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Da deejay.it
Nel paddock ora ti annoi un po’. La Formula 1 è sempre bellissima, c’è il glamour, ma i piloti non li vedi più, sono sempre dentro nei motorhome. I giornalisti sono pochi, perché finché non danno il ring dove possono fare l’intervista non si vedono. Prima ogni tanto qualcuno veniva e diceva “Riccardo, posso parlarti?”, invece ora è molto più controllato.
Parola di Riccardo Patrese, uno che il paddock lo ha vissuto per tanti anni, fino a scrivere il record di presenze in Formula 1. L’ex pilota, che in carriera ha corso per Shadow, Arrows, Brabham, Alfa Romeo, Williams e Benetton (come compagno di Michael Shumacher), ha pubblicato il suo libro F1 Backstage, dove racconta la sua storia e il funzionamento del mondo delle corse.
Ospite a Deejay Chiama Italia, il programma di Radio DEEJAY condotto da Linus e Nicola Savino in onda ogni mattina feriale dalle 10 alle 12, l’ex pilota racconta alcuni aneddoti, dalle gare vinte al passaggio in Ferrari sfumato all’ultimo momento.
Riccardo Patrese sull'incidente a Monza nel '78: "Le riprese all'epoca erano primitive, non è stata colpa mia"
Passato in Formula 1 nel 1977 con la Shadow, Riccardo Patrese ha corso nella massima categoria automobilistica fino al 1993, suo unica stagione alla Benetton. Quell’anno il suo compagno di squadra era un giovane pilota tedesco in rampa di lancio, un certo Michael Schumacher:
Con tutti i piloti con cui ho avuto relazioni sono rimasto in buonissimi rapporti. L’unico con cui non mi sono lasciato proprio bene è James Hunt. Mi ha sempre un po’ trattato male.
Nei tantissimi anni di carriera, un episodio in particolare è rimasto impresso nella memoria di Riccardo Patrese e del pubblico della Formula 1: l’incidente a Monza nel 1978 dove perse la vita Ronnie Peterson, pilota svedese della Lotus.
Con le immagini dell’epoca, poco affidabili e sfocate, Patrese fu a lungo accusato di essere stato causa del maxi incidente. In realtà il pilota italiano fu poi scagionato da alcune foto (uscite solo più avanti, forse per timore che scoppiasse un caso sull’ex campione del mondo James Hunt). Ma nel libro F1 backstage l’episodio è raccontato chiaramente da Patrese, che anche a Radio DEEJAY spiega:
Le riprese all’epoca erano primitive, c’era un teleobiettivo che riprendeva da molto distante e schiacciava molto le immagini. Si vede quella manovra mia, da destra verso sinistra, e nel momento in cui la faccio si innesca l’incidente. Quello che non si vede da queste immagini è che io ero due o tre macchine davanti, per cui tutti hanno iniziato a pensare che l’incidente fosse stato innescato da quella manovra. Poi è stato dimostrato che non era così.
Riccardo Patrese: "Nella mia Formula 1 c'era molta inventiva"
In tutto Riccardo Patrese ha corso in Formula 1 per 17 stagioni, prendendo il via in 256 Gran Premi con 6 vittorie e 37 podi. Per tanti anni è stato il pilota con più corse in F1, fino a quando nel 2008 Rubens Barrichello (compagno di scuderia di Schumacher in Ferrari) gli ha tolto il record.
Per l’occasione, Patrese è tornato a guidare una Formula 1, appunto del 2008. La differenza con le monoposto guidate fino a 15 anni prima per il pilota è stata subito evidente:
Quando sono salito su una Formula 1 dopo 15 anni il mio primo pensiero è stato: “Ma questa roba va davvero forte”. Dieci giri dopo ero già a mio agio. Il grande vantaggio è l’efficienza dei freni, ancora migliore dei miei tempi, un’aerodinamica incredibile e tanti aiuti che io non avevo, come l’idroguida, l’assistenza alla frenata e altre cose. Rispetto alle mie, che avevano uno sforzo fisico enorme, erano più confortevoli.
