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“JOHN ELKANN SI NASCE, BRIATORE SI DIVENTA” – IL "BULLONAIRE" FLAVIO BRIATORE SI RACCONTA A IVAN ZAZZARONI TRA CALCIO, FERRARI E LE POLEMICHE SU SINNER – “LA JUVE NON VA BENE. HANNO PRESO DELLA GENTE SBAGLIATA, TUTTI CRITICANO ANDREA AGNELLI, MA CON LUI SI SONO OTTENUTI RISULTATI ECCEZIONALI. ELKANN? NON ESCLUDO CHE SIA PIU' INTERESSATO ALLA FERRARI" - “QUANDO PARLA UN POLITICO ITALIANO CAPISCO LA METÀ DELLE COSE CHE DICE. IO SONO CHIARO E DIRETTO, ME NE SBATTO SE A QUALCUNO NON STA BENE. IL DENARO DÀ LA LIBERTÀ, TI CONSENTE DI SCEGLIERE I MIGLIORI MEDICI AL MONDO..."
Ivan Zazzaroni per corrieredellosport.it - Estratti
«Flavio Briatore, un uomo che è innamorato del suo lavoro e che, proprio per questa ragione, miete successi anno dopo anno». Parto da qui: dal “pudore” col quale si descrive sui social. Imprenditore, ma anche - per wikipedia - dirigente d’azienda, dirigente sportivo, personaggio televisivo e socialite italiano. «C’è qualcosa di sbagliato? Sono un imprenditore in senso lato, in vari settori, dallo sport al food and beverage».
Immodestamente...
«Bisogna essere diretti».
Flavio, la sconfitta l’hai mai incrociata?
«Se è capitata non me ne sono accorto, mai fatto drammi. Non può aver inciso sulla mia vita, mi è mancato il tempo. Quando la tua realtà è la stessa di tante persone che lavorano per te e con te, il senso di responsabilità impone di guardare sempre oltre».
flavio briatore e fernando alonso - gp singapore 2008
(...)
Sei sempre stato questo? Mai un cedimento, neppure da ragazzo?
«John Elkann si nasce, Briatore si diventa. Sono percorsi molto differenti, non so dirti quale sia il più semplice».
Secondo te Elkann ama realmente la Juve o in fondo la subisce?
«Credo di sì: che la ami. È un tipo distaccato, forse anche timido, ma la Juve e la Ferrari sono parte della storia della sua famiglia. Non escludo che sia maggiormente interessato alla Ferrari, al motorsport. Ma è una questione di formazione, di gusto personale».
La Ferrari e Briatore potrebbero essere compatibili?
«Ho lavorato quindici anni con i francesi e uno che lavora per tanto tempo con i francesi è compatibile con tutti e tutto».
Mai stati vicini?
«Io e la Ferrari? No. Nel ’95-96, ai tempi di Giraudo alla Juve, Umberto Agnelli abbozzò un discorso. Ma a quei tempi ero socio Benetton, non se ne poteva fare nulla... La Ferrari è troppo importante per la Formula 1, non importa che sia vincente, competitiva sarebbe sufficiente. La Ferrari garantisce luce all’intero sistema. Ha una tifoseria che metabolizza rapidamente la delusione, troppo forte e sincera la passione».
Cosa le serve?
«Gli uomini giusti. Il prodotto lo fanno gli uomini».
(...)
La Juve è alla terza rivoluzione non solo tecnica negli ultimi tre anni.
«Non va bene. La stabilità è troppo importante. Hanno preso della gente sbagliata, ma allora serve uno studio più approfondito all’origine. Tutti criticano Andrea (Agnelli, nda) ma con lui si sono ottenuti risultati eccezionali. Ai tempi di Giraudo e Moggi eravamo fortissimi. Era Juve e Milan, oggi è Inter e Napoli».
A proposito, ti sei chiarito con i napoletani dopo la battuta sulla comprensione del linguaggio di Sinner?
«Quel ragazzo è nato per soli 5 chilometri in Italia, altrimenti sarebbe stato austriaco. Dovremmo essere felici e orgogliosi del regalo che ci hanno fatto i suoi e il destino. Sinner porta l’Italia nel mondo, un’immagine vincente, e noi ci preoccupiamo della sua residenza fiscale, del suo no alla Davis. È un campione centratissimo, non va a Sanremo...»
Ancora con Sanremo?
«Intendo dire che è totalmente assorbito dallo sport e in primo luogo vuole essere italiano».
Non hai risposto sui napoletani.
«Occupiamoci delle cose serie, non delle battute».
Non ti curi mai degli effetti delle cose che dici.
«Ho la libertà che mi deriva da una buona condizione finanziaria e dal non avere obblighi politici. Quando parla un politico italiano capisco la metà delle cose che dice. Io sono chiaro e diretto, me ne sbatto se a qualcuno non sta bene».
Stai dicendo che il denaro dà la libertà.
«Al cento per cento. Il denaro ti consente di scegliere i migliori medici al mondo... Ivan, se voglio dire che tu mi stai sulle balle a Ballando lo dico, non mi curo della posizione che hai».
Perché proprio io, scusa?
«Era solo un esempio... Posso sbagliare, ma sono il primo critico di me stesso».
L’unico che ascolti.
Ride. «Qualcosa di buono ho combinato. Ho vinto con Benetton, con Renault, con Michael e Fernando. Stesso regista, due film e due attori diversi. Non credo che ci siano riusciti altri. Anche con la Ligier, a Montecarlo, con Panis. Quando nel ’95 mi resi conto che i motori Cosworth non erano competitivi, con l’aiuto di Ecclestone e Benetton presi la Ligier. Intuizioni e creatività».
Flavio, ogni tanto ti ricordi di avere 75 anni?
«Non voglio pensarci. Non sono io. È un sosia. Quest’anno ho fatto 450 ore di volo e in aereo mentre i collaboratori più giovani dormono, l’unico che resta sveglio sono io. Cinque anni fa dicevano che Fernando fosse vecchio...».
Tre domande secche. Il miglior pilota di F.1 che hai conosciuto?
«Michael e Fernando».
Il campione juventino?
«Platini».
Ma come cazzo è ’sta crazy pizza?
«Volevo fare una pizza senza lievito e ci sono riuscito. Crazy Pizza non è una pizza ma un evento, un’esperienza». Al Pata Negra.
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