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Da “sport.sky.it”
Flavio Briatore, il solito fiume in piena. Ospite a Sky Sport24 per presentare il suo libro dal titolo "Sulla ricchezza", l'imprenditore ed ex manager della Formula 1 ha affrontato molti argomenti, dai motori al calcio.
"La gente si aspettava da me un libro sulla F1. Piloti, gare vinte, amici, nemici, casini. In F1 ho vinto due ondiali con due team diversi, tutti sanno cosa ho fatto. Non dovevo certo scrivere memorie, che poi porta pure sfiga. L’idea mi è venuta perché vivo da 30 anni fuori dall’Italia e quando sei fuori dall’Italia ti senti più italiano. E t’incavoli nel vedere da lontano quello che succede. Con la F1 ho girato il mondo e ho capito che l’Italia è un Paese che diventa sempre più povero e la gente non si lamenta. Quando uno è ricco sembra esserlo diventtao perché ha rubato oppure perché malvagio, allora volevo fare un saggio in cui esprimevo la mia idea. Parlo di problemi e do soluzioni”.
"Ha stupito tutti. Pensavo a inizio stagione che scommettere su una Ferrari sarebbe stato come perdere tutto. E invece è bellissimo avere un campionato con la lotta Mercedes-Ferrari. La Mercedes ha ancora un vantaggio, ma non è enorme. La pressione messa dalla Ferrari li ha portati a degli errori. Se la Ferrari continua così nello sviluppo della macchina, e se dopo Barcellona la situazione sarà ancora così, beh è probabile che almeno con Vettel potrà arrivare a giocarsi il Mondiale".
"Mi aspettavo la Juve in semifinale, non certo il Monaco. E io vivo lì, nessuno nel Principato ci avrebbe scommesso. E' un po' come il discorso fatto sulla Ferrari. La Juve quest'anno è la squadra da battere. Ho parlato con Allegri due giorni fa. A Max ho detto che il Monaco è un trappolone e avrei preferito una squadra spagnola. Mio figlio è nato lì e tifa Monaco, io Juve… non sarà facile per me. E poi anche due anni fa abbiamo rischiato con loro. Però, ripeto, quest’anno la Juventus è fortissima".
"Ferdinando? Sì, io lo chiamo così. Andrò a Indianapolis con Alonso, gliel'ho promesso. L’unico dubbio è sulla questione sicurezza. Lì c'è una banda di matti che con quei cassoni di macchine ti vengono addosso. Lui Montecarlo la conosce bene, ma a girare con la macchina di adesso avrebbe zero possibilità di vincere. Per lui sarebbe come fare il turista.
E con una macchina che non riesce ad uscire nemmeno dal garage si è deciso di non fargli rompere più le palle. Voleva partecipare anche Le Mans, che due anni fa Ron Dennis non gli ha fatto fare. Ora c’è gente diversa e che capisce, poi correrà sempre sempre con la McLaren-Honda. Ma questa è un'altra McLaren. Il dopo? Per ora non c’è nessun dopo".
"Pensi al Milan e lo vedi in mano ai milanesi, ora con i cinesi dal nome impossibile è un'altra roba. Ormai il calcio non piò essere più sostenuto da una famiglia come quella Berlusconi. Ci sono costi insostenibili, è una resa dell’imprenditore. Oggi i cinesi ci mettono i soldi, domani no. Berlusconi nella vendita è stato fenomenale. L'Inter, invece, mi sembra la solita strana Inter. La squadra c’è pure, ma sembra che manchi sempre il progetto".
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