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Alessandro Pasini per il Corriere della Sera
Ammirazione, stupore, imbarazzo. Li provocava quando vinceva due Mondiali MotoGp con la Ducati e la Honda; succede ancora adesso che è un collaudatore per hobby che, tra una battuta di pesca e una vacanza con la moglie Adriana e la figlia Alessandra Maria, si diletta a saltare in sella qua e là per tenere vivi polso, mente e un po' anche il portafoglio.
È il famoso effetto Stoner, uno che non è mai passato inosservato né mai lo farà nonostante si sia ritirato a fine 2012 a 27 anni. Suo infatti è stato il primo tempo nel primo giorno di test MotoGp a Sepang, in Malesia, davanti ai due ducatisti «veri» Andrea Dovizioso (di poco) e Jorge Lorenzo (di un' eternità).
Lo spagnolo è la star appena ingaggiata da Bologna per riportare a casa quel leggendario titolo che Stoner conquistò nel 2007 e l' imbarazzo nasce proprio da qui. Perché va bene che Por Fuera è nuovo e, come insegna l' avventura fallita da Rossi nel 2011-12, non è facile passare dalla Yamaha M1 alla Desmosedici, ma la forza simbolica dell' evento - Stoner 1°, Lorenzo 17° a 1"669 - resta comunque notevole.
«Ho capito che devo modificare radicalmente il mio stile di guida», ha detto scioccato Lorenzo, che a Casey sta chiedendo in questi giorni consigli e aiuto. Stoner, invece, è come se dalla Ducati, pur cambiata totalmente in questi anni, non fosse mai sceso e poco conta che sia solo un test; che lui con la Ducati era a Sepang a provare da qualche giorno; che ha fatto il tempo con la gomma morbida (variabile decisiva); che tradizionalmente la Rossa su questo tracciato vola; che la sessione è stata interrotta nel pomeriggio per la pioggia; e che forse oggi e domani lascerà il primato ad altri.
Casey è sempre Casey, il rider più veloce nella storia della MotoGp, e un po' di allenamento alla resistenza gli basterebbe per essere ancora competitivo coi migliori. Basta sentire le reazioni degli altri. Di ammirazione, come quella di Dovizioso: «Non sono sorpreso». Di stupore, come quella di Viñales: «Ma perché uno così veloce non corre?». E infine di sollievo, come quella di Valentino: «Meno male che non corre...».
Nello sport all' epoca dei Federer, e dello stesso Rossi, Stoner è uno che ha seguito l' altra via: ritirarsi presto, all' apice, aderendo totalmente alla propria vena anarchica e selvatica, per nulla tentato dalla gloria e dal denaro. Scelta forte, unica e perturbante, che ha lasciato nell' aria una domanda che rimarrà senza risposta, perché lui a tornare non pensa: che cosa sarebbe oggi la MotoGp con Stoner e Marquez?
Per oggi, dopo un solo giorno di scuola, è un mondo ovviamente in divenire. Oltre la Ducati a due facce c' è la conferma che Viñales (3°) sarà per Rossi (8°) un rivale pericoloso.
In tre test è finito tre volte davanti al boss: il segnale è chiaro anche se Vale, ieri frenato dal mal di testa, si dice contento della nuova M1. Bene anche l' approccio in Suzuki di Iannone (5°). In fase di studio del nuovo motore gli hondisti Marquez (9°) e Pedrosa (13°). E nella notte italiana si è ricominciato a girare, tutti a caccia di un baby pensionato di nome Stoner. Come se il tempo non fosse mai passato.
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