DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. SI SBLOCCA CR7, MA DOUGLAS COSTA SPUTA SULLA FESTA DELLA JUVENTUS
Giorgio Gandola per “la Verità”
Mai banale. Aveva segnato il gol più bello a Torino in rovesciata con la vecchia maglia e per non essere ripetitivo ha segnato - come primo in Italia - il gol più brutto di sempre a Torino facendo tap-in a porta vuota da un metro dopo una frittatona con le cipolle del difensore centrale del Sassuolo, Gianmarco Ferrari, che fin lì era sembrato un fenomeno.
È il 50° quando lo Stadium esplode: con un semplice tocco Cristiano Ronaldo si toglie un peso; lo toglie ai compagni impegnati a passargli la palla anche quando non avrebbe senso; lo toglie a Max Allegri costretto ad affrontare da sei conferenze stampa la stessa domanda; lo toglie a milioni di tifosi bianconeri che attendevano questo istante dalla discesa del messia pallonaro in elicottero.
Bello o brutto, un gol è un gol. E i tre punti contro la squadra emiliana durata un' oretta scarsa (risultato 2-1 per chi ha passato la domenica su Marte) sono tutti suoi, del calciatore più titolato del mondo, che un quarto d' ora dopo si concede il bis. Douglas Costa, scardinatore sopraffino di difese troppo spesso dimenticato in panchina, ha un tocco di biliardo per Emre Can che dopo una volata in contropiede (in casa) pesca CR7 al limite: mirino telescopico sull' angolo più lontano e palla che finisce proprio lì dopo classico diagonale, con il portiere Andrea Consigli fulminato in controtempo. Il gol di Khouma Babacar arriva troppo tardi (92°) per alimentare illusioni.
A questo punto è fiesta, è primato in classifica, è punteggio pieno, è viatico perfetto per arrivare sui blocchi di partenza della Champions league da vincere. Tutte le rivali sono già dietro, addirittura Roma e Inter sembrano quasi tagliate fuori. E comunque saranno costrette a rimonte disperate e ad affrontare gli scontri diretti con la Signora nella situazione più scomoda possibile; quella di chi è costretto a vincerli, quindi a lasciare al signor Ronaldo praterie in ripartenza.
Siamo al 17 settembre e possiamo già tranquillamente confermare che la Juventus è di un altro pianeta (quattro vittorie su quattro); sembra il Bayern Monaco in Germania (tre su tre) e il Psg in Francia (cinque su cinque). Sbadiglio.
Nel primo tempo contro il Sassuolo gioca male, è perfino più lenta e involuta dell' Inter anche per la sudditanza di tutti nei confronti del re all' asciutto: la prima e anche la seconda opzione di Sami Khedira, Mario Mandzukic e Paulo Dybala non è puntare la porta ma passarla a Ronaldo come se fosse Altafini da far segnare all' ultima giornata, con la conseguenza d' una prevedibilità infinita.
Eppure, con il motore al 60%, davanti alla squadra con l' attacco più prolifico del campionato (otto gol) messa in campo in modo spregiudicato da Harry Potter De Zerbi, la Juventus mostra una solidità pazzesca, guadagna metri come un carroarmato, fa capire che qui ogni ciuffo d' erba si conquista lottando. Testa d' acciaio e muscoli d' acciaio come vuole Allegri. Alla fine l' avversario, confuso e stremato (con due bizzarri tentativi di autogol sul groppone), è costretto a passare alla cassa perché c' è sempre un conto da pagare.
Cristiano fa doppietta e tutto torna alla sua rassicurante normalità. È tenero sapere dal tecnico bianconero che un fenomeno come CR7 fosse «avvelenato per il gol».
Aggiunge Allegri: «Ci era già andato vicino, è stato frettoloso un paio di volte. Il calcio dà e il calcio toglie, così ha fatto il primo gol in modo fortunoso. Il secondo invece è stato bellissimo».
L' allenatore allontana i sospetti di leziosità: «Oggi l' unico che non è andato di tacco è stato proprio Ronaldo». Poi ecco una stoccata ai giornalisti, con i quali i rapporti non saranno mai idilliaci: «Dybala titolare? Ieri non ho detto che non avrebbe giocato, bisogna stare attenti alla conferenza. Avevo detto che giocava ma sapevo che tanto nessuno capiva».
