tra tutte le telecamere presenti allo stadio non ce n’è una in favore, varie ed eventuali. Galliani non si tiene ed esplode, e il resto è già storia. Con i social ovviamente protagonisti, con totale regolarità: i tifosi del Milan strepitano (e finisce nel mirino come “traditore” anche Cesari. Proprio così: traditore), quelli della Juve si mettono a esibire competenze somme in materia di prospettiva.
La vicenda in poche ore apre squarci impensabili: si scopre per esempio la complicatissima regolamentazione di telecamere negli stadi, registi che si alternano, proprietari delle immagini, una struttura forse più complicata di quella della Cia: sbuca perfino la figura, singola, uno su dieci, del “regista indipendente”, come se fossimo a uno sfigato Festival cinematografico di provincia.
Sullo sfondo tutti hanno voglia di tirare in ballo Sky e Mediaset e la Lega in guerra, tutti contro tutti, Ilaria D’Amico esordisce con una tirata durissima rivendicando a Sky (a Torino il regista era Sky) autonomia di giudizio (sui social: “Con chi è fidanzata questa?”) e così via. Tutto per un fotogramma demenziale. Tutto per una partita a senso unico. Tutto per divertirsi un po’. Con un pensiero che fa accapponare la pelle: ci fosse stata la moviola in campo e quelle immagini – e quei fotogrammi – a disposizione, come sarebbe andata a finire? E dopo quante ore? E con quante vittime fisiche sul campo?
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…