PRANDELLI ALLA VALENCIANA - DOPO DUE ANNI DI STOP E LE PROMESSE NON MANTENUTE DI LOTITO, L’EX CT AZZURRO TORNA IN PISTA: SARA’ IL NUOVO ALLENATORE DEL VALENCIA - MA LA SOCIETA’ DI LIM E’ ALLO SBANDO E IL SUPERPROCURATORE JORGE MENDES METTE BOCCA SU TUTTO

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Benedetto Ferrara per “la Repubblica”

 

CESARE PRANDELLICESARE PRANDELLI

Forse stavolta torna davvero. E sarà emozionato, perché il campo gli manca e l’odore dell’erba gli fa battere il cuore. In Spagna danno la cosa per fatta: Cesare Prandelli sarà il nuovo allenatore del Valencia. Sostituirà Pako Ayestaran, appena esonerato, e firmerà nelle prossime ore un contratto con scadenza giugno 2018. È da una vita che l’ex ct della nazionale aspetta questo momento.

 

Da quell’addio recitato con foga pochi minuti dopo l’eliminazione dell’Italia dal mondiale brasiliano, la vita professionale di Prandelli ha vissuto di ripide salite e infinite attese: dalla malinconica esperienza alla guida del Galatasaray, a ipotesi immaginifiche andate a male: un contatto con la Cina, poi l’offerta dell’Atalanta, passando per le promesse non mantenute di Lotito («tutto a posto, ci risentiamo domani», si vabbè) alle indecise avances del Lione.

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Così il tecnico più amato dai fiorentini, con i quali visse cinque anni da sogno prima della rottura con Diego Della Valle, e quindi dagli italiani, ai quali regalò una finale europea prima del tracollo mondiale, era praticamente scomparso dai radar, apparendo più che altro tra le strade di Santo Spirito sul suo Range Rover, per salire sulle colline fiorentine dove ha da poco acquistato un piccola tenuta agricola con vista Cupola del Duomo. Lui tra i campi sul trattore ad aspettare una chiamata, che alla fine è arrivata, rimettendo subito in moto l’adrenalina.

 

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Chiamano dalla Spagna, proprio la terra del tiki taka, lo stile che Cesare provò a cucire sulle forme della sua nazionale: possesso palla, palleggiatori, intensità, era un’Italia nuova la sua, un’Italia un po’ spagnola che dinanzi alla vera Spagna si fermò. L’orgoglio è orgoglio, a Prandelli non manca, miscelato a una carica istintiva, che non sempre lo ha aiutato a vivere in un mondo pieno di frasi di convenienza, quelle che lui fatica a tirar fuori, come quando lasciò tutti senza parole abbandonando il ruolo di ct.

 

E la fretta comunque non gli giocò a favore nemmeno quando disse subito sì al Galatasaray, che aveva qualche problema in società. Sarebbe bastato aspettare 15 giorni e Conte avrebbe litigato con i suoi datori di lavoro.

 

Ci sta che la Juve avrebbe chiamato proprio lui, antico ex. Chissà. Certo, anche digerire la Turchia non era stato semplice. Finalmente Prandelli aveva la possibilità di vincere qualcosa. Pronti via: e la Supercoppa turca la vincono i nemici del Fenerbahçe.

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Prima di Natale l’addio e una vita di relax tra gli ulivi, i campi di golf e i viaggi a Zanzibar. L’ex ct è riapparso su un campo da gioco poche settimane fa, quando la Fiorentina ha festeggiato i 90 anni della sua storia. Firenze a Prandelli vuole sempre bene, anche se il tempo sbiadisce i ricordi.

 

prandelli no smokingprandelli no smoking

A Valencia ha già allenato un altro italiano: Claudio Ranieri. Per lui una Coppa del Re e una Supercoppa Europea. Confronto non facile, ma un nome stimolante. Ranieri veniva dato quasi per finito, prima di conquistare la Premier con il Leicester. A volte basta saper aspettare. E Prandelli ha aspettato. E nemmeno poco.

renzi e prandelli con la bananarenzi e prandelli con la banana