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L’INCLUSIONE HA UN LIMITE – LA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEL NUOTO HA STABILITO CHE PER AVER DIRITTO A GAREGGIARE CON LE DONNE, GLI UOMINI CHE CAMBIANO SESSO DOVRANNO FARLO PRIMA DELLA PUBERTÀ – PER EVITARE DI ESCLUDERE TROPPI ATLETI, VISTO CHE IN POCHI RIESCONO A FARE TRANSIZIONE PRIMA DELL’ADOLESCENZA, SI PENSA DI CREARE UNA COMPETIZIONE APERTA A UNA TERZA CATEGORIA – IL CASO DI LIA THOMAS, NUOTATRICE TRANS AMERICANA PASSATA ALLA SQUADRA FEMMINILE BRUCIANDO TUTTI I RECORD...
g.zon. per “la Stampa”
Il nuoto stabilisce che per avere diritto a gareggiare con le donne, gli uomini intenzionati a cambiare sesso, devono farlo «prima della pubertà», in un'età imprecisata intorno ai 12 anni. L'età in cui ogni giorno ti senti una persona diversa.
Quello è il limite oltre il quale non c'è più tolleranza. Viene fissato al congresso dalla federazione internazionale dopo un voto capace di raccogliere il 71 per cento dei consensi grazie una domanda, un filo invadente: «Siete d'accordo con il cambio di regolamento?». In quelle norme si parla poi di livelli di testosterone da rispettare, più generici di quelli usati dall'atletica che cambia i parametri a seconda delle gare e si propone addirittura una commissione scientifica incaricata di valutare la possibilità di aprire una terza categoria.
Donne, uomini e? Non si sa. Il tema è ultra delicato e si gioca purtroppo a perdere, almeno al momento, perché la scienza in materia è troppo recente per avere risposte definitive, gli studi sono in evoluzione, la ricerca di linee guida vaga. Soprattutto se si considera che quei dati vanno incrociati a potenziali di persone che non sono nella norma. E non certo per il sesso scelto, ma perché si tratta di chi può gareggiare in un mondiale o un'Olimpiade, di chi per definizione ha caratteristiche straordinarie.
Quindi oggi, da qualche parte, bisogna fare un danno: ai trans che restano banditi dal professionismo o alle donne che si ritroverebbero in una competizione senza più la certezza dell'equità. Si deve per forza perdere, ma non è scritto che si debba farlo così tanto male. Il rispetto dovrebbe essere l'unica linea guida e invece è l'ultimo principio che entra in questo quadro. Così si strozza pure la speranza di un futuro. Federica Pellegrini ha detto al nostro giornale che «in assenza di una risposta vanno tutelati i diritti» e qui non c'è alcun tentativo di protezione.
Fissare un'età così acerba per la transizione significa lasciare l'opportunità a pochissimi. Alle persone, sicure, determinate, nate in famiglie pronte ad affrontare questo cambiamento e con le possibilità economiche di sostenerlo. Gli altri fuori dai giochi. Era meglio dire: non siamo pronti, per ora purtroppo possiamo solo escludere. Invece hanno aggiunto una regola che invece di chiarire discrimina e punisce.




Lia Thomas 4
Lia Thomas 3
Lia Thomas con una amica
Lia Thomas 2
Lia Thomas 5
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