de siervo miccichè

“SE LE TELEVISIONI NON CI DANNO I SOLDI IL CALCIO ITALIANO SI FARÀ IL SUO CANALE” (SU QUALE PIATTAFORMA?) - L'AD DELLA LEGA SERIE A LUIGI DE SIERVO: “ANCHE PER IL TRIENNIO 2021-2024 OFFRIREMO AL MERCATO I DIRITTI DI TRASMISSIONE IN DIRETTA DELLE 380 PARTITE. MA SE IL VALORE PROPOSTO FOSSE INSODDISFACENTE...” - GLI SPAGNOLI DI MEDIAPRO HANNO PRESENTATO UN PIANO DA 1,150 MILIARDI E ROTTI. MA C’E’ L'OSTACOLO RELATIVO ALLE GARANZIE BANCARIE, NODO SU CUI SI ERA ARENATA LA PRECEDENTE AGGIUDICAZIONE…

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Antonello Piroso per la Verità

 

de siervo miccichè

Luigi De Siervo, dal dicembre 2018 amministratore delegato della Lega Serie A, è di ritorno dagli Stati Uniti: la Confindustria del calcio vorrebbe aprire una sede a New York.

 

È proprio necessario?

«Nei prossimi sette anni negli Usa si disputeranno i mondiali di calcio maschili e femminili. È uno straordinario mercato, Liga spagnola e Bundesliga tedesca hanno già lì i loro uffici. Quindi semmai siamo in ritardo.

 

Ma recupereremo. Creando contenuti in inglese e spagnolo (gli immigrati sudamericani sono più di 50 milioni) per accrescere la notorietà del nostro campionato, coinvolgendo sponsor e facendo in modo di confermare la distribuzione delle nostre partite su Espn, canale del gruppo Disney, con l' obiettivo di incrementare ulteriormente i ricavi».

Mediapro

 

Il sito Business Insider ha appena scritto di una presunta indagine della Procura federale sull' elezione di Gaetano Miccichè alla presidenza della Lega nel marzo 2018. Sarebbe non indipendente (in conflitto d' interessi e quindi non eleggibile, in quanto nel consiglio di amministrazione di Rcs, di proprietà di Urbano Cairo, presidente del Torino), eletto in base a uno statuto approvato mezz' ora prima del voto ma non ancora in vigore, visto che l' ok della Federcalcio è arrivato una settimana dopo, e con uno scrutinio palese anziché segreto, anche per iniziativa di Giovanni Malagò, presidente del Coni.

«A me, onestamente, non risulta che ad oggi sia stata aperta un' indagine della Procura federale, ma sono convinto che chi deve verificare verificherà».

 

Lei è stato un manager della tv pubblica, presidente dell' Adrai, l' associazione dei dirigenti Rai. Come si ritrova nel rutilante mondo del pallone?

luigi de siervo

«Quando io entrai in Rai il 1° dicembre 1999, sa di cosa mi occupavo? Dei canali tematici sportivi per Raitrade.All' epoca i diritti televisivi erano in capo alle singole squadre, Juventus e Milan avevano un rapporto privilegiato con l' allora Fininvest di Silvio Berlusconi, che dei rossoneri era presidente.

 

Media partners, di Marco Bogarelli, società che sarà poi acquisita da Infront, tracciò la strada producendo e distribuendo il canale tematico del Milan. Come Rai, all' inizio del 2000, firmammo con Massimo Moratti e Franco Sensi, cioè con Inter e Roma, l' accordo per cui acquisivamo i diritti delle loro partite e producevamo il canale dei club: Inter e Roma Channel, distribuiti su Stream e Tele+».

 

Poi arriverà Sky come unica pay tv satellitare. Quando è cambiato il regime dei diritti soggettivi?

Jaume Roures Taxto Benet mediapro

«Con il decreto legislativo del 2008, attuativo della legge Melandri-Gentiloni. Il legislatore ritenne che la cessione soggettiva dei diritti, la loro commercializzazione "individuale", avesse portato a squilibri e disparità dei ricavi tra le grandi società e le altre mediopiccole. Fu introdotto il principio della ripartizione: con la contitolarità dei diritti tra società e Lega le vendite furono centralizzate, e il ricavato venne diviso in quote che oggi sono per il 50% in parti uguali, per un 30% in base ai risultati sportivi e il rimanente 20% in base al radicamento sociale, cioè numero di spettatori paganti e, in subordine, ascolti televisivi certificati».

 

Il 2008 è anche l' anno dell' ascesa di Infront. Bogarelli portò una proposta ad Antonio Matarrese per farne l' advisor della Lega.

luigi de siervo

«Io ero ancora in Rai. Ma la storia è nota. Fu indetta una gara cui parteciparono una dozzina di società. Infront vinse semplicemente perché fece l' offerta più alta, e quindi più vantaggiosa per la Serie A».

 

Infront si ritroverà ad avere in mano le chiavi del calcio: nel 2014, tra marketing e diritti, Lega, Federcalcio e dieci società su venti della serie A. Posizione ritenuta dominante, tanto da far finire la società e Bogarelli al centro di inchieste giudiziarie.

«Che come lei sa sono finite tutte in un nulla di fatto».

 

Tutto archiviato per «disintegrazione delle ipotesi accusatorie»: le aste per i diritti tv - che comunque avevano fatto passare gli introiti per la Lega da 720 milioni a 1,2 miliardi di euro all' anno - non erano state né manipolate né viziate né falsate. La sentenza è del 2018, ma intanto Bogarelli era stato costretto a farsi da parte, causa bufera mediatico-giudiziaria, lasciandole il posto in Infront nel 2016.

