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FERRARI IN TESTACODA! ELKANN BACCHETTA LECLERC E HAMILTON (“SI CONCENTRINO A GUIDARE E PARLINO MENO”) E IL “CORRIERE” LO INFILZA: “UNA SFERZATA CHE NON UNISCE AFFATTO MA RISCHIA DI ROMPERE UN EQUILIBRIO SOTTILE. LA MACCHINA È NATA MALE E CURATA PEGGIO. CON VASSEUR CHE HA PIÙ RESPONSABILITÀ DI CHI GUIDA. I PILOTI SBAGLIANO? ALTROCHÉ. MA VANNO COMPRESI COME FIGLI PREDILETTI ONDE EVITARE FRATTURE CHE RISCHIANO DI RISULTARE IRREPARABILI. CREDIAMO CHE JOHN ELKANN SAPPIA CHE È IMPOSSIBILE FAR VOLARE UNA BARCA QUANDO FINISCE IN UN VUOTO DI VENTO…”

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Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

john elkann

Vedere il presidente della Ferrari coinvolto dalle vicende delle Rosse da pista è un conforto per ogni appassionato. Tifosi. Pronti, spesso, ad interpretare i suoi silenzi come una fredda distanza dal calore che emana l’agonismo. Invece, abbiamo avuto una piena immersione: John Elkann in Bahrein per festeggiare la conquista dei titoli mondiali Endurance, quindi spettatore interessato del Gp brasiliano.

 

Preso, come ciascuno di noi, dalla passione, che è un filo teso tra gioie e patimenti. Un ambito sentimentale: testa e cuore, picchi e tonfi dell’anima, qualcosa che ci porta a pronunciare parole che poi non corrispondono ad una visione realistica, ma che continuano a far rumore. Quelle espresse da Elkann producono infatti un vero sconcerto.

 

hamilton leclerc

Due frasi. La prima: «Vincere il campionato dell’Endurance…è una bellissima dimostrazione di quanto la Ferrari è unita, e quando tutti sono insieme, si possono ottenere grandissime cose».

 

La seconda: «Da una parte ci sono i nostri meccanici con l’ottimo lavoro fatto…se guardiamo ai nostri ingegneri non c’è dubbio che la macchina è migliorata ma se guardiamo al resto, non è all’altezza…i piloti che si concentrino a guidare e parlino meno».

 

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Ma come? Un appello alla coesione, decisiva per crescere, e poi una sferzata che non unisce affatto ma rischia di rompere un equilibrio sottile. Messa in piazza, per giunta. Verbi al plurale. Leclerc ed Hamilton dunque. Un talento conclamato e innamorato della Ferrari, nonostante una sequenza interminabile di delusioni; un fenomeno, chiamato dallo stesso Elkann a Maranello con i suoi 7 titoli in dote, trattato con rispetto anche da chi mastica, insieme a lui, una profonda delusione. 

 

 

(...)

 

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Perché, se possiamo permetterci, è fuori dubbio che i meccanici siano eroici, mentre viene difficile assolvere i tecnici Ferrari di fronte ad una macchina nata male e curata peggio. Con Vasseur che ha più responsabilità di chi guida. Una Ferrari perdente. I piloti sbagliano? Altroché. Basti pensare alla coppia Norris-Piastri, in lotta per il titolo dopo una serie di inciampi dell’uno e dall’altro. Trasportati comunque in gloria da una McLaren superiore. Leclerc ed Hamilton hanno tra le mani il destino della Ferrari, così connesso al loro. Vanno accolti, compresi come figli prediletti onde evitare fratture che rischiano di risultare irreparabili. Crediamo che John Elkann lo sappia bene. Sta al timone, per dovere professionale e per passione velica. 

Consapevole di quanto sia impossibile persino per Giovanni Soldini— un vecchio lupo di mare — far volare una barca quando finisce in un vuoto di vento. 

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