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Francesco Persili per “Dagospia”
mourinho presentazione inter lap
C’eravaMou tanto amati. Per la prima volta dai tempi dell’Inter Mourinho ritrova in una gara ufficiale SuperMario e mette in allerta il suo Chelsea atteso nella tana del Liverpool: «Balotelli? È un pericolo ma so come fermarlo». “Special” warning.
Il passato non è morto e sepolto. Il passato non è mai passato e torna a bussare ad Anfield. Si riparte dallo scivolone di Gerrard che consegnò l’anno scorso la vittoria ai Blues e decise, secondo Mou, la Premier a favore del Manchester City. Il Liverpool è in crisi, staccato di 12 punti in classifica dai Blues, senza il pistolero Suarez la “gol machine” di Rodgers si è inceppata e Supermario deve ancora segnare il primo gol in campionato ma il tecnico portoghese non si fida: «Balotelli è sempre Balotelli, conservo buoni ricordi di lui».
Episodi di involontaria comicità, polemiche sferzanti e dichiarazioni di stima reciproca: c’è tutto quello che serve a costruire la trama di un best-seller. Il ragazzo svogliato «che a 19 anni si allena solo al 25%» e l’allenatore pluridecorato «che non regala privilegi» bacchettandolo a più riprese per la Ferrari (anche se era una Bentley) e l’indolenza che raggiunge il suo apice nella semifinale di andata contro il Barcellona: «Tutti sono morti, tranne uno». L’unico che riuscì a rovinare la serata agli interisti.
Balotelli e Moratti festeggiano insieme lo scudetto interista
Chi ha carattere, ha un cattivo carattere. Vale per entrambi, forse. Una convivenza difficile ma stimolante con il tecnico portoghese che ringhiava: «Mario deve cambiare per giocare con me». E quell’altro che lo considerava alla maniera di un «nonno» brontolone ma affettuoso. «Fingeva di avere un sacco di problemi con me ma, in realtà, si divertiva». Quando poi Balotelli passò al Milan, lo Special One si rifugiò nell’ironia: «Se si fosse trattato di Javier Zanetti sarebbe stata una catastrofe, nel caso di Mario non mi fa nessun effetto. Quando giocava all’Inter aveva già la maglia rossonera…».
A tutti quelli che gli chiedono se in questi anni sia mancato un allenatore come lui per migliorare Supermario, Mourinho fa capire che il problema riguarda ora solo Brendan Rodgers. Solo e solo lui. Ma il manager del Liverpool ha già provveduto a chiarire come quello di Balo sia stato un acquisto obbligato dopo l’addio di Suarez: «Non c’erano altre alternative possibili».
Una frase del genere Mou non l’avrebbe mai detta: sarà per questo che tra i due c’è un rapporto che resiste al tempo, ai tabloid e alle polemiche. Non finiranno mai di punzecchiarsi ma non ce la fanno ad ignorarsi e, chissà, forse, un giorno si incontreranno di nuovo nello stesso spogliatoio. Balotelli è stato chiaro: «Mi piacerebbe un giorno tornare a giocare sotto la guida di Mourinho. Con lui non ci si annoia mai». Odi et a-MOU.
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