DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Matteo Pinci per repubblica.it
La Roma ha sbagliato e merita di essere punita. Il Collegio di garanzia ha avuto pienamente ragione nel rigettare il ricorso della società: non sarebbe stato giusto restituirle il punto di Verona, dove ha giocato con un giocatore fuori lista. Le regole vanno rispettate e chi sbaglia paga. Sempre.
"Sempre" però è una parola che in Italia ha confini liquidi e si flette spesso in ossequio alle convenienze. Una regola aurea, per esempio, è che gli stipendi devono essere pagati. Non farlo nei tempi prescritti deve essere punito con almeno 2 punti di penalizzazione. Chiedete al Livorno, in Serie C, penalizzato di 5 punti a dicembre per aver pagato gli stipendi di giugno e le ritenute Irpef due giorni dopo la scadenza. Giusto: le regole vanno rispettate e chi sbaglia paga. Sempre.
In Serie A però funziona diversamente. Potresti per esempio trovarti a vincere lo scudetto senza aver ancora saldato gli stipendi di novembre e dicembre. E senza aver per questo nulla di cui preoccuparti: la Figc infatti ha abbonato il ritardo con una norma a campionato in corso che permette di saldare gli arretrati anche a fine stagione. Idem per il termine dei pagamenti Irpef 2020.
Il motivo? Ovviamente la pandemia: l'obiezione che la pandemia fosse in corso da un anno e quindi ci fosse tutto il tempo per organizzarsi non attacca, sugli scivolosissimi vetri di via Allegri. Possibile che nessuno abbia pensato che tante società gli stipendi li avevano già pagati, e che quella norma sembra quasi punire chi le regole le rispetta?
Da quando è ripartita dopo la brevissima sosta estiva, a settembre, la nuova stagione ha offerto subito spunti interessanti. L'Italia ha scoperto per esempio che presentarsi a giocare, quando si hanno dei giocatori assenti per Covid, non è esattamente obbligatorio. Certo, c'è chi l'ha fatto: il Genoa, il Cagliari, hanno giocato e perso punti con la squadra decimata. In Serie B la Reggiana, che con 18 positivi non aveva una squadra da presentare, ha perso una partita a tavolino. Ma la regola non vale per tutti, le linee guida possono piegarsi e in qualche caso genuflettersi.
LITE TRA ANTONIO CONTE E ANDREA AGNELLI
Oggi c'è anche chi deve difendersi da un'accusa gravissima: aver portato in panchina un giocatore soggetto a isolamento. Magari l'idea era di spedirlo in campo solo se ce ne fosse stato bisogno: ovviamente ce n'è stato bisogno e ha pure contribuito a far vincere una partita persa.
Prodotti della stagione più falsata della storia della Serie A, tra stadi vuoti, calendari strizzati, assenze per falsi positivi (Donnarumma contro la Roma, Hakimi col Gladbach...), interpretazioni arbitrali stravolte tra agosto e settembre. Il doppio braccio di ferro politico - quello sui diritti tv e ingresso dei fondi in Serie A e, in parallelo, per l'elezione del presidente della Figc - non ne è stato solo la degna cornice, ma forse il pretesto.
In Serie A vieni squalificato se bestemmi e hai la sfortuna che un delegato della Procura ti senta. Ma non se dimentichi di pagare gli stipendi: i 4 miliardi di debiti non sono la conseguenza ma il manifesto programmatico del sistema. Perché le regole vanno rispettate e chi sbaglia paga. Sempre che non convenga diversamente.
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