DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Gigi Garanzini per “la Stampa”
Ancora Maradona? Ancora e sempre, perché lo vuole la ghente. Così la chiamava lui, aspirando la g e bucando con gli occhi la telecamera quando aveva un messaggio forte da lanciare. La ghente.
Quella che lo ha amato, lo ha capito, quella che a dispetto di tutto lo ha comunque tenuto nel cuore per tutti questi anni.
Quella che sta dando vita a un funerale ininterrotto e planetario, proprio come fosse stato lui a chiamarla a raccolta per l' ultimo saluto.
morte maradona tifosi in piazza 7 san paolo
Ed è un fenomeno ai confini del paranormale, perché la stragrande maggioranza di chi lo piange ai quattro angoli del mondo lo aveva perso di vista la bellezza di 25 anni fa: al tempo degli ultimi calci in Argentina, con una coda breve quanto ingloriosa da Ct più di dieci anni fa. Appese le scarpe al chiodo, tracce assai più profonde delle sue da allenatori o da dirigenti avevano lasciato, per esempio, fuoriclasse come Di Stefano e Cruyff commemorati e celebrati come meritavano: e come toccherà a Pelè quando arriverà il suo turno, il più tardi possibile.
morte maradona tifosi in piazza 7 san paolo
Sono i tre nomi del calcio del passato che sino a ieri si contendevano con Maradona i tre gradini del podio di tutti i tempi. Ma dal pomeriggio di mercoledì - starà sghignazzando a quest' ora Diego da lassù- anziché voi soloni veri o presunti ha cominciato a votare la ghente. La giuria popolare. E non ce n' è stato più per nessuno.
È evidente, ed era francamente impensabile, che un fiume carsico di ricordi, di magìe, di debordante umanità ha continuato a scorrere per un quarto di secolo. Nelle vene aperte non solo dell' America Latina, avrebbe detto il suo amico Galeano, o dei quartieri spagnoli: ma del mondo intero.
Dando vita al più stupefacente cordoglio collettivo nella storia dello sport di tutti tempi. Con la sua brava dose di melassa, si capisce, perché questa era inevitabile prima della comunicazione globale e dei social, figurarsi ora. Ma con una serie di omaggi fuori ordinanza, a cominciare da quello dell' Eliseo.
Il lungo ricordo firmato Macron è tra i più belli che si siano letti in questi giorni: un onore che la République aveva riservato sino a qui solo a capi di stato e grandi personaggi francesi, e ha esteso per la prima volta a un calciatore che in Francia non ha mai giocato. E poi in ordine sparso la maglia degli All Blacks con il numero 10 deposta sul campo, quella del Newell' s di Rosario mostrata da Messi dopo il suo gol che fu per Leo la prima e per Diego la penultima.
Anche la ghente di Napoli e la sua squadra hanno fatto di tutto per onorarlo: la splendida parata serale del Napoli in divisa argentina nello stadio che presto si chiamerà Maradona e le tante manifestazioni d' affetto della città, dove a volte ci si è dimenticato del lockdown e anche di mettere la mascherina. Ma le regole vanno sempre rispettate. Parola di Rino Gattuso, tecnico del Napoli, che ieri sera al termine della sfida vinta contro la Roma ha voluto chiarire: «Maradona è una leggenda, però in questo momento bisogna fare i bravi altrimenti se ne pagano le conseguenze».
diego armando maradona allo stadio san paolo messi maradonadiego armando maradona allo stadio san paolo
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN…
DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI…
DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA…