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Giovanni Terzi per “Libero quotidiano”
pantani madonna di campiglio 4
«Nel 1999 quando Marco Pantani fu fermato al Giro d' Italia a Madonna di Campiglio per la eccessiva presenza di globuli rossi nel sangue, verosimilmente dovuta al famigerato Epo, quasi tutti i primi dieci in classifica facevano uso di sostanze dopanti per migliorare l' ossigenazione del sangue ed avere prestazioni sportive più competitive».
Esordisce così Angelo Zomegnan, giornalista e direttore unico del giro d' Italia dal 2004 al 2011, appassionato di sport e di ciclismo da quando, ragazzino, seguiva un suo amico nelle gare regionali e ne faceva sia l' accompagnatore che l' ufficio stampa.
«Erano anni bui quelli della fine del secolo dove gli atleti cercavano di migliorare in tutti i modi le loro prestazioni, nulla era vietato ma semplicemente governato».
Cosa intende dire Zomegnan?
«Che non si contrastava fattivamente l' uso dell' eritropoietina ma semplicemente i globuli rossi prodotti artificialmente dovevano rimanere entro il cinquanta per cento di percentuale nel sangue. Ossia il quarantanove e nove di percentuale era consentito più l' 1 per cento di tolleranza. Il cinquantuno per cento era fuorilegge».
Lei vuole dire che era una pratica consolidata a quasi tutti i ciclisti?
«Assolutamente sì. Non si vietava l' uso dell' eritropoietina ma si cercava di gestirne l' uso, non una cosa eticamente bella. Le voglio fare un esempio: è come se il furto fosse di soldi fosse consentito e non punito sotto i mille euro ma a mille ed un euro si andasse in prigione».
Ben diverso dal sogno del ciclismo con cui lei è cresciuto nella provincia lombarda...
«Il ciclismo e la metafora della vita. È uno sport che richiede sacrificio, sudore ed una meta da raggiungere. Mi creda che quando una persona inizia a seguire le gare ciclistiche su strada non riesce più a farne a meno e fu così che iniziai a scrivere anche per dei giornali locali. Ero un "abusivo", cosi ci chiamavano quelli senza contratto in modo poco politically-correct, oggi in modo più gentile li chiamano free-lance.
Piano piano iniziai a scrivere fino a diventare vice direttore nel 2003 della Gazzetta dello Sport con la direzione di Pietro Calabrese che prese il posto del mitico Candido Cannavò fatto fuori per colpa di Crozza».
Scusi in che senso Cannavò fu fatto fuori per colpa di Crozza?
«Cannavò diresse la Gazzetta per diciannove anni e il giornale divenne "la Gazzetta di Cannavò". A questo si aggiunse l' imitazione di Crozza che, a mio parere, non piaceva alla proprietà».
Torniamo a Pantani. Quella della test dell' eritropoietina a Madonna di Campiglio fu una tragedia umana e sportiva senza precedenti. Cosa sa di quel momento?
«Premetto che ho un affetto enorme per la mamma di Marco, la signora Tonina, che si batte come un leone per, legittimamente, arrivare ad una verità giuridica dell' accaduto.
cesare romiti candido cannavo'
Sicuramente, come ho già detto, tutti cercavano di migliorare le prestazioni attraverso una maggiore ossigenazione del sangue e questo è molto importante da dire perché hanno cercato di fare passare Pantani come il delinquente nel convento di benedettine e così non era. C' era chi si faceva di epo, chi si faceva rinchiudere in una camera ipobarica, come Gotti, e chi addirittura si rimpinzava di viagra».
Addirittura il viagra?
«Mi creda possiamo dire che era evidente! C' erano alcune Miss che rimanevano stupite che, dopo duecento chilometri di fatiche estenuanti i corridori mostravano la loro parte intima pronta per un atto sessuale».
L' eritropoietina era la sostanza più usata dai ciclisti?
Speciale Marco Pantani Pantani
«Certamente. Sostanzialmente si dopava il sangue facendo aumentare i globuli rossi che sono il mezzo con il quale viene apportato ossigeno dai polmoni ai muscoli e la maggiore concentrazione di questi può migliorare la capacità aerobica di un atleta e di conseguenza anche la sua resistenza». Da sempre Pantani si è difeso dicendo che la sera prima la sua percentuale di eritropoietiina era sotto il cinquanta per cento e che fosse impossibile una crescita percentuale nella notte.
Cosa ne pensa?
