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1. STADIO ROMA: CONFERENZA SERVIZI CHIUDE CON UN NO
(ANSA) - La Conferenza dei servizi sullo Stadio della Roma si è chiusa con esito negativo. A determinare l'esito dei lavori, tra l'altro, la mancata variante urbanistica da parte del Campidoglio e l'avvio del procedimento di vincolo da parte del Mibact. Ora i proponenti avranno tempo fino al 16 giugno per presentare controdeduzioni. Per avviare una nuova Conferenza dei servizi è necessario che nelle controdeduzioni siano mantenute le opere pubbliche e di interesse generale, e che esse siano eseguite contestualmente a quelle private.
2. STADIO, L' ITER VERSO LO STOP ECCO LE OPERE CHE SALTANO
Lorenzo De Cicco per ‘Il Messaggero - Roma’
VIRGINIA RAGGI STADIO DELLA ROMA
IL PROGETTO
Il semaforo rosso dovrebbe accendersi stamattina, quando in Regione si riunisce per l' ultima volta la conferenza dei servizi sul progetto Tor di Valle. Secondo quanto filtrava ieri sia dalla Pisana che dal Campidoglio, l' organismo oggi dovrebbe bocciare definitivamente il progetto varato nel 2014 dall' ex sindaco Ignazio Marino. L' iter per costruire il nuovo stadio della Roma, con annesso «Ecomostro» di uffici e negozi, dovrebbe quindi ripartire da zero. Con una nuova conferenza dei servizi, anche se i privati sperano in uno sconto sui tempi della seconda procedura.
GLI OSTACOLI
A Palazzo Senatorio ieri ancora si parlava di una possibile «interruzione» della conferenza, per dare tempo al Comune di votare in Assemblea capitolina una delibera che contenga le modifiche approvate dalla giunta la scorsa settimana. Ma i tecnici della Regione sembrano orientati a non concedere un' altra sospensione (sarebbe la seconda, dopo quelladi febbraio).
Del resto, ragionano nei corridoi della Pisana, da quando è stata aperta la conferenza, a novembre, il Comune non ha mai votato una variante urbanistica per autorizzare la costruzione dello stadio e del mega-complesso di alberghi, uffici e negozi.
Manca una nuova delibera di interesse pubblico sulle modifiche pattuite con i privati (l' atto votato il 30 marzo è solo una memoria di indirizzo politico), nel frattempo i pareri spediti sia dagli uffici del Campidoglio che dai tecnici della Città metropolitana sono stati di «dissenso».
Anche la Regione, in assenza di una variante al Piano regolatore, ha espresso una Valutazione di impatto ambientale negativa.
Poi c' è il vincolo architettonico che ha deciso di apporre la Soprintendenza del Ministero dei Beni culturali, e quello «idrogeologico» introdotto nel 2015 dall' Autorità di Bacino.
I TEMPI Ecco perché oggi è probabile che la conferenza si chiuda negativamente, con una determina che dovrà poi essere recepita dalla giunta regionale. Anche in Campidoglio ieri mettevano in conto uno stop all' iter in corso.
«Domani apprenderemo il risultato», ha detto il capogruppo M5S, Paolo Ferrara. «Ci sarà bisogno di una nuova conferenza? Non sarà un ostacolo, andremo avanti spediti». In realtà, sotto traccia, in Comune c' è già chi ragiona sulla possibilità di chiedere subito la convocazione di una nuova conferenza. Con la speranza di ottenere il via libera al nuovo progetto entro settembre-ottobre.
Ieri intanto è stata pubblicata sull' albo pretorio del Campidoglio la delibera con cui la giunta Raggi, giovedì scorso, ha recepito le modifiche concordate con i privati il 24 febbraio. Rispetto alla delibera del 2014, nel nuovo atto sparisce definitivamente il Ponte carrabile sul Tevere, (si parla del Ponte dei Congressi «finanziato dallo Stato»). Tra le opere confermate, non c' è traccia neanche del sottopasso ferroviario di via Luigi Dasti, in zona Magliana, dell' allargamento della stazione Tor di Valle, dei pontili da realizzare sul fiume in prossimità dello stadio.
Nessun riferimento anche per il numero di treni che i privati dovrebbero acquistare per potenziare la Roma-Lido e raggiungere l' obiettivo di «16 convogli l' ora» nelle fasce di punta. Quanto alla possibilità che parte delle infrastrutture vengano pagate con soldi pubblici, nella delibera si legge che potrebbero essere previste «diverse modalità di finanziamento delle opere di interesse pubblico». Non viene confermata neanche la «contestualità» della realizzazione di negozi e uffici rispetto alle infrastrutture.
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