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UN “DJOKER” DAL DOPPIO VOLTO! DJOKOVIC FA L’AMICONE DI SINNER, ABBRACCIATO NEI VIALETTI DELL’AUSTRALIAN OPEN, MA IL SINDACATO SCISSIONISTA DA LUI FONDATO E’ DURISSIMO SUL CASO DOPING CHIUSO CON UN PATTEGGIAMENTO: “MANCA TRASPARENZA, SI FANNO ACCORDI SU MISURA” - MA DJOKO E' LO STESSO CHE USO' LA DISCUSSA CAMERA IPOBARICA A LUNGO VIETATA IN ITALIA? – LE STILETTATE DI KYRGIOS E WAWRINKA E LA PARANOIA DI ARYNA SABALENKA: “SE QUALCUNO USA UNA CREMA SU DI TE E POI RISULTI POSITIVO, NON VEDO COME IO POSSA FIDARMI DEL SISTEMA” 

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QUALI SONO LE RAGIONI DEL GELO DI NOVAK DJOKOVIC NEI CONFRONTI DI JANNIK SINNER DOPO LA VITTORIA DEL NUMERO 1 AL MONDO ALL’AUSTRALIAN OPEN?

https://www.dagospia.com/sport/quali-ragioni-gelo-djokovic-confronti-sinner-mosse-politiche-per-422644

 

 

G.Pic. per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

La paranoia, come il terrore, corre sul filo. Borracce, superfici, mani da stringere, cibo: tutto, potenzialmente, può essere contaminato.

djokovic sinner

 

«Prima al ristorante non m’importava di lasciare il bicchiere d’acqua sul tavolo: ora sono più prudente e, se torno dal bagno, da quello stesso bicchiere non bevo più» spiega la n.1 del mondo Aryna Sabalenka, dando voce alla preoccupazione di tutto l’ambiente: «Se qualcuno usa una crema su di te e poi risulti positivo, non vedo come io possa fidarmi del sistema».

 

Il giorno dopo il lodo Sinner, cioè l’accordo per una sospensione di tre mesi tra il team legale del giocatore (pare avvistato a Dubai dove gioca la fidanzata Anna Kalinskaya) e l’antidoping mondiale, il tennis è preoccupato. E spaccato.

 

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sinner djokovic

Sconfitto in finale a Marsiglia, nel suo ottimo francese ieri Daniil Medvedev è intervenuto sull’affaire del rivale con cui ha vinto una volta nelle ultime nove sfide: «È un caso politico sul quale potremmo discutere ore — ha detto il russo, atteso qui a Doha dal derby di primo turno con Khachanov —. Spero che la prossima volta che la Wada proporrà a un giocatore una sospensione da uno a due anni, il giocatore possa dire: non la voglio, preferisco un mese...». Il patteggiamento di Sinner come precedente che fa giurisprudenza, insomma.

 

Una «sentenza» pilota a cui potersi appellare.

 

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Mugugnano Stanislas Wawrinka («Non credo più allo sport pulito») e Evgeny Kafelnikov («Se mi sorteggiassero contro Sinner, lo boicotterei non scendendo in campo»), i due ex vincitori Slam a cui risponde Feliciano Lopez, un altro veterano che però abbraccia la linea buonista: «È lampante e dimostrato che Jannik non abbia fatto nulla per migliorare la sua performance. Ha accettato tre mesi di stop prendendosi la responsabilità dell’errore di altri. Una sospensione più lunga avrebbe reso il nostro sport più pulito? Non credo».

 

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Stupisce, nel coro di voci e nel fuggi fuggi generale (Alcaraz diventato testa di serie n.1 a Doha per la squalifica di Sinner ha evitato la conferenza stampa pre torneo), la durezza del comunicato stampa scritto dalla Professional tennis player association (Ptpa), il sindacato parallelo all’Atp che non avrebbe mai visto la luce se a fondarlo non fosse stato, insieme al canadese Pospisil, il fuoriclasse dei 24 Slam Novak Djokovic. «Il sistema non è un sistema. È un club — si legge —. Quella che dovrebbe essere discrezione caso per caso è di fatto una copertura per accordi fatti su misura, trattamenti ingiusti e sentenze inconsistenti. Mancano trasparenza e coerenza. Manca la credibilità delle agenzie. Atp, Wta, Grande Slam, Itia e Wada non si impegnano per creare un giusto e trasparente sistema nel futuro».

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Djokovic che spalleggia Kyrgios e poi abbraccia Sinner nei vialetti dell’Australian Open. Djokovic che debutta a Doha oggi in doppio. E poi dirà la sua. Ma quale Djoker?

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