Cristiano fa doppietta, i tifosi giustamente esultano. Ma i fuochi d' artificio mediatici a reti unificate sono perfino imbarazzanti perché nessuno poteva dubitare che un cinque volte pallone d' oro, professionista del calibro del portoghese, avesse deciso di svernare a Torino per 30 milioni a stagione. Il fuoriclasse ha segnato, segnerà ancora, sarà decisivo perché lo è da 14 anni e le due reti al Sassuolo fanno statistica.
Lui stesso le commenta a Sky Sport con realistica sobrietà: «Un po' d' ansia c' era dopo il mio passaggio dal Real Madrid, c' era grande attesa e la sentivo. La vita è così, sto lavorando bene e i compagni mi aiutano alla grande ad adattarmi al nuovo campionato. Avevo voglia di segnare, sono contento. Adesso via con la Champions, la competizione che amo di più. Speriamo di avere fortuna, non vedo l' ora».
CRISTIANO RONALDO IN JUVENTUS SASSUOLO
Liquidata la pratica sulla casella dei gol fatti dall' uomo-immagine, ci sarebbero due episodi poco edificanti da segnalare: i consueti cori antinapoletani degli ultrà bianconeri che radicalizzano così una biliosa contrapposizione priva di senso e il delirium tremens finale di Douglas Costa. Il brasiliano ancora una volta cambia volto alla partita, andando a doppia velocità rispetto agli avversari (e anche a Dybala) sia con il pensiero, sia con le gambe. Come lui solo Joao Cancelo, mal di testa ambulante per gli avversari e per Luciano Spalletti che lo ha lasciato andare via.
Quando Douglas Costa entra a gara in corso è devastante perché salta l' uomo e sa sempre dove mettere il pallone per far male alle difese. Per la prima volta però sporca la sua immagine da bravo ragazzo lasciandosi trascinare negli abissi del raptus che potrebbe costargli tre giornate e fargli saltare la prima partita impegnativa, quella contro il Napoli. A gara praticamente finita tira una gomitata e una testata a Federico Di Francesco sotto gli occhi dell' arbitro Daniele Chiffi senza che nulla accada.
CRISTIANO RONALDO IN JUVENTUS SASSUOLO
Poi il brasiliano sputa platealmente all' avversario e il direttore di gara, svegliato dal suo sonno peloso dal Var, è costretto a estrarre il cartellino rosso. Una scena desolante che ancora una volta dà la misura della mediocrità e della mancanza di personalità di una classe arbitrale che avrebbe bisogno della tecnologia anche per determinare i falli laterali. E che invece è riuscita nell' intento di soffocarla nella culla.
2 - UNA GOMITATA, UNA TESTATA E UNO SPUTO: PER ESPELLERE DOUGLAS COSTA CI VUOLE IL VAR
Da http://www.sportmediaset.mediaset.it
Una gomitata, una testata sotto gli occhi dell'arbitro e uno sputo in faccia più due minuti di attesa perché il Var sancisse quello che le immagini televisive avevano già abbondantemente evidenziato e chiarito, e cioè che Douglas Costa andava espulso. Il tutto nei secondi conclusivi di Juve-Sassuolo (il cartellino rosso è arrivato al 93esimo) quando il brasiliano ha perso la testa e se l'è presa con Di Francesco (tra i due c'era stato in precedenza uno scontro di gioco in prossimità dell'area degli emiliani).
Bravo invece il giocatore neroverde a non reagire dopo essere stato colpito due volte (la seconda proprio davanti all'arbitro Chiffi che si è limitato ad ammonire lo juventino) e soprattutto dopo avere ricevuto uno sputo in faccia. Un comportamento incomprensibile e deplorevole quello di Douglas Costa, sfuggito al direttore di gara ma non alle telecamere. Un rosso pesante che potrebbe costare adesso molto caro al brasiliano: lo sputo di per sé è infatti assimibilabile alla condotta violenta, punita con tre giornate, e se così fosse salterebbe la trasferta di Frosinone e le partite con Bologna e Napoli allo Stadium. Da capire, però, se nella sua valutazione il giudice sportivo terrà conto anche dei due precedenti colpi rifilati all'avversario.
