DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Mattia Feltri per “la Stampa”
Nel tennis esiste una regola secondo la quale chi fa uso improprio della racchetta, della pallina o di altri oggetti, e in conseguenza del gesto fa male a qualcuno, viene squalificato dal torneo. La regola non è interpretabile, dunque è drastica, perché poggia su un postulato indiscutibile fra adulti: se lanci la racchetta significa che non sei padrone di te stesso e non sei in grado di controllare gli effetti delle tue azioni.
L' altra sera il numero uno della classifica mondiale, Nole Djokovic, ha perduto un punto importante e ha reagito con un piccolo scatto d' ira: ha spedito la palla in direzione del vuoto, e nel vuoto c' era la giudice di linea.
Djokovic ha subito compreso d' averla combinata grossa: per l' assenza dei suoi epici rivali, Roger Federer e Rafa Nadal, gli Us Open avevano un solo favorito, lui. È corso dalla donna, si è preoccupato delle condizioni, le ha chiesto scusa. Agli arbitri non è rimasto che comunicargli la sanzione. Per capire il tentativo di difesa di Djokovic, si è dovuto leggergli il labiale, poiché il tono di voce era molto basso.
Sosteneva la casualità dell' incidente, e gli arbitri replicavano sull' inconsistenza dell' attenuante, secondo la legge. Sembrava un dibattito fra aristocratici del Settecento, se il tè sia meglio col latte o col limone. Infine Djokovic si è arreso, ha ammesso la sciocchezza e ne ha accettato la pena senza protestare, ha stretto la mano all' avversario (rimasto zitto al suo angolo) e se n' è andato dal campo: lui ne è uscito bene e si è preservato il buon nome del torneo e del tennis. Tranquilli, non fate quella faccia: al volante, sui social e in politica, vale ancora il randello.
2 – DJOKOVIC IL CATTIVO E UN ANNO DI FOLLIE "CHIEDO SCUSA A TUTTI"
Stefano Semeraro per “la Stampa”
Tutti amano Roger Federer, molti ammirano Rafa Nadal. Nessuno capisce - davvero - Novak Djokovic. L' uomo che ha voluto farsi re, e ci è riuscito, ma che fatica a farsi amare. E che in questo 2020 pazzo per chiunque e schizofrenico per lui - tutte luci in campo, solo ombre fuori - a New York è sceso all' inferno.
Dei social, ma non solo. Una pallata involontaria, ma diretta alla gola di una giudice di sedia, l' umiliazione della cacciata, la fuga dal torneo senza parlare con la stampa. Da Numero 1 a Nemico pubblico numero 1. Dice John McEnroe, capitano emerito dei Maledetti: «Che gli piaccia o no, ora Novak resterà il cattivo per il resto della carriera. Sarà interessante vedere come gestirà la faccenda».
Piatti: «Si è reso conto» L' anno nero del Djoker è iniziato con lo scoppio della pandemia: le dichiarazioni da no-vax, poi l' Adria Tour, esibizione senza legge trasformata in un focolaio di contagi, compreso il suo.
E a New York, prima dell' inizio degli Us Open, l' attacco frontale al palazzo d' inverno del tennis, la rottura diplomatica con i finti amici Federer e Nadal arrivata con la creazione del nuovo sindacato. Novak Masaniello contro l' imborghesito duo dei miliardari: peccato che di guerre fra sportivi, nell' anno della pandemia, non si sentisse il bisogno. Imbattuto in campo, 23 vittorie consecutive da gennaio all' altro ieri, Novak non ne ha azzeccata una fuori. «Secondo me ha il malocchio», scherza il suo ex coach Riccardo Piatti.
«Certo, quella palla non doveva tirarla. Ma lui è così. Sembra infallibile, invece sbaglia: come tutti. Solo che pensa di avere sempre ragione. Ha un solo obiettivo, vincere, e per inseguirlo combina qualche fesseria. Stavolta si è reso conto di aver sbagliato. Piangerà un po', poi via, riprenderà come prima».
Su Instagram Novak il superbo si è cosparso di cenere il capo. «L' intera situazione mi ha lasciato vuoto e triste. Sono estremamente dispiaciuto di aver causato tanti stress. Così involontario. Così sbagliato. Dovrò trasformare il mio dispiacere in una lezione per la mia crescita sia come giocatore sia come essere umano. Mi scuso con tutti».
Il pasticcio lo aveva sfiorato altre volte, spaccando racchette, violentando palline; stavolta ha avuto più sfortuna del solito. Ma è giusto chiamarla così? «Djokovic gioca bene quando è emotivo, ma se lo è troppo va fuori giri», dice un altro suo amico e coach, Boris Becker. «So che ai giornalisti piace più Federer, ma ora non tirategli troppo addosso». Suggerimento azzeccato, Boris.
Ma vale per tutti.
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