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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
C’è vita su Marte. Due ragazzacci esplodono in pieno San Siro il loro talento e alimentano la speranza. Locatelli e Donnarumma. Uno crea, l’altro conserva. Cinque anni di napalm bianconero hanno desertificato il pallone, degradandolo a una non storia. Copione scritto a monte che uccide attori e spettatori.
Ingrassato artificialmente come quello delle oche con tonnellate d’illusioni tossiche, il fegato dei tifosi di Roma, Napoli e ora anche il Milan, intravede uno spiraglio. La dittatura juventina sta per cadere? Quanto c’è di allucinatorio e balordo in questo quesito? Durerà? Se sì, quanto durerà?
Andiamo a vedere. Argomenti a favore (degli speranzosi). La Juventus ha perso Pogba che, a sua volta, si è perso a Manchester, dove a Mourinho di magico è rimasto solo il conto in banca. Pogba a Torino era un valore assoluto. Non è stato sostituito. Marchisio tende a farsi male. Vidal non c’è più da un pezzo. Khedira è solo una buona spalla, Lemina ed Hernanes nemmeno quello.
Pjanic è quello che è, cioè quello che è sempre stato, luce che va e viene. Non sai mai quando va e quando viene. Difficile affidarsi. La difesa. Ovvero, l’assoluto. L’oro di Conte e poi di Allegri. Buffon ci crede sempre, gode ancora a quarant’anni stare dentro un paio di mutande e acchiappare palloni, anche di più gli piace sfanculare i suoi detrattori.
Sconta in positivo l’ottusità pedante dell’orgoglio che lo dismisura, in negativo la non minore ottusità del tempo che lo consuma. E l’inevitabile assedio di altre futuribili vite da sfamare e indovinare. Difficile immaginarlo stabile nella stratosfera. Per motivi di anagrafe e di usura, stesso discorso per Barzagli, Bonucci e Chiellini. Il quarto, Benatia, è grandioso, ma si strappa facile. Sui due lati il mondo è brasiliano, Alex Sandro e Alves, bello quando avanza, astratto quando difende. Veniamo alla compagnia cantante.
Higuain e Dybala, sulla carta, spaccano il mondo. Tradotti in pura somma aritmetica fanno spavento. Ma, la carta è straccia. E il mondo non fa una piega. Higuain è ancora un corpo estraneo, e che corpo. Segnerà anche quest’anno un pacco di gol, inevitabile, ma dentro la partita è quasi sempre un fantasma. Se non segna, non è. Dybala è immenso. Commuove noi esteti. Ma, intanto, ha un muscolo da riparare e, lontano dall’area, è molto chic ma poco choc.
Aggiungi che Mandzukic, messo in panca, si deprime e che Cuadrado sa di essere ma non sa più bene cosa. Aggiungi che Allegri è un discreto istitutore (ora che ha imparato anche a portare la voce), ma non proprio un inventore di calcio. Utilizza il talento, ma non lo esalta. Roccioso e poco musicale. Aggiungi che arbitri meno condizionati cominciano a fallare contro la Juve (vedi Rizzoli sabato). Aggiungi che la Champions è quest’anno l’obiettivo esplicito e che, in quanto esplicito, divora il doppio delle energie. Aggiungi, infine, che la felicità è insopportabile per chiunque quando replica a oltranza e cinque volte sono più che un’oltranza. Metto insieme tutto e dico sì, ragazzi, fate bene a crederci. .
BUFFON LIONE JUVENTUS
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