CHE FAI, MI CACCI? ALLEGRI SMENTISCE LA FIRMA CON LA ROMA, MOU “MINACCIA” DI RESTARE A MADRID…

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1. ALLEGRI NO ALLA ROMA
Stefano Scacchi per "Repubblica.it"

Prima di affrontare il Torino domani pomeriggio a San Siro, Massimiliano Allegri deve fronteggiare le voci sul suo possibile futuro lontano dal Milan, in particolare sulla panchina della Roma, da tempo indicata come l'approdo più probabile dell'allenatore livornese in caso di separazione con i rossoneri (secondo il Corriere della Sera di oggi, le due parti avrebbero già sottoscritto un contratto triennale).

Allegri, cosa c'è di vero?
"Sono arrivate le smentite di tre società (Inter compresa perché anche i nerazzurri sono stati inseriti tra i pretendenti al tecnico toscano, ndr). E non c'è bisogno che mi aggiunga a queste smentite. Queste sono illazioni, ho un contratto con il Milan e sono concentrato con i ragazzi e la società, all'ottenimento di un obiettivo importante e quasi impossibile mesi fa. Questo argomento va chiuso da ora fino a fine stagione, e fortunatamente è stato chiuso - ha continuato alzando il tono di voce - nel rispetto mio, della Roma e dell'Inter, che hanno allenatori importanti".

Ma ormai manca poco al termine della stagione.
"Parlare di mercato non ha senso e mi dispiace leggere di aver firmato con la Roma perché sono una persona onesta e qualsiasi cosa dovesse succedere ho sempre detto che i primi a saperlo sarebbero i miei datori di lavoro. Da ora fino a fine stagione non parlerò più del mio futuro e ne parlerò poi solo con il mio presidente e con l'ad Galliani (che al
termine della conferenza ha salutato i giornalisti con una battuta: ''Vado a mangiare con il mio allenatore del cuore''). In tre anni col presidente ho avuto e ho un ottimo rapporto".

La squadra come reagisce a queste voci?
"Sono illazioni che non ci destabilizzano e non ci distraggono dal nostro obiettivo che è il terzo posto. E' normale che in questo periodo ci siano voci di mercato su allenatori e giocatori, ma in questo momento non mi interessano, nella testa ho solo la voglia di finire al meglio la stagione.

Il terzo posto sarebbe come uno scudetto per come è andata la stagione. Il quarto posto non sarebbe un fallimento, ma sarebbe un risultato amaro e non ci voglio nemmeno pensare. Per come è concentrata la squadra, potrebbe anche giocare senza allenatore le ultime quattro partite di campionato".

Ma quali sono i suoi rapporti attuali con Berlusconi?
"Non si può sempre essere d'accordo su tutto, ma non è detto che uno scambio di vedute fra l'allenatore e il presidente o l'amministratore delegato possa creare malumori. Con il presidente ho un ottimo rapporto da tre anni, e con Galliani ancor di più perché abbiamo un confronto quotidiano. Quello che mi interessa è sapere di avere la fiducia della società".

Quando deciderà cosa fare nella prossima stagione?
"Ne parlerò a campionato finito con il presidente Berlusconi e Galliani. Come ho detto un mese e mezzo fa, se dovesse esserci qualcosa, i primi a saperlo sarebbero il presidente Berlusconi e l'ad Galliani. Nei migliori matrimoni, anche se su questo non posso essere affidabile (battuta legata al fatto che Allegri ha deciso di non sposarsi a poche ore dal primo matrimonio e ha alle spalle un divorzio, ndr), la diversità di vedute non significa che non vado d'accordo con il presidente. Ci siamo sentiti prima e dopo la partita di domenica con il Catania, con lui non ho mai avuto problemi. Quando parliamo lui mi dice cosa penso e io pure, ma è il normale rapporto fra datore di lavoro e dipendente".

Ma quali sono le sue intenzioni?
"Il mio intento è quello di rimanere al Milan. E' il club più titolato al mondo e tutti gli allenatori ambirebbero a sedere qui in panchina. Io ci sono e non capisco perché dovrei pensare di andarmene. Tranquillo? E' una parola che non mi piace, sono sereno".

Dubbi di formazione per domani?
"In attacco ci saranno Balotelli e Boateng e poi deciderò se El Shaarawy o Robinho. Devo valutare la situazione di El Shaarawy (ha una leggera infiammazione alla caviglia destra, ndr)".