MEDIAPRO

«Bogarelli rimase nel gruppo cinese Wanda, che nel 2015 aveva acquisito Infront per un miliardo e 50 milioni, per occuparsi dello sviluppo strategico nel Regno Unito, Francia, Spagna e Turchia».

 

luigi de siervo e claudio lotito

Partecipazione che Bogarelli ha poi venduto. Scusi, De Siervo: ma lei, come numero uno di Raicom, che gestisce la vendita dei prodotti Rai all' estero, trattava anche con Infront. Si dimette e dove va a lavorare? In Infront. Dopo di che, da amministratore delegato di Infront, advisor della Lega, finisce con la stessa qualifica in Lega.I maligni potrebbero inzigare: De Siervo quando è in un posto già pensa a quello successivo.

«L' ultimo contratto firmato con Infront da me risaliva al 2012 ovvero 4 anni prima. E, si noti: io non ho mai comprato diritti, bensì li ho sempre venduti, a tutte le imprese del settore, da Sky a Vivendi. In qualunque società dei media fossi andato, è certo che si sarebbe trattato di qualcuno con cui avevo avuto un rapporto professionale come uomo Rai, ma nulla che non sia stato assolutamente lineare e trasparente.

luigi de siervo e claudio lotito

 

Quanto al passaggio in Lega, il processo di selezione dell' amministratore delegato è stato seguito da Egon Zehnder, importante società di "cacciatori di teste", e le candidature sottoposte all' attenzione di tutti i presidenti dei Club che hanno votato. Il quorum per essere eletto era pari a due terzi degli aventi diritto, 14 voti: ne ho presi 15. Non essendo vincolato da Infront con un patto di non concorrenza, ero quindi legittimato nel cogliere tale opportunità.

Tanto più che, anche nel ruolo precedente, ho sempre lavorato per valorizzare al meglio i diritti della Lega.

 

2018. Repubblica titola: «Quei 1.400 milioni promessi da De Siervo, Infront». Ma alla fine la Lega, per il triennio 2018-2012, si accontenta di 973: 780 da Sky, 193 da Dazn. Mediapro, multinazionale dello sport con sede a Barcellona, ora controllata da un importante fondo cinese, che si è aggiudicata per 1 miliardo 50 milioni e mille euro i diritti come intermediario unico per dar vita al canale della Lega - produrre per vendere direttamente o distribuire i pacchetti tra operatori, broadcaster, ott e telco -, si vede annullare l' accordo. Motivo? La documentazione portata in garanzia - leggi: fideiussione - fu ritenuta dalla Lega «non conforme».

INFRONT LUIGI DE SIERVO

«Guardi che alla fine il risultato economico totale per la Lega fu proprio di 1.400 milioni. Nonostante la fibrillazione di quei mesi il giudizio sull' ultima vendita resta comunque positivo perché siamo riusciti a garantire un significativo aumento dei diritti esteri, circa 170 milioni in più del triennio precedente, e una sostanziale conferma dei diritti domestici nonostante Mediaset premium si fosse ritirata a metà della gara. Va però specificato che, in assenza dell' intervento di Mediapro, la Serie A si sarebbe dovuta «accontentare» di almeno 150 milioni in meno. Prima della proposta degli spagnoli, le offerte di Sky, Mediaset e Dazn si erano fermate a 820 milioni».

andrea zappia

 

L' articolo 13 della legge Melandri consente tuttavia alla Lega di «realizzare una propria piattaforma (...) ovvero realizzare prodotti audiovisivi e distribuirli direttamente agli utenti, attraverso i canali tematici ufficiali ovvero attraverso un proprio canale». Questo in caso di esito insoddisfacente del bando per la vendita dei diritti tv. Giusto?

«Corretto. La legge impone quella vendita attraverso un bando, e quindi la Lega offrirà al mercato, anche per il triennio 2021-24, i diritti di trasmissione in diretta delle proprie 380 partite. Nel caso in cui il valore proposto fosse ritenuto insoddisfacente la Lega procederà a realizzare e distribuire una propria offerta di contenuti».

 

LUIGI DE SIERVO

È facile prevedere il muro che alzerebbe in questo caso Sky, che tra l' altro, secondo fonti accreditate, avrebbe mancato il bersaglio di assorbire il milione e 300.000 clienti di Mediaset premium Calcio, fermandosi alla metà. È il motivo per cui la Lega, rispetto al recente passato, sancirebbe in anticipo con Mediapro - sempre che l' Assemblea aderisca alla proposta - il percorso verso il canale qualora la gara a bando, da concludere entro Pasqua, dovesse dare esito negativo?

 

«La Lega sta legittimamente pianificando una exit strategy nel caso in cui l' asta prevista nei primi mesi del 2020 non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati.

In una situazione di mercato così complicata la naturale aspettativa della Lega è quella di non arrivare troppo vicino alla scadenza del triennio senza aver completato il processo di valorizzazione dei diritti. Infatti, laddove l' assemblea della Lega dovesse accettare la proposta di Mediapro, la Serie A, che resterebbe l' editore del proprio canale, riuscirebbe a delegare, con congruo anticipo, la produzione e distribuzione del canale».

 

Gli spagnoli hanno rilanciato offrendo 1,150 miliardi a stagione, più 55 milioni per i diritti d' autore e 78 per i costi di produzione. L' ostacolo relativo alle garanzie bancarie, nodo su cui si era arenata la precedente aggiudicazione, verrebbe aggirato con il versamento degli anticipi. Come finirà?

«Mi auguro bene. Anche perché le garanzie sono importanti e nessuno potrà aggirare nulla. La difficoltà di questo accordo è rappresentata proprio dalla definizione puntuale di questi aspetti».

LUIGI DE SIERVO