«Si sapeva a Madonna di Campiglio che l' UCI avrebbe fatto i controlli così che ogni squadra aveva al seguito un macchinario funzionale al controllo indiretto di Epo nel sangue. Secondo me sta qui l' errore. C' erano squadre che investivano pesantemente nelle pratiche vietate e nei controlli preventivi ed altre che si affidavano ad un semplice massaggiatore».
Un atto d' accusa forte Zomegnan non crede?
«È la verità. Pantani era un perfezionista assoluto e forse chi stava accanto a lui non era all' altezza».
Parla del massaggiatore del campione di Cesenatico?
«A me chi ha dichiarato "mi porterò i segreti nella tomba" non piace. Qui c' è una famiglia, mamma Tonina e papà Ferdinando, che aspettano notizie e vogliono conoscere la verità. Tutti si deve collaborare affinché emerga».
Pantani si sentì tradito da un sistema, aveva ragione?
«Secondo me sì. Il team del Pirata ha commesso errori e lui è diventato il capro espiatorio di un sistema marcio».
Si è parlato di scommesse clandestine ed addirittura di Vallanzasca che raccontò di essere stato messo a conoscenza di giri loschi che volevano non far vincere Pantani. È vero? A chi poteva dar fastidio il campione romagnolo?
«Ho saputo anche io delle scommesse clandestine; certo che un fenomeno come lui e con il suo carattere non era a tutti simpatico».
Mi può spiegare meglio?
«Marco era un ragazzo semplice ed aveva scelto di stare nella sua squadra, la Mercatone Uno, non accettando altre offerte. Questo non ti rende simpatico agli occhi di chi vuole farti cambiare squadra. Poi ricordiamoci l' epica rimonta il 30 maggio del 1999, a pochi giorni da Madonna di Campiglio. Ai piedi della salita finale che portava al Santuario di Oropa, Pantani dovette fermarsi e mettere i piedi a terra. La catena era saltata, così come pareva fosse saltata la possibilità di vincere una gara che avrebbe messo al sicuro la sua maglia rosa conquistata il giorno prima.
Il Pirata si improvvisò meccanico e perdette contatto con il gruppo di testa quando si era appena a dieci chilometri dalla fine; fu lì che diede avvio a una delle più entusiasmanti rimonte della storia del ciclismo a tappe. In pochi chilometri superò complessivamente quarantanove corridori e andò a riprendere Gotti, Jalabert e gli altri rivali di classifica che comandavano corsa».
Dimostrò anche in quella occasione di essere un grande campione...
«Marco era un ragazzo generoso in tutto, nella vita come nello sport. Ricordo Charly Gaul, uno dei più grandi scalatori della storia chiamato "l' Angelo della montagna", che lo aspettava fuori dalla roulotte per salutarlo (un po' come se Mozart volesse l' autografo da Morandi) e, mi creda, questo gesto fa capire quanto Marco fosse considerato un campione straordinario».
Lei racconta di un campione generoso e perfezionista ma quali altre caratteristiche aveva Pantani?
la stanza di marco pantani in hotel
«Era sicuramente fragile umanamente e per questo la vicenda di Madonna di Campiglio gli distrusse la vita, ed era l' uomo degli eccessi. Ricordo che mi raccontava che quando andava sotto sforzo si mordeva la lingua per sentire il sapore del sangue».
Poi incontrò brutte compagnie...
«Si allontanò dal mondo sportivo e si spense prima di tutto la sua anima. Lo vidi una notte a Milano nella sua macchina, non era più lui».
Si poteva salvare secondo lei Marco Pantani?
«Questo non lo so, i campioni sono i primi della classe e se sbagliano non lo fanno con la punteggiatura ma con la sintassi».
marco pantani bagnoPantani mollicatonina pantani 3SCRITTE IN RICORDO DI MARCO PANTANI MARCO PANTANI pantani, 10 anni dalla morte del pirata 11MARCO PANTANI pantani, 10 anni dalla morte del pirata 1MARCO PANTANI A MADONNA DI CAMPIGLIO CON I CARABINIERI DOPO LA SQUALIFICA AL GIRO DEL pantani, 10 anni dalla morte del pirata 12pantani, 10 anni dalla morte del pirata 13pantani, 10 anni dalla morte del pirata 14pantani, 10 anni dalla morte del pirata 15TONINA PANTANIpantani, 10 anni dalla morte del pirata 2pantani, 10 anni dalla morte del pirata 6pantani, 10 anni dalla morte del pirata 7pantani, 10 anni dalla morte del pirata 8pantani, 10 anni dalla morte del pirata 9tonina pantaniTOMBA DI MARCO PANTANIla stanza di marco pantani in hotel
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