DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Andrea Sereni per corriere.it
Abbandonato dallo storico allenatore e da uno degli sponsor principali. Novak Djokovic è con le spalle al muro: lunedì ha perso il trono del tennis (Medvedev è il nuovo numero uno al mondo), ora lo lascia anche il coach che lo ha portato al successo, Marian Vajda.
Poi Peugeot, che si era legata a lui dal 2014. Il tutto dopo il caos Australian Open (il visto d’ingresso ritirato, la causa in tribunale, l’espulsione), che lo ha evidentemente provato.
Come un pugile alle corde, sorretto oramai solo dalla famiglia, che lo segue neanche fosse un profeta, Novak ha salutato Vajda. Non sono ancora noti i motivi di una separazione che intacca profondamente le certezze del serbo.
Da sempre legato nei suoi successi al coach con la faccia burbera nascosto nel suo angolo. Vajda non lo seguiva più in ogni torneo (non era a Melbourne e neanche a Dubai), anche per l’età, 57 anni e per stare di più con la famiglia, ma l’arrivederci immediato è una sorpresa. Nel team del serbo restano dunque Goran Ivanisevic, ora unico allenatore, poi i fisioterapisti Ulises Badio e Miljan Amanovic e il preparatore atletico italiano Marco Panichi.
In un sol colpo l’uomo da 20 slam perde anche Peugeot, il marchio che lo affiancava da otto anni.
«Non continueremo la sponsorizzazione», ha detto oggi Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, parlando con i giornalisti di uno dei testimonial più di peso, il tennista serbo, prima della presentazione del piano strategico a lungo termine del gruppo.
Una scelta che non è legata, fanno sapere da Peugeot, alla decisione di Djokovic di non vaccinarsi. Ma i malumori per le posizioni no-vax di Nole sono sempre più diffusi. Nelle ultime settimane anche Lacoste ha detto di voler riconsiderare la situazione del serbo. Ad oggi, almeno in questo caso, non si registrano novità.
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