DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Daniele Sparisci per corriere.it
L'ordine di arrivo del Gp degli Usa ad Austin
1.Leclerc (Mon) Ferrari in 1h.35’09’’639
2.Sainz (Spa) Ferrari a 8’’562
3. Verstappen (Ola) Red Bull a 19’’412
4. Norris (Gbr) McLaren a 20’’354
5. Piastri (Gbr) McLaren a 21’’921
6. Russell (Gbr) Mercedes a 56’’295
7. Perez (Mes) Red Bull a 59’’072
8. Hulkenberg (Ger) Haas a 62’’957
9. Lawson (Nzl) Racing Bulls a 70’’563
10. Colapinto (Arg) Williams a 71’’979
11 Kevin Magnussen (Dan), Haas, a 1'19''782.
12. Gasly (Fra) Alpine a 1'30''558.
13. Alonso (Spa) Aston Martin a 1 giro
14. Tsunoda, (Jap) Racing Bulls a 1 giro
15. Stroll (Can) Aston Martin a 1 giro
16. Albon (Tha) Williams a 1 giro
17. Bottas (Fin) Sauber, a 1 giro
18. Ocon (Fra) Alpine a 1 giro
19. Zhou (Chn) Sauber a 1 giro
Ritirato: Hamilton (Gbr) Mercedes 1° giro
Una Ferrari perfetta, non è un sogno americano ma una storia italiana. Leclerc domina, Verstappen ringrazia
Una storia americana. Una doppietta dall’enorme valore: per l’ambizione, per la classifica, per lo status di Leclerc. La Ferrari ha sbancato Austin con una prova di forza schiacciante: se in Australia l’1-2 con Sainz davanti a Leclerc era maturato grazie al ko tecnico di Verstappen, se a Montecarlo Charles aveva dovuto lottare contro l’emozione (e la maledizione)
del Gp di casa, se a Monza il successo era arrivato in rimonta con una strategia perfetta, in Texas nel terzo sigillo stagionale del monegasco non c’è stata storia dopo un fine settimana sprint passato a inseguire. Ma con la consapevolezza di avere una macchina «capace di vincere», Sainz lo diceva convinto e aveva ragione.
Anche gli avversari lo sospettavano, una cosa lo spagnolo aveva sottovalutato: la voglia di rivalsa del compagno dopo le scaramucce nel mini-Gp. Tutto in pochi istanti, quelli che contano.
La solita dormita di Norris (sta dimostrando di essere immaturo o di soffrire troppo la pressione), il solito assalto di SuperMax sull’amico-rivale e Charles dalla seconda fila si è fiondato in testa per prendere il comando e non mollarlo più. Un ritmo devastante, dopo un mese di pausa la Ferrari ha fatto i compiti a casa e ha consegnato al suo principe, 27 anni compiuti da poco, una macchina inavvicinabile per la concorrenza sulla distanza della gara lunga.
Una lezione di guida e di controllo mentre il suo futuro compagno, Lewis Hamilton, si arenava sul circuito che lo ha visto cinque volte trionfare: «Era esattamente ciò che volevo fare, è stato perfetto: meglio di un sogno. Eravamo davvero veloci, la prima curva è stata bellissima, sapevamo che saremmo stati tutti vicini. E poi avevamo un passo formidabile. Devo ringraziare tutti gli ingegneri, tutti i tecnici che hanno lavorato in questi mesi per portare gli aggiornamenti, tutto il team ha spinto tantissimo».
Max alla fine fa i complimenti ai ferraristi, ha perso ma ha vinto la sua battaglia su Norris dopo un duello prolungato nel quale l’inglese ha sbagliato ancora. Vede il Mondiale più vicino mentre, l’altro — fuori dal podio e punito con 5’’ per una manovra scorretta — ripenserà all’ennesima occasione buttata, a un’altra pole non trasformata. Contro questa Ferrari sarebbe stato difficile resistere comunque, a inizio stagione l’obiettivo era chiudere con 4-5 vittorie, e ormai ci siamo.
Mancano 5 Gp, il sorpasso alla Red Bull per il secondo posto è vicino (8 punti), quello sulla McLaren (+48) non impossibile se le prestazioni saranno queste anche nel prossimo fine settimana in Messico. «La strada è lunga ma ci proveremo» promette Leclerc, 8° centro in carriera. Nella rincorsa il contributo di Sainz è forte: «Complimenti a Charles, l’anno scorso ci difendevamo, quest’anno attacchiamo, così è divertente». Un sogno italiano.
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