2. L'ARTICOLO CHE HA SCATENATO LA SMENTITA:
"ALLEGRI HA SCELTO ROMA"
Alberto Costa per il "Corriere della Sera"

Come Zac. O quasi. Mai calcisticamente amato, mai realmente compreso. E alla fine costretto a salutare la compagnia. Alberto Zaccheroni non ce la fece a completare la terza stagione rossonera: licenziato in diretta televisiva la sera del 13 marzo 2001 dopo l'1-1 casalingo con il Deportivo La Coruña nel secondo turno della Champions League. Massimiliano Allegri, dopo avere rischiato di fare la fine del collega già a novembre in coda alla sconfitta di San Siro con la Fiorentina, ha scelto invece di giocare in contropiede: alla conclusione del campionato, vale a dire tra quattro partite, mollerà baracca e burattini e se ne andrà alla Roma.

Questione di orgoglio perché a tutto c'è un limite. E non v'è dubbio che Silvio Berlusconi negli ultimi mesi abbia ecceduto con le stilettate velenose al suo indirizzo, quasi sempre in privato ma si sa che il privato del Dottore molto spesso finisce sbattuto in prima pagina.

Anche Zac, come Allegri, aveva vinto lo scudetto alla sua prima stagione rossonera ma passava per comunista e giocava con la difesa a tre: un modo di essere che agli occhi di Berlusconi lo aveva trasformato nel diavolo al cospetto dell'acqua santa. Il conte Max non è comunista e non gioca con la difesa a tre, però al presidente non piace lo stesso.

A puntellargli la panca, oltre al mix di pazienza e di arti diplomatiche by Adriano Galliani, è stata soprattutto la recessione. In altri tempi sarebbe già stato congedato, ora invece non ci si può permettere di gettare al vento un contratto in essere (scadenza programmata nel giugno del prossimo anno) del costo (al lordo) di 5 milioni di euro annui. A ben vedere l'insofferente Berlusconi avrebbe avuto più di una giustificazione se si fosse liberato di Allegri al termine della stagione scorsa, dopo lo scudetto gettato al vento nonostante la presenza di Ibra e Thiago Silva.

Ma quest'anno le critiche presidenziali sono parse soprattutto provocazioni ad hoc dopo che un'intera grande squadra era stata rasa al suolo nel corso del mercato estivo.
Se l'obiettivo era quello di logorare la resistenza dell'allenatore, di provocarne la piccata uscita di scena, ci pare che il patron milanista non abbia sbagliato una mossa.

Il dado infatti è tratto e Allegri ha deciso di accettare il futuro (almeno triennale) in giallorosso, tanto che risulta si stia già attivando in prima persona per la messa a punto del mercato. Del resto non è un mistero che la Roma sia la squadra che, una volta chiuso il capitolo rossonero, lo intrighi più delle altre: Pjanic, Lamela, Destro, Marquinhos.

Certo, sarà interessante osservare come riuscirà a rapportarsi con Francesco Totti, core de Roma e monumento vivente: non è che a Milano la convivenza con i vari Gattuso, Nesta, Ibra, Pirlo, Seedorf e compagnia cantante sia risultata delle più facili. Scegliendo Roma, da un lato Max ha liberato Berlusconi dalle sue ossessioni e dall'altro ha voluto compiere un gesto di rispetto nei confronti del popolo rossonero tappandosi le orecchie davanti alle offerte (reiterate) dell'Inter. Perché, come sempre, a tutto c'è un limite.


3. MOURINHO CONGELA 'ADIOS', NON HO DECISO SE LASCIO REAL MADRID
(Adnkronos) - ''Non ho ancora deciso se resto o vado via. I primi a saperlo saranno mia moglie e i miei figli''. Jose' Mourinho congela l''adios' al Real Madrid. La stampa inglese, e in particolare il tabloid The Sun, assicura che lo Special One tornera' al Chelsea: il tecnico portoghese avrebbe definito i dettagli dell'affare a Londra, in una cena con il patron Roman Abramovich nel ristorante italiano La Famiglia.

''Queste voci riguardano tutti i club: a Parigi si dice che vada via Ancelotti. Al Bayern, se ne va il tecnico che ha vinto un campionato da record e arriva Guardiola. Al City si dice che va via Mancini. Al Chelsea va via Benitez e arrivo io, o qualcun altro'', dice. ''Gli allenatori lavorano con la massima professionalita' e si adattano a queste situazioni. Io sono onorato di far parte di questo club, sono meno contento perche' sono stato eliminato due giorni fa dalla Champions. Ma vado avanti''.

''Posso confermare che davanti ho ancora 5 partite e una finale di Coppa del Re. Parleremo del mio futuro con il presidente alla fine della stagione. Lo faremo da amici, ci metteremo al tavolo e parleremo tranquillamente'', prosegue il tecnico lusitano. ''Non avverto la pressione dei media, non e' un problema per me -dice facendo riferimento ai rapporti con la stampa-. Sono io a mettermi pressione per primo e sui club che ho lasciato non ho detto parole negative, tutto il contrario. Quando andro' via da qui, non succedera' nulla di diverso''.

 

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