ALLEGRI: "COMPORTAMENTO INACCETTABILE"
E con Douglas Costa non ci è andato giù leggero nemmeno Allegri. Il tecnico bianconero prima lo "scagiona" parzialmente spiegando che "è stato provocato". Poi, più a freddo, chiarisce: "Quello che ha fatto è inaccettabile per un giocatore come lui. Ha messo in difficoltà la squadra e adesso starà fuori per qualche partita. Se la società prenderà provvedimenti? Certamente, sarà multato, da noi funziona così".
3 - DOUGLAS COSTA SPUTA MA ZAGO FECE MEGLIO
Paolo Ziliani per il “Fatto quotidiano”
Ora è necessario che Douglas Costa non si monti la testa: perchè lo sputo in faccia tirato a Di Francesco jr nel finale di Juventus-Sassuolo 2-1 - doppietta di Cr7 in secondo piano - dopo che l' arbitro Chiffi aveva tentato in tutti i modi di evitargli il rosso a dispetto della testata in faccia inferta all' avversario proprio sotto i suoi occhi (e sorvoliamo sulla gomitata in viso sferrata allo stesso Di Francesco poco prima), lo sputo in faccia, dicevamo, gli regalerà una settimana di popolarità; e però, il buon Douglas deve stare con i piedi ben piantati a terra perchè un altro brasiliano di stanza in Italia fece di meglio, in tema-sputi, una ventina di anni or sono.
Parliamo di Antonio Carlos Zago, ex Corinthians, difensore a quei tempi trentenne, che nella stagione 1999-2000 riuscì nell' impresa di fare doppietta, campionato e coppa: uno sputo in serie A nientemeno che al Cholo Simeone, rischiando la vita dunque, durante il derby Roma-Lazio di novembre e poi uno sputo in Coppa Uefa a Rogerio del Boavista, una doppietta che gli procurò una sorta di immortalità in vita.
Non c' è curvarolo della Roma che non abbia cantato infatti, almeno una volta, il ritornello della canzone As Roma di Brusco con le strofe "Zago sputa foco come 'n drago" e "la gente potrà ssolo stà muta, artrimenti Ac Zago je sputa". Insomma: il brasiliano della Juventus è partito col piede, anzi, con la saliva giusta, ma se davvero vuole eguagliare Zago deve mostrare di che pasta è fatto anche in Europa, magari già mercoledì al Mestalla di Valencia in Champions.
Un bis in mondovisione è un' occasione che non capita tutti i giorni: noi non ci sputeremmo su. Il raptus di Douglas Costa riporta alla memoria gli sputatori folli del calcio mondiale: alcuni a dir poco famosissimi. Il primo a uscire di capoccia, ormai sono trascorsi 28 anni, fu Frank Rijkaard, il terzo olandese del Milan, che ai mondiali di Italia 90 durante Germania-Olanda si accapigliò in campo con Rudy Voeller cui, a parte le botte, sputò in testa.
Lo sputo di Rijkaard a Voeller
L' arbitro li cacciò entrambi e il buon Frank, uscendo dal campo, decise che un secondo sputo ci stava ancora. E glielo ammollò. Nel 2003, durante Lazio-Chelsea di Champions League, a uscire di testa fu Sinisa Mihajlovic, della Lazio, che a favore di telecamere sputò in faccia a Adrian Mutu: l' Uefa gli appioppò otto giornate di squalifica e il destino gli riservò anche la sorpresa, anni dopo, di ritrovare da allenatore della Fiorentina proprio Mutu come suo giocatore. Imbarazzo.
E che dire der Pupone, al secolo Francesco Totti? A Euro 2004 (anche se in partita nessuno se ne accorse, nemmeno la tv) il romanista sputò in faccia a Poulsen. Il caso esplose nei giorni seguenti, Totti venne fermato per 4 giornate. Poi ci fu Terry, capitano del Chelsea, che nella finale Champions di Mosca contro il Manchester United (2008) sputò a Carlitos Tevez, Rosi e Lavezzi che in Roma-Napoli si sputarono a vicenda, più democraticamente, se vogliamo; e infine, tenetevi forte, un bello sputo in faccia all' avversario lo vantano anche loro due, gli dei del calcio, Messi e Cr7: Messi sputò a Duda del Malaga in un match di Liga nel 2008, Cr7 (ai tempi del Manchester) sputo a Savage del Derby County che da gran signore a fine partita disse: "Avete visto le immagini? Strano, io in campo non mi sono accorto di niente". Chapeau.
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