DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Stefano Mancini per la Stampa
Maranello il giorno dopo: la Ferrari ha riportato a casa i cocci, letteralmente, del disastro di Singapore e prova a ripartire con le armi che le sono rimaste: un nuovo motore che debutterà il 1° ottobre in Malesia e una serie di sviluppi già programmati per migliorare le prestazioni della SF70H, che rimane una buona monoposto.
Ma la sconfitta ha lasciato il segno. L' espressione di Niki Lauda che ride davanti alle telecamere italiane quando gli chiedono un commento sull' incidente ha fatto di nuovo infuriare Sergio Marchionne.
Già dopo il Gp di Monza, il presidente del Cavallino si era sfogato così: «Mi girano le balle, dobbiamo togliere il sorriso dalla faccia di quelli lì». Tenuto conto che il Gp d' Italia si era chiuso con un terzo e un quinto posto, è facile immaginare il suo stato d' animo attuale. Marchionne ha chiesto una spiegazione del disastro, senza però commentare pubblicamente.
L' analisi del disastro Perché è successo e come evitare in futuro che due Ferrari si ostacolino o addirittura si scontrino? Vari errori emergono dalle immagini, viste e riviste da ogni angolazione possibile: primo, Vettel non ha una buona partenza come già altre volte quest' anno. Verstappen è più veloce di lui e Raikkonen ancora di più. Secondo, Kimi sullo schieramento di partenza è a sinistra e cerca il sorpasso a sinistra. Da lui ci si aspetterebbe il contrario: cambio di direzione verso destra per marcare Hamilton, più importante che superare Verstappen.
Ancora Vettel: chiudere la strada in quel modo al pilota della Red Bull è operazione rischiosissima a prescindere. Se si fosse accontentato del secondo posto, Sebastian adesso sarebbe in testa alla classifica.
Errori dei piloti, entrambi campioni del mondo, o difetto di programmazione della partenza? La pioggia che cadeva sul circuito illuminato artificialmente ha reso più complicato il via. Vettel, in particolare, sapeva di giocarsi subito il primo posto, perché il tracciato cittadino di Singapore offre poche occasioni di sorpassare.
In caso di pista bagnata, inoltre, i piloti sanno bene che essere in testa rappresenta un vantaggio enorme in termini di visibilità. Chi è dietro viaggia in una nube di goccioline finissime con effetto nebbia. Il pilota della Ferrari ha patito la pressione sul team e ha esagerato nel tentativo di difendere la pole position. La sua prima reazione via radio non è stata di rabbia verso gli avversari o il destino. «Sorry» si è limitato a dire. Scusatemi.
Il tedesco troppo nervoso Operazione rimonta: è realistico pensare di recuperare 28 punti in 6 gare? Sì, lo è. «È solo più difficile», ha detto il team principal Maurizio Arrivabene a fine gara prima di rientrare in Italia. Lo stesso Hamilton dopo la pausa estiva ne ha fatti 42 più di Vettel. Da qui alla fine non ci sono circuiti nettamente favorevoli a uno dei due team (l' ultimo era Singapore pro Ferrari). Vettel dovrà spremere il motore nuovo che debutterà in Malesia e, soprattutto, scrollarsi di dosso la tensione che già altre volte gli ha fatto perdere la testa (vedi la ruotata di Baku che gli è costata la vittoria nel Gp di Azerbaigian). Ormai non ha nulla da perdere: il pallino del gioco è passato a Hamilton.
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