fabio fognini

“PERCHE’ VUOI SMETTERE? MERITI DI GIOCARE ALTRI 3-4 ANNI”; “ORA NON SO COSA FARE. DEVO RIFLETTERE UN PAIO DI GIORNI” – INCALZATO ANCHE DA ALCARAZ, DOPO AVER DELIZIATO IL CENTRALE DI WIMBLEDON, FABIO FOGNINI NON SCIOGLIE I DUBBI SUL FUTURO: “UNA BIRRA E UN BEL BICCHIERE DI VINO PORTERANNO CONSIGLIO” – LE LACRIME NELLO SPOGLIATOIO DOPO LA SCONFITTA AL QUINTO SET CON LO SPAGNOLO: “NON MERITAVO DI PERDERE IL PRIMO SET, E PURTROPPO L’INIZIO DEL QUINTO È STATO UNA MERDA. A DIFFERENZA DI MIA MOGLIE, FLAVIA PENNETTA, NON HO AVUTO LA BRAVURA E IL CULO DI VINCERE UNO SLAM” – VIDEO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

https://video.gazzetta.it/tennis/atp/highlights/video-fognini-alcaraz-la-top-5-dei-colpi-piu-belli-del-match/c7040ec1-52a0-468c-9520-94a2f3622xlk

 

https://video.corriere.it/sport/dammi-una-maglietta-per-federico-fognini-chiede-ad-alcaraz-una-t-shirt-per-il-figlio/f5c37229-af24-491c-bf92-5affe607fxlk

 

Antonello Guerrera per repubblica.it - Estratti

fabio fognini

Ultimo tango a Londra. O forse no? Dopo la memorabile corrida contro Alcaraz, in sala stampa Fabio Fognini si morde le mani. Letteralmente. Sopra, gli occhi lucidi: «Ho pianto negli spogliatoi, ho pianto molto, anche insieme a mio figlio Fede», confessa il 38enne di Arma di Taggia, dopo aver esasperato Carlos Alcaraz.

 

Che a fine partita, vinta in cinque inaspettati set, chiede al pubblico di applaudirlo: «Meriti di giocare almeno altri tre o quattro anni», lo loda Carlitos. «Ora non so davvero cosa fare», replica più tardi Fognini. Addio a Wimbledon, come annunciato alla vigilia? «Devo riflettere un paio di giorni. Una birra e un bel bicchiere di vino porteranno consiglio». Alla salute.

 

fabio fognini carlos alcaraz

Alla fine è 7-5, 6-7, 7-5, 2-6, 6-1 per il torero di Murcia, dopo quattro ore e 37 minuti di battaglia. 

 

Grazie di questa poesia imprevedibile, forse indolente, certo inimitabile. Come ieri, quando al campo centrale di Church Road le sciabolate di Fogna tramortiscono Alcaraz, sotto gli occhi della moglie Flavia Pennetta e dei figli. «Al quarto set davvero non sapevo più cosa fare», ammette il doppio campione in carica, «non sono stato perfetto, ma Fabio mi ha portato al limite. Il suo talento è immenso. Che cosa gli ho detto dopo il match? Che ho un rispetto totale per lui».

 

fabio fognini

 

Al primo set, con quella bandana da samurai, Fognini sorprende Alcaraz, con tecnica chirurgica, lungolinea come graffi di Lucio Fontana e intraprendenza a rete da moschettiere. Mentre i dritti urlati di Alcaraz sono sballati, così come spesso il servizio. Lo spagnolo è vulnerabile quando non può — o non vuole — alzare il livello. Allucinazioni per Carlitos: «Ma come gioca questo? Ha cinquant’anni….». Nonno Fabio può farcela. Lo sa. Ma butta sei break point, e perde il primo set.

 

 

Peccato. Ma Fogna non perde mai il sorriso, con quella meravigliosa leggerezza da funambolo, da artista di strada. Alcaraz commette una marea di errori. Mentre la classe immobile di Fognini, come un Pirlo d’annata nel calcio, è travolgente. Conquista il secondo set al tie-break, stavolta all’ultimo set point dopo altri tre sprecati. Fabio alterna magie — volée, palle corte, tweener e rovesci magici — a sufficienza e doppi falli. Alcaraz reagisce nel terzo, ma Fabio lo travolge nel quarto.

 

Fino all’ultimo round. «Ma non meritavo di perdere il primo set, e purtroppo l’inizio del quinto è stato una m….». Perché Fogna, oltre a un tennis sublime, tradisce anche la stanchezza. All’ultimo set, perde cinque giochi di fila, dopo esser stato a un punto per aggiudicarsene almeno tre. In tutta la partita, sfrutta solo 5 palle break su 21. Ma il pubblico lo invoca. Lo adora.

 

E non solo gli inglesi: «Non avrei mai pensato di avere tanti italiani dalla mia parte, troppe emozioni oggi», ride, «forse non c’è modo migliore per chiudere il sipario a Wimbledon. Ma lo so che ripenserò alla partita di oggi e mi incazzerò… perché ho avuto la possibilità di vincerla e qualche rimpianto rimane. Non me lo aspettavo. Però ultimamente ho subito troppi infortuni, anche per colpa mia, perché non dovevo giocare a fine anno scorso. Ma mi assumo le mie responsabilità, come ho sempre fatto. Paradossalmente, se in passato quasi non mi allenavo ma ero molto competitivo, oggi mi alleno a bestia ma devo ammetterlo: non riesco a competere a questi livelli, nonostante oggi».

 

«Ma ho dato tutto, e sono orgoglioso di me. A differenza di mia moglie non ha avuto la bravura e il c... di vincere uno Slam», chiosa Fogna a suo modo, unico, «e sul futuro vedremo. Deciderò io, nessuno può consigliarmi». Come in un altro capolavoro sportivo e malinconico, la Solitudine del maratoneta di un altrettanto ribelle come Alan Sillitoe: «Io sono me stesso e nessun altro. Gli altri non sanno niente di me».

 

beckham sbalordito da un colpo di fabio fogninifabio fogninifognini alcaraz