Un altro cambiamento rispetto all’inizio della sua carriera è il pit stop:
Quando correvo io all’inizio non c’era il cambio gomme. Verso fine carriera sì, il pit stop durava 10” perché c’era anche il rifornimento del carburante. Venivano sparati 100 litri di benzina in 2 secondi, quindi era pericoloso. In quella Formula 1 c’era molto inventiva, dove tutti cercavano il pelo dell’uovo per non andare nell’irregolare.
Il primo pit stop con cambio gomme e rifornimento benzina è stato fatto a Zeltweg nel 1982 dalla Brabham, che calcolò il vantaggio di correre con due treni diversi di pneumatici e la macchina più leggera con solo mezzo serbatoio rispetto al tempo perso per la sosta e la percorrenza della pit lane.
Nella Formula 1 di oggi, non è più possibile effettuare il rifornimento di carburante per motivi di sicurezza. I pit stop dunque durano di norma 2 o 3 secondi, il tempo di sostituire le gomme. Anche in questo caso, le corse automobilistiche si sono evolute in maniera netta.
Riccardo Patrese ricorda anche un episodio di vita non da tutti, ovvero il ballo con la principessa Grace Kelly dopo il successo al Gp di Monaco nel 1982:
Vittoria nell’ ’82 a Monaco c’è un incontro galante, con la principessa Grace. Non c’è più un galà di questo tipo dedicato al vincitore del Gran Premio, il principe, la principessa d’allora. È stato molto bello, l’unica cosa difficile è che hanno annunciato che dovevo ballare il valzer con la principessa. Si è vista la disperazione nei miei occhi. La principessa Grace ha detto “Non ti preoccupare, questa sera seguimi che guido io”. Nell’autunno di quell’anno lei ha avuto l’incidente.
Riccardo Patrese ricorda poi gli anni della sua carriera, segnati da un gran ritorno (prima in Brabham e poi in Williams) dopo le difficoltà con l’Alfa Romeo:
A fine ’83 vinco l’ultimo Gran Premio in Sudafrica. Purtroppo però con Bernie non rinnovo per l’ ’84 e vado in Alfa Romeo, che si affidava a una scuderia, l’EuroRacing. Lì è stato un po’ pesante perché non sono arrivati i risultati. Dopo l’ ’85 sarei potuto restare a casa per sempre. Bernie Ecclestone, che è sempre stato un mio tutor, mi riprende in Brahbam. Lì c’è stata una ripresa di risultati e di morale. Bernie allora raccomanda a Williams di provarmi, nell’ ’87, in un test a Imola, perché secondo lui ero un pilota valido e potevo valere un ingaggio in Williams. Mi hanno preso e ho fatto 5 anni lì.
Riccardo Patrese e il mancato passaggio in Ferrari: "Non se n'è fatto nulla perché Villeneuve ha vinto a Montreal"
Infine Riccardo Patrese racconta un aneddoto sul suo mancato passaggio in Ferrari: In Ferrari? Sono quelle cose che non capitano giuste, gli incastri che non vanno. Non se n’è fatto nulla perché Gilles Villeneuve ha vinto l’ultimo Gran Premio a Montreal. Era molto sotto esame, faceva incidenti pazzeschi. Era molto criticato. Ferrari doveva avere una possibilità di cambiarlo e aveva puntato su di me, ma Gilles era anche un gran pupillo di Ferrari perché lo aveva scelto lui. Nel momento in cui ha vinto a Montreal, nell’ultimo Gran Premio, in Canada, a casa sua, lo ha riconfermato. Sembrava che fosse arrivato il momento, ma non si è avverato.
Un rimpianto in una carriera ricca di grandi soddisfazioni e di successi in Formula 1, di fianco e contro alcuni dei migliori piloti della storia.
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