DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Guglielmo Buccheri per “La Stampa”
La serie A si scopre sotto sopra e tutto per l’effetto di un documento. Nove le firme, altre quattro in arrivo: sulla campagna elettorale per la presidenza della Federcalcio, da poche ore, c’è una variabile che avrà un suo peso specifico prima e dopo il voto. Cosa è accaduto all’interno della Confindustria del nostro pallone?
In principio c’era una votazione, 18 a favore del candidato Carlo Tavecchio, due (Juve e Roma) contrarie: era il pomeriggio del 24 luglio e i club di A si erano espressi per il numero uno dei Dilettanti voltando le spalle allo sfidante Demetrio Albertini. Poi, la gaffe mondiale di Tavecchio e, uno dopo l’altro, i dietrofront di Fiorentina, Sampdoria, Cesena, Sassuolo, Empoli, Torino e Cagliari.
albertini palo fuori foto mezzelani gmt
Queste sette società, insieme a Juve e Roma, hanno messo la propria firma sotto ad un documento che chiede ad entrambi i duellanti per la poltrona Figc di fare un passo indietro aprendo, nelle intenzioni dei promotori della svolta, le porte al commissariamento del presidente del Coni Giovanni Malagò.
andrea agnelli foto mezzelani gmt
La A si è messa in moto e l’aria di ribaltone rispetto alla posizione assunta due settimane fa si è tradotta in un atto formale. Nove sono le società già scese in campo, nelle prossime ore la lista si aggiornerà con l’adesione di Verona e Atalanta, forse Napoli ed Inter: una diversa maggioranza, quindi, che lascerà le sole Milan, Lazio, Genoa, Parma e Udinese a sostenere con forza il programma di Tavecchio (anche Chievo e Palermo nutrono dei dubbi).
La A cambia rotta, l’esito del voto di lunedì racconta ancora di un Tavecchio sopra la maggioranza del 50 per cento. «Ritirare la mia candidatura? Questa domanda va fatta al mio avversario...», così Albertini. L’obiettivo che si sono date le società del massimo campionato firmando il documento appare difficile da raggiungere perchè Tavecchio non intende fare un passo indietro visto che i numeri, seppur molto più piccoli, giocano al suo fianco: a quattro giorni dall’appuntamento nell’urna, il numero uno dei Dilettanti è dato nelle previsioni di voto attorno al 54 per cento.
«La prima cosa che farò - spiega Tavecchio al Tg1 - sarà quella di proporre la nomina di un consigliere federale con delega all’integrazione razziale, magari uno sportivo, magari un calciatore...». Nessun ripensamento, dunque. Tavecchio sostenuto dai suoi grandi elettori Galliani, Lotito e l’ex presidente della Figc Franco Carraro guarda all’urna con ottimismo, incassando, ieri, la conferma dell’appoggio della Lega di serie B che nell’urna pesa per il 5 per cento.
Il calcio italiano si muove a strappi. L’ultimo, il documento firmato da Juve, Roma e altri sette club, proverà a sparigliare i giochi perché sarà oggetto di dibattito anche nella riunione fra le società a poche ore dall’inizio dell’assemblea elettiva di lunedì.
In quell’occasione, il ribaltone rispetto alla linea del 24 luglio, quella del 18 a 2 pro-Tavecchio, potrebbe assumere dimensioni ancora più ingombranti e creare, così, un serio problema di governabilità al nuovo vertice della Figc. «Non appoggiamo e non votiamo nessuno dei due candidati alla presidenza Figc perché - si legge nel documento firmato dai nove club - per riformare il calcio italiano serve un largo consenso che ora non c’è. Tavecchio ed Albertini ne prendano atto e si ritirino...».
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